Territorio

Fauna selvatica e lockdown: osservare, comprendere e condividere (e fare attenzione alle fake news!)

Gli animali durante il lockdown stanno realmente cambiando abitudini?

Il lockdown in corso, causato dall’emergenza sanitaria Coronavirus COVID-19, ha costretto l’intero paese a restare in casa, riducendo massicciamente gli spostamenti della maggior parte delle persone. Questa assenza forzata dell’uomo ha permesso agli animali di muoversi e spostarsi “indisturbatamente” in paesi e città.

Come reagiscono gli animali all’assenza dell’uomo

Se fino a pochi giorni fa poter ammirare un branco di cervi o di lupi era un avvenimento piuttosto raro ed erano necessarie ore di appostamento, in questi giorni è possibile assistere al passaggio degli animali selvatici semplicemente affacciandosi alla finestra del proprio salotto di casa. In tutto il mondo gli animali stanno “momentaneamente approfittando” dell’assenza dell’uomo per spingersi all’interno di paesi e città. Non è la prima volta che succede nel corso della storia moderna, situazione analoga si è verificata dopo il secondo dopo guerra in Italia quando, con l’abbandono delle montagne da parte dell’uomo, gli animali selvatici ebbero l’occasione di riappropriarsi delle zone lasciate libere dall’uomo. La paura da parte degli animali nei confronti degli esseri umani è sempre presente e, a meno che non vi sia una componente attrattiva in gioco, gli animali sono soliti fare dietro front al primo accenno di ricomparsa dell’uomo, rifugiandosi in aree meno frequentate.

Sono molte le notizie degli ultimi anni riportanti casi di cervi, cinghiali, lupi ed altri animali solitamente confinati in boschi e parchi naturali che si avvicinano ad abitazioni, circolano nei centri di paesini più o meno isolati o che vengono avvistati su strade urbane in città. Nella quasi totalità di questi casi è presente una componente attrattiva, spesso di origine alimentare, che spinge gli animali ad avvicinarsi all’uomo nonostante la paura. La scorretta gestione dei rifiuti alimentari o l’azione volontaria dell’uso di esche attrattive per indurre gli animali ad avvicinarsi per poter essere ammirati e/o fotografati sono purtroppo realtà conosciute nel nostro paese. 

Numerosi studi condotti da ecologi ed etologi hanno dimostrato che la maggior parte della fauna ha adattato i propri ritmi di attività in funzione di quelli umani, imparando cioè ad essere maggiormente attiva quando l’uomo non è presente, riducendo così il rischio d’incontro. Cervo, capriolo e camoscio ad esempio, anche per minimizzare la possibilità di incontro con l’uomo, sono attivi principalmente la mattina presto e nel tardo pomeriggio. Animali più elusivi, come il lupo, sono attivi invece principalmente nella fascia notturna della giornata, da dopo il tramonto all’alba, mostrando un adattamento sia ai ritmi di attività umana sia a quelli delle specie preda. 

Attualmente questi ritmi non sono cambiati! É possibile avvistare caprioli, cervi e cinghiali nei paesi ed in alcune città in quanto la fonte di disturbo antropica è momentaneamente diminuita. Senza persone per le strade e con l’inquinamento acustico al minimo, siamo spettatori di una temporanea “riconquista del territorio” da parte della fauna locale.

Avvistamenti e sorprese non solo in Italia

In tutto il mondo la situazione è simile e le “incursioni” da parte della fauna nelle località cittadine viene documentata da quotidiani nazionali e non. La Repubblica, riporta la presenza di macachi e pavoni all’interno delle città, in particolare in India, a New Dehli: la situazione viene descritta come “un’invasione neanche troppo silenziosa”. In Giappone, riporta RaiNews, per le strade di Nara è possibile assistere a branchi di cervi che circolano per le strade cittadine in cerca dei soliti bocconcini forniti dai turisti abitualmente, venuti a mancare con il lockdown. Situazione analoga in Galles, dove piccoli gruppi di capre sono stati avvistati aggirarsi vicino a case e negozi lasciati liberi.

In Italia, i protagonisti di questi giorni, sono invece cinghiali, cervi, caprioli, volpi e lupi; numerosi sono i video e le notizie che circolano in rete su queste specie. Cinghiali che si riprendono la collina di Torino, caprioli che scorrazzano sulle statali in pieno giorno, o che si soffermano sonnecchianti al mattino a mangiare i germogli delle viti nell’Alessandrino. Lupi che attaccano i cervi nel mezzo dei paesi, in Val Susa e nel Cuneese.

