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Cambiamenti climatici e colori autunnali

Correlazione possibile tra aumento delle emissioni di anidride carbonica e altri gas serra e un'attenuazione dei colori. Il passaggio dal verde estivo al giallo-rosso autunnale avviene sempre più in ritardo

L’autunno è la stagione del giallo, del rosso e dell’arancione: ci avvolge in un arcobaleno di abbinamenti cromatici che sono quelli della terra, delle bellezza e dell’abbondanza. Qualcuno potrebbe pensare che tutto torni a dormire ma in realtà si tratta di un periodo di grandi cambiamenti, quasi come fosse una seconda primavera. Intorno a noi viali, marciapiedi, prati coperti di foglie come se le piante imponessero i propri colori rendendo caratteristico il momento. In questo periodo infatti le foglie perdono progressivamente la colorazione che hanno mantenuto per tutto l’anno e ne assumono una più calda, mentre le giornate diventano più corte e la temperatura dell’aria si abbassa. Sono proprio il freddo e la riduzione delle ore di luce giornaliere a innescare il processo che nelle piante porta al progressivo cambiamento del colore delle foglie che con l’approssimarsi dell’inverno cadono e lasciano gli alberi spogli.

PH Stefania Andriola

In un articolo pubblicato su The Conversation, Marc Abrams, esperto in scienze forestali, professore di ecologia e fisiologia forestale all’Università statale della Pennsylvania, ha spiegato che i cambiamenti climatici si stanno facendo sentire anche in questo caso. Riferendosi alla stagione del fogliame autunnale, momento clou del calendario negli stati che vanno dal Maine meridionale alla Georgia e a ovest fino alle Montagne Rocciose, ha evidenziato un’attenuazione dei colori dell’autunno determinata dal fatto che il passaggio dal verde estivo al giallo-rosso autunnale avviene sempre più in ritardo. “Come scienziato forestale mi viene spesso chiesto in che modo il cambiamento climatico sta influenzando le esposizioni del fogliame autunnale. Ciò che è più chiaro finora è che i cambiamenti di colore si verificano più avanti nella stagione. La persistenza di un clima molto caldo e umido nel 2021 sta riducendo i display a colori nel nord-est e nel medio Atlantico. Ma il cambiamento climatico non è l’unico fattore in gioco e in alcune aree le decisioni umane sulla gestione delle foreste sono le maggiori influenze”.

Alla base ci sarebbero i cambiamenti indotti dalle attività umane con l’aumento delle emissioni di anidride carbonica (CO2) e altri gas serra: con la crescita di CO2, della piovosità e del caldo in una determinata regione le piante proliferano molto di più. A contribuire all’eccessiva impennata degli alberi ci sono appunto gli alti livelli di CO2 in atmosfera: il carbonio alimenta infatti la fotosintesi clorofilliana, processo biochimico che permette alle piante di nutrirsi e crescere. Ci sono però dei limiti naturali entro i quali le piante possono compiere la fotosintesi: a mano a mano che aumentano le concentrazioni di CO2 in atmosfera, diminuisce la capacità delle piante di utilizzarla, fenomeno conosciuto come saturazione da CO2. Tutto questo influisce sul foliage, che si verifica al termine della stagione di crescita delle piante: quando smettono di produrre clorofilla che tinge le foglie di verde, le piante si colorano di arancione, giallo e rosso grazie alla presenza di pigmenti naturali. Se il periodo di crescita si allunga, si posticipa anche quello del foliage che per ora nella zona nord-orientale degli Stati Uniti inizia con 10-14 giorni di ritardo rispetto al consueto.

PH Stefania Andriola

“I colori autunnali emergono quando la stagione di crescita termina e gli alberi smettono di fotosintetizzare. Gli alberi smettono di produrre clorofilla, il pigmento verde nelle foglie che assorbe l’energia dalla luce solare. Ciò consente ai pigmenti di carotenoidi (arancione) e xantofilla (giallo) di emergere. Le foglie producono anche un terzo pigmento, l’antocianina, che crea i colori rossi. Una stagione di crescita più lunga può significare che i colori autunnali emergono più tardi e può anche rendere quei colori più opachi“. L’aumento della piovosità e del caldo inoltre sta favorendo anche la migrazione di alcune specie arboree verso nord e verso ovest: ad esempio l’acero zuccherino si sta spostando sempre più verso il Canada settentrionale. “Per fermare i cambiamenti climatici è necessario aumentare la biodiversità delle foreste, utilizzando alberi che si adattino bene, vivano a lungo, producano semi e migrino nel tempo” ha dichiarato Abrams sottolineando anche l’importanza di “riprogettare” le foreste della zona orientale statunitense affinché si adattino a un nuovo clima.

Stefania Andriola

Lavoro in redazione da febbraio 2010. Mi piace definirmi “giornalista, scrittrice e viaggiatrice”. Adoro viaggiare, conoscere culture diverse; amo correre, andare in bicicletta, fare lunghe passeggiate ma anche leggere un buon libro. Al mattino mi sveglio sempre con un’idea: cercare di aggiungere ogni giorno un paragrafo nuovo e interessante al libro della mia vita e i viaggi riempiono le pagine che maggiormente amo. La meteorologia per me non è solo una scienza ma è una passione e un modo per ricordarmi quanto siamo impotenti di fronte alle forze della natura. Non possiamo chiudere gli occhi e dobbiamo pensare a dare il nostro contributo per salvaguardare il Pianeta. Bastano piccoli gesti.

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