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Articolo 6 dell’Accordo di Parigi, alla COP26 si prova a sciogliere il nodo dei meccanismi non di mercato

L'approfondimento di Italian Climate Network

Le prossime sessioni negoziali sull’articolo 6 della COP26 saranno dedicate ai meccanismi non di mercato, una delle questioni ancora irrisolte dell’accordo firmato a Parigi nel 2015.

In particolare, l’Articolo 6 che contempla diversi percorsi di cooperazione attraverso i quali le Parti, che hanno ratificato la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, possono interagire volontariamente con l’intento di raggiungere gli obiettivi di mitigazione, adattamento, finanza, trasferimento tecnologico, condivisione delle conoscenze e sviluppo delle capacità.

All’interno del negoziato sul clima, i meccanismi non di mercato (Non-Market Approaches – NMAs) previsti dall’Art. 6.8 dell’Accordo di Parigi hanno ricevuto una minor attenzione rispetto a quelli legati al mercato del carbonio. Le Parti della Convenzione non sono ancora riuscite ad accordarsi sulla definizione di questi strumenti, che attualmente ricomprendono tutto ciò che non sia incluso in quelli di mercato.

Ma quali sono i vantaggi dell’implementazione di meccanismi non di mercato nell’ambito della sfida dei cambiamenti climatici?

I meccanismi non di mercato (NMAs) possono essere, in realtà, implementati rapidamente. Al contrario, sui i meccanismi di mercato, da sette anni le Parti dell’UNFCCC non riescono a trovare un accordo. Attraverso approcci non di mercato si aprirebbe la strada alla cooperazione internazionale e si potrebbero vedere i primi risultati in termini di implementazione nel giro di pochi anni, se non addirittura mesi.

Sotto il profilo della giustizia climatica, i NMAs possono essere sviluppati in modo più equo soprattutto per i Paesi meno sviluppati che più subiscono le perdite dei cambiamenti climatici. Infatti, molti Stati non saranno in grado di partecipare ai mercati del carbonio, considerata l’enorme sfida derivante dalla creazione di crediti di carbonio e i vincoli di capacità che saranno posti alle Parti. Con approcci non di mercato si possono, invece, supportare l’implementazione degli NDCS per tutti i Paesi e incentivare l’adattamento, fornendo un supporto continuo perfino per le perdite e i danni derivamenti dal cambiamento climatico i cui effetti si protrarranno in futuro.

I NMAs possono, inoltre, supportare la resilienza e la ripresa a seguito della diffusione del virus Covid19 dal momento che, una cooperazione internazionale rafforzata attraverso un approccio equo e non basato sul mercato, può supportare progetti che contribuiscono al miglioramento e alla velocizzazione della ripresa post pandemia.

I vantaggi dei Meccanismi non di Mercato (NMAs) sono:

  • Rapida implementazione
  • Apertura a cooperazione internazionale
  • Maggiore equità
  • Risultati in tempi più rapidi

Infine, riguardando l’implementazione di politiche e regolamenti che facilitino la condivisione di conoscenze per mitigare i cambiamenti climatici, il trasferimento di tecnologie Nord-Sud e Sud-Sud, nonché cooperazione internazionale per raccogliere finanziamenti, attraverso questi meccanismi è possibile supportare le attività di mitigazione e implementare riduzioni reali, significative e permanenti delle emissioni. La compensazione prevista dai meccanismi di mercato non riduce le emissioni, ma sposta semplicemente gli obblighi da un Paese all’altro. Attraverso approcci non di mercato, le attività di mitigazione in tutti i settori possono essere supportate per fornire riduzioni reali e permanenti delle emissioni in più Paesi, nonché aumentare i benefici in termini di adattamento al cambiamento climatico.

Durante la COP26 di Glasgow alcuni Paesi hanno sottolineato, quindi, l’importanza di definire questi meccanismi all’interno del negoziato sull’Articolo 6 dell’Accordo di Parigi. Diversi Paesi come Bolivia, India, Brasile, Equador e Uganda hanno chiesto parità di trattamento per i NMAs rispetto ai meccanismi di mercato. Ma anche l’Unione Europea, così come gli USA, hanno sottolineato una mancanza di chiarezza riguardo l’art. 6.8 e la Cina ha chiesto di investire maggior tempo per discutere il pacchetto di iniziative che dovrebbe rientrare all’interno di questo articolo 6.8.

Questo articolo, redatto da Giulia Persico, è stato originariamente pubblicato da Italian Climate Network e fa parte del Bollettino COP pubblicato dall’associazione. Per ricevere il Bollettino dai negoziati sul clima è possibile iscriversi a questo link.
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Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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