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Emissioni ancora troppo alte: il mondo resta fuori rotta verso 1,5°C, avverte l’UNEP

Nonostante nuovi impegni sul clima resi noti verso la COP30, il mondo continua a emettere troppo. Il nuovo Emissions Gap Report 2025: Off Target del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) mostra che gli sforzi globali per ridurre le emissioni di gas serra non sono sufficienti a limitare il riscaldamento globale a livelli di sicurezza.

Secondo l’analisi, mentre le politiche attuali ci porterebbero verso 2,8 gradi di aumento della temperatura media globale, «le proiezioni sul riscaldamento globale nel corso di questo secolo, basate sulla piena attuazione dei nuovi contributi determinati a livello nazionale (NDC), sono ora comprese tra 2,3 e 2,5°C». È un passo avanti, ma non è ancora abbastanza.

Solo progressi minimi, mentre il tempo si esaurisce

Dietro al lieve miglioramento dei numeri, si nascondono fattori tecnici. «Gli aggiornamenti metodologici rappresentano 0,1°C del miglioramento, e l’imminente ritiro degli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi cancellerà altri 0,1°C», spiega l’UNEP. In sostanza, le nuove promesse climatiche hanno spostato di poco l’ago della bilancia.

La direttrice esecutiva del programma Inger Andersen è netta: «Le nazioni hanno avuto tre occasioni per mantenere le promesse fatte con l’Accordo di Parigi, e ogni volta sono finite fuori bersaglio. […] Servono tagli alle emissioni senza precedenti, in una finestra di tempo sempre più stretta e in un contesto geopolitico sempre più difficile».

Un futuro a rischio se non si tagliano subito le emissioni

Il rapporto avverte che la temperatura media globale pluridecennale supererà 1,5°C, almeno temporaneamente. «Gli scienziati ci dicono che un superamento temporaneo di 1,5 gradi è ormai inevitabile – a partire, al più tardi, dai primi anni ’30», ha dichiarato il segretario generale dell’ONU António Guterres. «Ma questo non è un motivo per arrendersi. È un motivo per accelerare».

Per mantenere viva la possibilità di centrare l’obiettivo di 1,5°C entro la fine del secolo, i Paesi dovrebbero ridurre le emissioni del 40% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2019, secondo i percorsi compatibili con tale obiettivo. Al momento, però, siamo molto lontani: nel 2024 le emissioni globali sono cresciute del 2,3%, raggiungendo 57,7 miliardi di tonnellate di CO₂ equivalente.

Solo un terzo dei Paesi ha aggiornato i propri impegni

Al 30 settembre 2025, solo 60 Parti dell’Accordo di Parigi (circa un terzo del totale), che coprono il 63% delle emissioni globali, avevano presentato nuovi NDC con obiettivi di mitigazione al 2035. E anche tra i principali emettitori le ambizioni restano modeste: il G20, responsabile del 77% delle emissioni mondiali, non è sulla buona strada nemmeno per rispettare i propri impegni al 2030.
L’obiettivo dell’Unione europea è stato ufficializzato solo dopo la pubblicazione dell’analisi, e neppure da Bruxelles sono arrivati segnali incoraggianti: ne abbiamo parlato qui.

«Sappiamo cosa fare, ma serve volontà politica»

L’UNEP sottolinea che le soluzioni esistono già: «Dalla crescita rapida delle energie rinnovabili a basso costo alla riduzione delle emissioni di metano, sappiamo cosa bisogna fare», ha detto Andersen. Ma servono decisioni coraggiose e investimenti massicci.

Per ogni decimo di grado evitato si riducono i danni, le perdite economiche e gli impatti sulla salute, in particolare nei Paesi più vulnerabili. Limitare l’overshoot – lo sforamento temporaneo di 1,5°C – è cruciale anche per non dover ricorrere in futuro a costose e incerte tecniche di rimozione della CO₂.

L’Emissions Gap Report 2025 lancia un messaggio chiaro alla vigilia della COP30: il divario tra parole e azioni resta enorme. Per rispettare l’Accordo di Parigi servono tagli immediati e profondi alle emissioni globali, ben oltre gli attuali impegni nazionali.

 


NOTE: questo articolo è stato generato con il supporto dell’intelligenza artificiale.

Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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