Dietro al tam tam social di foto e video di animali in città si nascondono alcune fake news

Oltre alle notizie riportate da varie testate online, Twitter, Instagram e Facebook contano decine (se non centinaia) tra tweet e post, di notizie di questo genere. Cigni e delfini tornati nelle acque dei canali di Venezia, elefanti che vagano in un villaggio della provincia di Yunnan in Cina, ubriacandosi con il vino di mais e addormentandosi poi in una piantagione di tè. Lepri che rifanno la loro comparsa in alcuni parchi della Città Metropolitana di Milano.

Come spesso accade, in un fiume in piena di notizie, si nasconde anche qualche fake news. La questione è stata portata alla luce anche dal National Geographic, che seppur denota positivamente la messa in primo piano della nostra fauna, mette in guardia dalle bufale che vi si possono facilmente associare. Iniziando dal territorio nostrano, cigni e delfini sono ospiti abituali dei canali lagunari, così come i caprioli che si nutrono dei germogli nelle viti dell’Alessandrino. Le mini lepri, più che le lepri, nei parchi milanesi non sono una novità arrivata con le misure di lockdown, così come i cervi e caprioli che si addentrano tra le vie dei paesi collinari e montani; anche l’avvistamento di elefanti ubriachi nella provincia di Yunnan è stato subito smentito da un comunicato cinese.

È un bene quest’attenzione e questa condivisione di notizie che aumentano l’attenzione sugli animali, ma al contempo sarebbe opportuno farlo senza far apparire fatti ordinari come straordinari.

Osservare, comprendere e condividere

Per gli amanti degli animali e non solo, in questi giorni, tra i vari gruppi di avvistamenti faunistici sono nate diverse iniziative -online, specie su Facebook- per alleggerire la quarantena. I gruppi di birdwatching hanno favorito “gare” di avvistamento ed identificazione dell’avifauna dal balcone o dalla finestra di casa. Gruppi di identificazione di tracce e segni di presenza della fauna sono molto attivi in questi giorni e numerosi esperti del settore hanno più tempo a disposizione per rispondere alle richieste di identificazione e alle curiosità degli utenti più inesperti. Per i più fortunati, che vivono al di fuori dei contesti metropolitani, dove la densità di specie animali è maggiore, è possibile sfruttare questa quarantena per dei momenti didattici di osservazione e confronto in famiglia: è possibile mostrare ai più piccoli scene di vita quotidiana degli animali che altrimenti difficilmente potrebbero vedere e, tutto questo comodamente da casa.

Alla fine del lockdown cosa succederà? 

Se da una parte questo può essere un momento piacevole per osservare comodamente la natura che ci circonda, molte persone sono intimorite dalla presenza di animali selvatici che si spostano liberamente nel proprio giardino o per le vie del paese. Questi animali però, non rappresentano un pericolo per le persone durante le uscite. La paura nei confronti dell’uomo è infatti ancora ben impressa negli animali, che fuggiranno al primo accenno di pericolo. Durante le uscite a passeggio con i cani è opportuno tenere i propri animali domestici al guinzaglio, evitando che possano interagire con gli animali selvatici. Sebbene gli animali selvatici temano l’uomo, potrebbero percepire in modo diverso un cane che li rincorre spaventandoli. Se la fuga non bastasse e il cane lasciato libero continuasse l’inseguimento, l’animale selvatico, spaventato, potrebbe reagire instaurando una situazione di pericolo per i nostri animali domestici.

Questa quarantena, seppur in corso ormai dall’inizio di marzo 2020 e con misure di lockdown molto stringenti – decreto “Io resto a casa”- , non durerà in eterno,  si sta già discutendo della riapertura di alcuni settori nei giorni a venire. Queste riaperture, a meno di nuovi aumenti dei casi di contagio, saranno progressive sino alla riapertura totale e la fine della quarantena. Quando questo avverrà e le persone potranno circolare nuovamente senza limitazioni, gli animali che circolano liberi e i frequenti avvistamenti saranno solo un ricordo, questo perchè, intimoriti dalla presenza dell’uomo, gli animali selvatici faranno ritorno all’interno di boschi ed aree naturali; tutto tornerà, purtroppo o per fortuna a seconda dei punti di vista, alla normalità, anche se  per molti sarà una normalità con più consapevolezza della fauna che ci circonda.

Claudio Delfoco

Claudio Delfoco è laureato in Scienze della Natura e si occupa di monitoraggio e conservazione della fauna, in particolar modo di canidi selvatici. Ha monitorato e studiato un branco di lupi in provincia di Savona (2014 - 2016) e più branchi di sciacallo dorato in Friuli Venezia Giulia (2017 - 2019). Dal 2015 partecipa a periodici censimenti e monitoraggi di lupo, lepre europea, capriolo e cervo in collaborazione con l’Università degli Studi di Pavia e, da ottobre 2019 ad oggi, collabora con Kosmos, museo di Scienze Naturali di Pavia.

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