Crisi Coronavirus, le proposte di Legambiente per una ripresa green
Semplificazione, sblocco delle risorse, rilancio dell'economia: le proposte di Legambiente per uscire dalla crisi in cui ci ha scagliati il Coronavirus
Il dramma del Coronavirus ci sta scagliando in una crisi economica che si profila di portata storica e secondo il Financial Times sarà la più grave dai tempi della Grande Repressione del 1929. Una preoccupazione condivisa dalla direttrice del Fondo Monetario Internazionale, Kristalina Georgieva, secondo cui quella provocata dal Coronavirus sarà «peggio della crisi finanziaria» del 2008.
Se quella del Coronavirus è certamente una tragedia senza precedenti sotto una molteplicità di aspetti, la crisi rappresenta anche una drammatica occasione da non sprecare. Lo evidenzia Legambiente, che ha lanciato un pacchetto di 33 proposte e lo ha sottoposto al governo.
L’economia circolare può diventare il motore del rilancio dei territori
Legambiente
Le proposte lanciate da Legambiente, condivise da imprese e associazioni del terzo settore, riguardano tre campi di intervento: la semplificazione delle procedure, gli interventi per rilanciare l’economia con fondi europei e lo sblocco di risorse e provvedimenti ministeriali che attualmente sono in stallo.
«La Fase 2 è un’occasione che l’Italia non deve sprecare – sottolinea l’Ong -. Si può rilanciare l’economia e aiutare famiglie e imprese puntando su semplificazioni e interventi rapidi».
Innegabili i vantaggi economici di politiche che, per uscire dalla crisi provocata dal Coronavirus, puntino sulla sostenibilità. «L’economia circolare può diventare il motore del rilancio dei territori – evidenzia Legambiente -: a livello europeo viene stimato al 2030 un beneficio economico dall’adozione di una maggiore spinta in questa direzione pari a 1.800 miliardi di euro annui, favorendo una crescita del Pil fino al 7%». Progettazione di qualità e veri controlli ambientali, prosegue l’Ong, permetterebbero inoltre di «cancellare le tante procedure di infrazione europee aperte contro il nostro Paese (in questo momento sono 19 quelle ambientali) che ci hanno costretto in questi anni a pagare oltre 500 milioni di euro di multe per inquinamento e ritardi che, oltretutto, scontano i cittadini».
Tra le parole d’ordine, anche la semplificazione. Secondo Edoardo Zanchini, vicepresidente nazionale di Legambiente, «l’Italia ha quanto mai bisogno di semplificare procedure troppo complesse e poco trasparenti». Tra gli interventi più urgenti da sbloccare, l’Ong evidenzia l’importanza ci «portare in tutti i Comuni la banda larga e le ricariche delle auto elettriche, di avere scuole sicure e case dove si riducono le bollette energetiche, di sbloccare gli impianti da rinnovabili, di togliere le barriere non tecnologiche che oggi rallentano l’economia circolare, le bonifiche dei siti inquinati e la rigenerazione urbana».
Si tratta di interventi che possono partire nel giro di pochi mesi e, come sottolinea Legambiente, «produrre risultati immediati e a supporto di coloro che più stanno soffrendo l’impatto della crisi».
Per uscire dalla crisi generata dal Coronavirus, sarà importante «mettere al centro il ruolo dei Comuni», afferma Legambiente. Occorre aprire cantieri in ogni parte d’Italia «offrendo supporto nella progettazione e nella gestione degli appalti per rendere possibili interventi che sono di interesse generale, che producono vantaggi immediati per le persone (come l’acquisto di metro e tram, la realizzazione di piste ciclabili e corsie preferenziali, gli interventi di messa in sicurezza del territorio e di piantumazione di alberi, l’implementazione della rete fognaria, il recupero degli edifici di edilizia popolare) e l’ambiente, riducendo le disuguaglianze e affrontando anche il tema sempre più rilevante della povertà energetica».