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Islanda e Groenlandia, temperature record a maggio: scioglimento dei ghiacci e timori per le correnti oceaniche

A maggio, una storica ondata di calore ha colpito Islanda e Groenlandia, con valori oltre 3°C sopra la norma. Queste anomalie hanno accelerato lo scioglimento dei ghiacci, sollevando preoccupazioni per le correnti oceaniche e l’innalzamento del livello del mare.

Nel mese di maggio 2025, Islanda e Groenlandia sono state protagoniste di una ondata di calore artica senza precedenti. Le temperature hanno superato di circa 3°C la media stagionale, segnando un nuovo record storico per queste regioni tradizionalmente fredde. In Islanda, la stazione di Egilsstaðir ha registrato 26,6°C, mentre a Ittoqqortoormiit, sulla costa orientale della Groenlandia, si sono raggiunti 14,3°C rispetto a una media storica di appena 0,8°C. Questi dati confermano come il riscaldamento globale stia rapidamente modificando anche le aree più fredde del pianeta.

Temperature estreme e scioglimento accelerato dei ghiacci

L’anomalia termica registrata a maggio ha avuto effetti drammatici sul scioglimento della calotta glaciale groenlandese. Secondo i dati scientifici, la velocità di fusione dei ghiacci è stata 17 volte superiore alla media del periodo, un segnale allarmante per l’equilibrio climatico globale. L’84% delle stazioni meteorologiche islandesi ha segnalato valori record, mentre nella Groenlandia orientale la temperatura giornaliera più alta è risultata 3,9°C oltre i livelli preindustriali. Questi eventi, che statisticamente si verificano una volta ogni 100 anni, stanno diventando sempre più frequenti a causa della crisi climatica.

Implicazioni per correnti oceaniche e livello del mare

L’aumento delle temperature artiche e la perdita accelerata dei ghiacci alimentano le preoccupazioni per la stabilità delle correnti oceaniche, in particolare la circolazione termoalina che regola il clima dell’emisfero nord. Il rapido scioglimento dei ghiacci contribuisce inoltre all’innalzamento del livello del mare, con potenziali ripercussioni sulle zone costiere di tutto il mondo. Gli scienziati sottolineano come questi fenomeni siano legati all’effetto serra e all’aumento delle emissioni di gas serra, rendendo urgente una maggiore attenzione alle dinamiche climatiche delle regioni polari.

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