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Reati ambientali: verso l’inasprimento delle pene, novità anche per antimafia e immigrazione

L'atteso disegno di legge riconoscerebbe la tutela dell'ambiente come un elemento di equità e giustizia sociale

È all’ordine del giorno del preconsiglio dei ministri in programma domani (24 settembre 2020) alle 13 il disegno di legge sui reati ambientali “Terra mia”, messo a punto dai ministeri dell’Ambiente e della Giustizia, annunciato a più riprese dal Ministro Sergio Costa. Il legame tra giustizia e ambiente promette, finalmente, di stringersi.

Il Ministro si è espresso chiaramente durante la presentazione del rapporto Emergenza epidemiologica Covid-19 e ciclo dei rifiuti’ (del 15 Luglio 2020, ndr) della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, dicendo che “questo è il momento di spingere sul decreto economia circolare per il quale siamo all’ultimo miglio e sul disegno legge Terra Mia che sposta ancora più in alto l’asticella della tutela anche penale, ma non solo, del meccanismo. Per schiacciare con tutta la forza dello Stato la criminalità che ogni volta prova a rialzare la testa”.

Per consolidare il legame tra giustizia e ambiente servirà l’intervento di integrazioni normative ad ampio raggio: non solo al T.U. Ambiente e leggi complementari in materia di reati ambientali, ma anche codice penale, codice di procedura penale e Codice Antimafia per favorire il contrasto a fenomeni quali ecomafie ed ecodelitti. Sul tema rifiuti ed ecomafie si è espresso, sempre in occasione della presentazione del rapporto della Commissione, Nicola Morra presidente della Commissione Antimafia: “osservando statisticamente i fatturati delle ecomafie notiamo che sono sempre in ascesa. L’emergenza Covid-19 sia un’occasione per resettare e ricostruire il sistema del ciclo dei rifiuti, facendo attenzione a quanto il settore sia appetibile alla criminalità organizzata tutta, soprattutto di stampo mafioso”.

La visione del Governo in materia di Ambiente e Giustizia vede l’inasprimento delle pene per i reati ambientali, sia in termini di aumento dei periodi di detenzione che delle sanzioni. Pene molto più severe per il contravventore, sia che si tratti di soggetti privati che di enti, sia pubblici che privati, rendendo la responsabilità sia amministrativa che penale. Ad esempio, verrebbe riconosciuta maggior gravità della pena per i reati di discarica abusiva, abbandono di rifiuti pericolosi e combustione illecita di rifiuti. In merito alle discariche abusive, per rafforzare il sistema di prevenzione e controllo del fenomeno, qualora venisse rinvenuta una discarica abusiva, la responsabilità dell’illecito verrebbe riconosciuta anche in capo al proprietario del terreno a meno che non dimostri di aver agito in buona fede nella tutela del terreno di sua proprietà e senza trarre alcun profitto dall’attività illecita. L’attuale scenario normativo persegue illeciti quali l’abbandono di rifiuti pericolosi da parte di privati come reati unicamente amministrativi, il disegno di legge “Terra Mia” invece indirizzerebbe il provvedimento verso l‘illecito penale quindi punibile anche con l’arresto.

Attualmente tra soggetti destinatari dei provvedimenti previsti dal Codice Antimafia (Dlgs 6 settembre 2011, n. 159. art.1 lettera c) figurano coloro che commettono reati o mettono in pericolo l’integrità fisica o morale dei minorenni, la sanità la sicurezza o la tranquillità pubblica. Affiancare i reati in materia di sanità ai reati ambientali, sarebbe un ulteriore e significativo passo in avanti per la giustizia sociale e ambientale. Porre particolare attenzione al “delitto di inquinamento” peculiare ai reati connessi a rifiuti e rifiuti tossici, non solo consoliderebbe il legame tra giustizia e ambiente, ma dimostrerebbe una reale presa di coscienza dell’indissolubile legame tra salute e ambiente

I delitti in materia ambientale diventerebbero anche una discriminate per il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno, andando così ad introdurre la tematica del reato ambientale anche nel codice dell’immigrazione.

Resta fortemente atteso dunque il disegno di legge Terra Mia, che realizzi la volontà già espressa dal Dicastero di un cambio di scenario post Covid, per evitare che le situazioni emergenziali diventino strutturali. 

 

Elisabetta Ruffolo

Elisabetta Ruffolo (Milano, 1989) Laureata in Public Management presso la facoltà di Scienze politiche dell’Università degli studi di Milano. Head of communication di MeteoExpert, Produttrice Tv per Meteo.it, giornalista e caporedattrice di IconaClima. Ha frequentato l’Alta scuola per l’Ambiente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore per il Master in Comunicazione e gestione della sostenibilità.

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