Case fresche senza aria condizionata: i trucchi dell’architettura passiva
Quando l’estate porta con sé giornate roventi e l’uso dell’aria condizionata sembra l’unica salvezza, ci si trova spesso davanti a una scelta difficile: sopportare il caldo o accettare bollette salate ed un maggior impatto sull’ambiente. Eppure esiste un’alternativa intelligente, sostenibile e sorprendentemente efficace ovvero l’architettura passiva.
Questa filosofia costruttiva si basa su un principio semplice ma potente: usare le risorse naturali (come il sole, il vento, l’ombra o i materiali) per mantenere gli ambienti interni freschi, senza dover ricorrere a sistemi meccanici. È un approccio che può essere adottato sia nelle nuove costruzioni che nelle ristrutturazioni, e che diventa sempre più prezioso ora che le ondate di calore sono più frequenti e durature.
Non è solo una questione di ecologia, ma anche di risparmio. Secondo il report dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, entro il 2050 i condizionatori d’aria potrebbero diventare la seconda fonte di consumo elettrico nelle
abitazioni, subito dopo i frigoriferi.
L’architettura passiva, invece, punta a ridurre al minimo, se non a eliminare del tutto, la necessità di aria condizionata. Tutto parte dalla progettazione: ad esempio, orientare correttamente le finestre, privilegiando quelle a nord ed est, aiuta a far entrare luce naturale senza scaldare troppo l’ambiente. Quelle rivolte a sud-ovest, più esposte al sole nelle ore più calde, possono essere protette con tende, tettoie o piante che in estate
fanno ombra e in inverno lasciano passare il sole.
Anche l’isolamento gioca un ruolo fondamentale: pareti, tetti e pavimenti ben isolati non servono solo a trattenere il calore in inverno, ma anche a evitare che entri in estate. Inoltre ogni piccolo spiffero, se non bloccato, compromette l’efficacia dell’edificio. Un altro alleato prezioso è la ventilazione naturale: far entrare l’aria fresca di notte e poi tenere tutto chiuso durante il giorno aiuta a mantenere le stanze più fresche. Se le finestre si
trovano su lati opposti della casa, si può creare un piacevole effetto corrente. In alcuni casi, sistemi come camini di ventilazione o torri del vento possono amplificare questo effetto.
I materiali scelti per costruire o ristrutturare fanno la differenza. Quelli con alta massa termica (come la pietra o il cemento) assorbono lentamente il calore durante il giorno e lo rilasciano la sera, quando l’aria è più fresca. Così si evitano sbalzi di temperatura e si mantiene un clima più stabile.
Anche l’aspetto esterno delle case conta. Tetti e pareti chiare riflettono la luce solare molto meglio di quelli scuri, e un tetto bianco può essere anche 20 gradi più fresco rispetto a uno nero. Se poi si scelgono tetti verdi, cioè coperti da vegetazione, si ottiene un doppio vantaggio: isolamento naturale e miglioramento del microclima attorno alla casa. Ombre e vegetazione possono aiutare tantissimo: le tende da sole, i frangisole, i pergolati o le piante rampicanti su graticci sono soluzioni semplici ed efficaci per tenere il sole a
badanelle ore più calde.
Infine, anche le abitudini quotidiane fanno la loro parte. Gli elettrodomestici che generano calore, come forni, ferri da stiro, asciugatrici o le luci alogene, andrebbero usati con parsimonia nelle ore calde, o sostituiti con alternative a basso consumo, come le luci LED.
Secondo il Passive House Institute, una casa progettata in questo modo può ridurre il consumo di energia per il raffrescamento fino al 90% rispetto a una casa tradizionale. Questo significa forte risparmio in bolletta, maggiore comfort e minor impatto ambientale.
In più, chi sceglie di migliorare l’efficienza della propria abitazione può approfittare di incentivi statali come l’Ecobonus, che prevede detrazioni fino al 65% per interventi come l’isolamento o l’installazione di schermature solari. L’architettura passiva, oggi più che mai, è una realtà concreta: una scelta intelligente, sostenibile e alla portata di tutti.
Redatto da Martina Hamdy