La Terra si riscalderà più di quanto previsto
Le ultime simulazioni dei modelli mostrano uno scenario peggiore di quanto immaginato
La comunità scientifica internazionale che si occupa di clima è impegnata in questi mesi in un intenso lavoro, il cui obiettivo è elaborare nuove simulazioni del clima futuro del nostro Pianeta. Le conclusioni di questi studi contribuiranno in larga misura alla stesura del sesto rapporto di valutazione dell’IPCC (The Intergovernmental Panel on Climate Change: gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici), la cui pubblicazione è prevista per il 2021.
I modelli climatici attualmente in uso sono stati revisionati e perfezionati rispetto a quelli utilizzati per redigere l’ultimo rapporto dell’IPCC. Sono più affidabili ed hanno anche una migliore capacità di descrivere il clima a livello regionale.
I primi risultati
Ci sono però già le prime indiscrezioni. Gli scienziati francesi coinvolti in questo lavoro sono stati i primi a rivelare le linee principali dei loro risultati.
I nuovi modelli francesi, ma anche altri modelli stranieri già disponibili, prevedono entro il 2100 un riscaldamento globale più forte di quanto previsto dalle precedenti simulazioni. Secondo lo scenario più pessimista, basato su una rapida crescita economica alimentata dai combustibili fossili, il nostro Pianeta potrebbe riscaldarsi di 6-7 °C rispetto all’era pre-industriale. Si tratta di un riscaldamento di più di 1 °C rispetto alle precedenti stime. Nell’ultimo rapporto IPCC del 2014, si parlava nella peggiore delle ipotesi di +4,8 °C.
Tutti i modelli considerati concordano nel prevedere un aumento della temperatura media del globo, almeno fino al 2040. Oltre questo limite temporale, la variazione della temperatura varia notevolmente a seconda dello scenario di emissione di gas serra adottato. La temperatura media del pianeta alla fine del secolo dipende fortemente dalle politiche climatiche messe in atto ora e nel corso del 21° secolo.
Un solo scenario socio-economico, caratterizzato da una forte cooperazione internazionale, che dia priorità allo sviluppo sostenibile, consentirebbe di rimanere sotto l’obiettivo di 2 °C di riscaldamento stabilito dall’accordo di Parigi.
Mitigazione necessaria
Il raggiungimento di tale obiettivo richiede però un notevole sforzo di mitigazione: immediata riduzione delle emissioni di CO2 fino al raggiungimento dell’obiettivo di zero emissioni nette nel 2060 e un assorbimento di CO2 atmosferico di circa 10-15 miliardi di tonnellate all’anno nel 2100.
I modelli utilizzati confermano che l’intensità e la frequenza delle ondate di calore sono aumentate negli ultimi decenni e che questa tendenza continuerà per almeno i prossimi 20-30 anni, qualunque sia lo scenario adottato. L’estate del 2003 caratterizzata da un’ondata di caldo estremo potrebbe essere un’estate normale nel 2050, secondo scenari intermedi o pessimistici.
Lo sappiamo, il ghiaccio del Polo Nord di anno in anno si sta riducendo rapidamente. Alla fine del secolo, la banchisa artica probabilmente scomparirà completamente alla fine dell’estate. Lo scenario più pessimista la vede scomparire quasi completamente già a inizio primavera se non addirittura alla fine dell’inverno.
Il lavoro svolto dal team francese ha mobilitato un centinaio di scienziati di varie discipline (climatologi, oceanografi, glaciologi, specialisti in atmosfera, vegetazione e suoli, esperti in informatica intensiva) e ha richiesto notevoli risorse informatiche con 500 milioni di ore di calcolo grazie all’ausilio di super-computer.