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COP25: cosa ci si aspetta dalla conferenza sul clima

È iniziata la COP25: 50 capi di stato e delegazioni di 196 Paesi a Madrid per decidere come affrontare i Cambiamenti Climatici

Ieri ha avuto inizio la COP25, la conferenza delle parti della Convenzione Onu sui Cambiamenti climatici. Delegazioni provenienti da 196 Paesi e 50 capi di Stato sono riuniti nella capitale spagnola per parlare del clima e di quello che bisogna fare per affrontare l’emergenza rispettando gli Accordi di Parigi.

VIDEO – COP25 al via, la cerimonia di apertura e i primi passi del vertice

«La COP25 riflette una nuova era per l’ambizione climatica», ha detto Patricia Espinosa, segretario dell’UNFCCC, aprendo un vertice importantissimo in vista di una scadenza che sarà determinante. Entro il 2020, infatti, gli Stati che hanno firmato gli Accordi di Parigi dovranno presentare i propri NCDs, ossia i Contributi definiti a livello nazionale: si tratta delle iniziative che i Paesi intendono mettere in atto per ridurre le emissioni climalteranti e limitare l’innalzamento della temperatura media globale tra 1,5 e 2 gradi oltre la media dell’era preindustriale. L’Accordo di Parigi diventerà dunque del tutto operativo con la COP26, in programma per l’anno prossimo a Glasgow.

Il 2020 si profila come un anno importante nel contrasto dei cambiamenti climatici anche a livello europeo: la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha infatti annunciato a Madrid che a marzo verrà pubblicata «una proposta per una legge di transizione irreversibile verso la neutralità climatica». Non sarà indolore, ha avvertito von der Leyen, perché nei prossimi dieci anni occorrerà un trilione di euro, «ma ci costerà di più se non agiremo ora». Fra pochi giorni, inoltre, è attesa anche la pubblicazione del Green new deal europeo, il nuovo piano ambientale, annunciato sempre a Madrid dalla presidente von der Leyen.

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Foto ANSA

Le aspettative per la COP25 sono alte, insomma, e i temi da trattare hanno una grandissima importanza: ci aiutano a fare chiarezza a riguardo i volontari di Italian Climate Network, che sono andati a Madrid per seguire i negoziati. Ci si aspetta un intenso lavoro per garantire che entro il 2020 ogni stato presenti i propri NDCs potenziati e nei termini prestabiliti, e per finalizzare le regole volte a uniformare tali contributi. Oltre agli obiettivi, da definire sono anche le tempistiche per il loro raggiungimento e le regole per implementare l’articolo 6 degli Accordi di Parigi, che prevede la possibilità di scambi di «crediti di carbonio» tra stati o imprese, spiega Italian Climate Network, un meccanismo volto a facilitare il raggiungimento degli obiettivi stabiliti dai Paesi firmatari.

Lo scopo è quello di stimolare la transizione verso fonti di energia rinnovabili e metodi di produzione sostenibili, riducendone i costi. Alla COP25, sottolinea Italian Climate Network, dovranno essere stabilite regole che consentano l’avvio di tali strumenti in tempo utile, che prevengano il rischio di finanziare progetti lesivi dei diritti umani o dell’integrità ambientale e che limitino le problematiche legate ai meccanismi previsti dagli accordi, come nel caso del doppio conteggio (ossia l’assegnazione ripetuta dello stesso credito corrispondente a una riduzione delle emissioni, per esempio al Paese che acquista il credito e a quello che lo riceve).

Un altro tema da discutere sarà quello della scrittura di regole volte a contabilizzare le riduzioni relative agli scambi di crediti di carbonio ai fini del raggiungimento di NDCs, che al momento sono diversi tra loro nelle modalità e nelle tempistiche. Nel finalizzare il nuovo meccanismo, gli stati dovranno anche trovare accordi sulla possibilità di trasferimento di crediti dal precedente Clean Development Mechanism al nuovo Sustainable Development Mechanism.

Anche i meccanismi previsti dal Protocollo di Kyoto in materia di protezione ambientale e diritti presentano alcune criticità che sarà importante superare con nuove regole da definire ai tavoli della COP25. Qui saranno presenti anche altri temi, come la revisione del Meccanismo di Varsavia sul Loss and Damage che mira a fornire un supporto finanziario nei casi in cui si verifichino danni provocati dai cambiamenti climatici. Sarà importante anche affrontare il tema spinoso della Finanza Climatica: entro il 2020 bisognerà garantire 100 miliardi di euro all’anno per finanziare le attività di mitigazione e adattamento dei Paesi in via di Sviluppo.

 

Valeria Capettini

Laurea triennale in Lettere e magistrale in Comunicazione, dal 2021 sono iscritta all'Ordine dei Giornalisti della Lombardia. Nel 2016 sono entrata a far parte della squadra di Meteo Expert: un'esperienza che mi ha insegnato tanto e mi ha permesso di avvicinarmi al mondo della climatologia lavorando fianco a fianco con alcuni dei maggiori esperti italiani in questo settore. La crisi climatica avanza, con conseguenze estremamente gravi sull’economia, sui diritti e sulla vita stessa delle persone. Un'informazione corretta, approfondita e affidabile è più che mai necessaria.

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