Clima, l’allarme ONU: «siamo fuori tempo massimo». Preoccupa il rischio flop della COP26
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Non siamo sulla giusta rotta per contrastare il cambiamento climatico. Non usa mezzi termini l’ONU, che giovedì 16 settembre ha presentato un nuovo rapporto United in Science 2021: «il mondo è in pericolo».
Secondo gli scienziati, l’aumento delle temperature globali sta già alimentando devastanti eventi meteorologici estremi in tutto il mondo, con impatti sempre più gravi sulle economie e sulle società. «Oggi abbiamo cinque volte il numero di disastri meteorologici registrati rispetto al 1970, e sono sette volte più costosi. Anche i Paesi più sviluppati sono diventati vulnerabili», ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres. E ha avvisato: «questi cambiamenti sono solo l’inizio, il peggio deve ancora arrivare».
La colpa è nostra. Lo hanno detto molto chiaramente anche gli esperti dell’IPCC nell’ultimo rapporto pubblicato dal Gruppo Intergovernativo, cha ha chiarito come dietro l’emergenza del cambiamento climatico ci siano le attività umane.
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Nemmeno lo stop imposto dalla pandemia è stato d’aiuto: le emissioni di CO2 si sono temporaneamente ridotte, ma non è bastato a rallentare l’avanzata inarrestabile del cambiamento climatico. Al contrario, le concentrazioni di gas serra sono rimbalzate e oggi fanno registrare livelli record: il pianeta va dritto verso un surriscaldamento pericoloso.
«Lo sconvolgimento del nostro clima e del nostro pianeta è già peggiore di quanto pensassimo – ha detto Guterres in un videomessaggio durante la presentazione del rapporto ONU -, e si sta muovendo più velocemente del previsto».
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Cambiamento climatico, ONU: il futuro è cupo
Le probabilità che le temperature globali superino temporaneamente la soglia di +1,5°C rispetto ai livelli preindustriali nei prossimi 5 anni sono sempre più elevate. Il quadro dipinto dal rapporto delle Nazioni Unite è desolante: anche con un’azione ambiziosa per rallentare le emissioni di gas serra, il livello del mare continuerà a salire e a minacciare le isole e le popolazioni costiere di tutto il mondo.
«Siamo davvero fuori tempo massimo», ha detto Guterres, che ha incalzato i leader di tutto il mondo: «dobbiamo agire ora per prevenire ulteriori danni irreversibili».
Cruciale la COP26, ma rischia di essere un fallimento
Si avvicina la Conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, in programma a Glasgow dal 31 ottobre al 12 novembre. Il suo successo sarà di un’importanza vitale: «la COP26 deve segnare un punto di svolta», ha avvertito Guterres: «abbiamo bisogno che tutti i paesi si impegnino ad azzerare le emissioni nette entro la metà di questo secolo e che presentino strategie a lungo termine chiare e credibili per arrivarci». Sarà fondamentale anche fare passi avanti in materia di adattamento, così che soprattutto le comunità più a rischio possano far fronte alle conseguenze ormai inevitabili della crisi climatica.
«È in gioco il nostro futuro», ha detto Guterres, che tuttavia non è apparso molto fiducioso sulle possibilità di una buona riuscita dei negoziati.
«Corriamo il rischio di non avere successo alla COP26», ha detto in un’intervista a Reuters, esprimendo preoccupazione per i rapporti che legano i paesi attesi a Glasgow: «c’è ancora un livello di sfiducia, tra nord e sud, tra paesi sviluppati e paesi in via di sviluppo, che deve essere superato».
Serve che tutti facciano di più: secondo Guterres i paesi sviluppati devono garantire un maggiore sostegno a quelli in via di sviluppo, mentre alcune economie emergenti devono fare un passo in più e aumentare la propria ambizione in materia di riduzione delle emissioni.
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