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Clima Italia, nonostante il maltempo estremo a ottobre è arrivata meno pioggia del normale

Dopo mesi eccezionalmente caldi, in ottobre il clima è stato un po' più fresco della media

Dopo quattro mesi che hanno visto un clima decisamente più caldo della norma, in Italia il mese di ottobre si è chiuso con uno scarto lievemente negativo (-0.5°C) allineandosi, così, ai freschi mesi primaverili. La distribuzione dell’anomalia è stata più o meno uniforme sul territorio, eccetto al Nord-Ovest dove, fra alti e bassi, si è avuto un pareggio con un valore finale sostanzialmente nella media.

L’andamento termico nel corso del mese è stato caratterizzato da due brevi fasi miti all’inizio della prima e della terza decade, una lunga fase sotto la media durante la seconda e la terza settimana e una parte finale oscillante intorno alla media.
Nel complesso, hanno avuto la meglio le correnti relativamente fredde della parte centrale del mese, favorite anche dalla scarsa presenza di strutture anticicloniche che, invece, hanno più spesso preferito posizionarsi lungo la fascia centrale del continente.

Clima Italia, finora il 2021 è stato più caldo della media di 0,6°C

Il dato di ottobre contribuisce ad abbassare leggermente l’anomalia da inizio anno che, scendendo a +0.6°C, determina la temporanea uscita del 2021 dalla “top ten” degli anni più caldi. Anche l’anomalia dei primi due mesi autunnali si assesta a +0.6°C, e questo grazie soprattutto al notevole scarto positivo di settembre. I dati che emergono dalle elaborazioni delle precipitazioni risultano un po’ più interessanti.

Clima fresco ed episodi di maltempo estremo, ma nel complesso è arrivata meno pioggia del normale sull’Italia

Sull’insieme del territorio italiano emerge uno scarto mensile leggermente negativo, pari a -5%, determinato dal mix fra la carenza media di piogge al Centro-Nord (-26% al Nord-Ovest, -53% al Nord-Est, -34% al Centro) e l’abbondanza al Sud (+25%) e sulle Isole (+187% in Sicilia, +58% in Sardegna). Il valore negativo al Nord-Ovest, tuttavia, maschera alcuni eventi estremi capitati in seguito al transito di una intensa perturbazione all’inizio del mese. In particolare, fra il giorno 3 e il 4, la Liguria centrale è stata interessata da piogge abbondanti e continue, anche sotto forma di temporali rigeneranti, che hanno dato luogo ad accumuli record.

Nello specifico, il giorno 3 a Genova (aeroporto) si sono accumulati 183 mm in 24 ore, che rappresentano uno dei valori più elevati dalla fine degli anni ’50 per questa stazione meteo. Il giorno successivo, l’arrivo della parte più attiva della perturbazione ha incrementato ulteriormente l’intensità delle precipitazioni concentrandole soprattutto fra la parte occidentale della provincia di Genova e la provincia di Savona; proprio in queste 24 ore sono stati osservati i valori più estremi come i 178.2 mm in un’ora e i 377.8 mm in 3 ore (nuovo record regionale sulle 3 ore) a Urbe (SV), i 496 mm in 6 ore (nuovo record nazionale sulle 6 ore) a Montenotte Inferiore (SV), i 740.6 mm in 12 ore (nuovo record nazionale sulle 12 ore) e gli 883.8 mm in 24 ore (molto vicino al record nazionale di 948.4 mm a Bolzaneto nell’ottobre 1970) a Rossiglione (GE).

Sono tutti valori che fanno concorrenza ai record mondiali di accumulo di pioggia (escluse le zone interessate dalle piogge equatoriali e monsoniche), come evidenziato in un’analisi dell’Università di Genova che, attraverso un grafico, mette a confronto questi dati: ad esempio i 496 mm in 6 ore a Montenotte Inferiore rappresentano il 59% del valore massimo osservato, mentre i 377.8 mm in 3 ore a Urbe rappresentano il 65% del valore più elevato mai registrato. Questi eventi fanno parte dell’unica fase piovosa rilevante del mese al Nord, verificatasi fra il giorno 3 e il 6.

Un altro evento di grossa portata ha interessato le regioni meridionali dove, invece, nel corso del mese i giorni di pioggia significativi sono stati più numerosi rispetto alle regioni settentrionali. In particolare fra il giorno 24 e il 30 un’altra intensa perturbazione alimentata dalle calde correnti subtropicali ha preso forma sul Mediterraneo centrale accompagnata da un vortice di bassa pressione che, fra il 28 e il 29, si è anche trasformato in un TLC (Tropical Like Cyclone = ciclone dalle caratteristiche tropicali) sullo Ionio meridionale.

Immagine satellitare del TLC che si è formato sul Mar Ionio meridionale fra il 28 e il 29 ottobre 2021 (fonte EUMETSAT)

Precipitazioni molto intense e continue, accompagnate da venti burrascosi, hanno interessato prevalentemente la Sicilia e la Calabria fra il 24 e il 26, poi in un secondo momento fra il 29 e il 30 quando il TLC, dopo la sua formazione al largo delle coste ioniche, si è diretto verso le due regioni andando gradualmente a indebolirsi dal giorno 30.
La zona maggiormente colpita da frane, esondazioni, allagamenti, danni e anche vittime è stata la parte ionica della Sicilia particolarmente esposta alla convergenza delle correnti caldo-umide. A conti fatti, per la Sicilia si è trattato del mese di ottobre più piovoso dalla fine degli anni ’50, mentre i 398 mm rilevati nel corso del mese a Catania (più di 7 volte il valore medio, per un totale di 16 giorni piovosi) rappresentano il nuovo record di precipitazione mensile per la città.
Anche la pioggia accumulata in 24 ore il giorno 25 sempre a Catania, pari a 119 mm, pur non essendo un record, va a posizionarsi fra i valori più elevati della serie storica. Considerando nel loro insieme il Sud e le Isole ne scaturisce un’anomalia pari a +71%, il 4° valore più elevato della corrispondente serie storica.

Tornando al livello nazionale, il bilancio pluviometrico da inizio anno e quello parziale della stagione autunnale restano negativi: il primo è stato solo leggermente scalfito scendendo da -12% del mese scorso a -11%, mentre il secondo si è assestato a -20%. In entrambi i casi la maggior incidenza è stata determinata soprattutto dalla carenza di precipitazioni sulle regioni centro-settentrionali.

Ottobre, i dati nel mondo

A livello globale questo ottobre, secondo le elaborazioni del Copernicus Climate Change Service, si chiude con un’anomalia di +0.42°C rispetto alla media del trentennio 1991-2020, che lo porta al 3° posto fra i più caldi della serie storica, solo lievemente meno caldo di quelli del 2015 e del 2019.

Fra le varie zone del globo spiccano per le ampie anomalie positive i settori nord di Canada e Russia e l’Antartide orientale; in particolare nel Canada settentrionale gli scarti sono arrivati fino a 7°C sopra la media. Fra le zone sotto la media, invece, si notano l’estremo est della Russia, i settori meridionali di Africa e Australia, l’Antartide occidentale, la fascia fra l’Asia centrale e l’Europa meridionale e di nuovo il Pacifico equatoriale dove sussiste la probabilità che tornino le condizioni di Niña.

Un’altra interessante elaborazione è data dal confronto fra la media globale su intervalli di 12 mesi e la media del periodo 1850-1900 che rappresenta il livello di riferimento dell’epoca pre-industriale; questo dato è utile per capire a che punto è arrivato il riscaldamento globale rispetto al periodo che precede l’avvio dello sfruttamento massiccio dei combustibili fossili.
In questo caso i 12 mesi che terminano con ottobre 2021 evidenziano un’anomalia compresa fra 1.1°C e 1.2°C sopra il livello del periodo 1850-1900. Per quel che riguarda l’Europa, il risultato delle elaborazioni è un valore molto vicino alla media (solo +0.11°C di anomalia), quindi non particolarmente rilevante, determinato dalla combinazione fra le temperature ben oltre la norma dei Paesi settentrionali e della Penisola Iberica occidentale e i valori sotto la media del resto del continente compresa l’Italia.

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Simone Abelli

È meteorologo presso Meteo Expert dal 1999. Nel 1995 consegue la laurea a pieni voti in Fisica con una tesi sull’analisi statistica delle situazioni meteorologiche legate agli eventi alluvionali che hanno interessato l’Italia. Dal 1996 al 1998 svolge attività di ricerca nell’ambito del progetto europeo MEDALUS sul problema della desertificazione nel Mediterraneo. Dal 2008 al 2015, diviene uno dei meteorologi di riferimento delle reti televisive Mediaset. Principali pubblicazioni: “Il clima dell’Italia nell’ultimo ventennio” e “Manuale di meteorologia”.

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