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Mille anni di storia del clima e dell’ambiente svelati dai ghiacci dell’Adamello: il progetto ClimADA

Entra nel vivo la fase 2 di ClimADA, il progetto di Fondazione Lombardia per l’Ambiente per studiare i cambiamenti climatici e ambientali sulle Alpi

Il ghiacciaio dell’Adamello è il più potente archivio della storia climatica e ambientale delle Alpi italiane.

Con i suoi 270 metri di spessore, custodisce al suo interno la memoria della storia del clima, dell’ambiente  e della composizione atmosferica, conservata nel ghiaccio che, inglobando bolle d’aria, si accumula, strato dopo strato, nel corso dei secoli.

Per “aprire” questo archivio naturale e leggere le informazioni che contiene, nell’aprile del 2021 ha preso il via il progetto ClimADA, con il quale è stata estratta una carota di ghiaccio di 225 metri di lunghezza totale, che consentirà di ricostruire gli ultimi secoli della storia climatica e ambientale dell’area. Nel foro di perforazione sono stati successivamente impiantati quattro cavi in fibra ottica, che permetteranno di rivelare il profilo verticale della temperatura del ghiacciaio e i suoi movimenti: un sistema di monitoraggio mai applicato a un ghiacciaio alpino prima d’ora, che potrà fornire importanti informazioni per prevedere la futura evoluzione del ghiacciaio più grande e profondo delle Alpi.

Il ghiaccio estratto è conservato presso l’EuroCOLD Lab di Milano-Bicocca, uno dei più grandi e moderni laboratori “freddi” ad atmosfera controllata, nelle cui sale la temperatura è mantenuta a temperature anche di -50°C per simulare le condizioni presenti in alta montagna e nelle regioni polari.

La fase 2 del progetto ClimADA

ClimADA è un progetto di Fondazione Lombardia per l’Ambiente sostenuto da Fondazione Cariplo, e vede la partecipazione di numerosi partner pubblici e privati quali Regione Lombardia, Università degli Studi di Milano-Bicocca, Politecnico di Milano, Università di Brescia, Comunità Montana di Valle Camonica-Parco dell’Adamello, Edison e Bayer.

Completata la prima fase con l’estrazione della carota di ghiaccio e la posa delle fibre, il 27 aprile 2022, in occasione della spedizione sul Ghiacciaio per la verifica dello stato della sonda a fibra ottica, è iniziata ufficialmente la seconda fase del progetto, che prevede ora l’analisi dei dati raccolti.

La carota di ghiaccio per ricostruire mille anni di storia del clima e dell’ambiente

L’ analisi della carota di ghiaccio estratta dal Ghiacciaio dell’Adamello è fondamentale per ricostruire le condizioni climatiche ed ambientali che si sono succedute nel corso degli ultimi mille anni, e per fornire dati per gli scenari futuri nelle Alpi centrali.

Valter Maggi, responsabile dell’EuroCOLD Lab, in un comunicato annuncia che saranno campionate sezioni di ghiaccio destinate alle misure degli isotopi stabili, necessarie per ricostruire l’origine delle masse d’aria che provocano le precipitazioni nevose sull’Adamello. In parallelo saranno effettuati campionamenti per le misure delle polveri fini atmosferiche, dei pollini e dei macroresti vegetali, e per le misure dei black carbons di origine antropica. Sono previste anche datazioni di differente tipo (come radiocarbonio e Argon), necessarie per comprendere meglio la sequenza temporale degli eventi.

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La ricostruzione degli eventi climatici ed ambientali si concentrerà su quattro periodi specifici: il periodo industriale, la Prima Guerra Mondiale, combattuta in modo molto cruento sull’Adamello, la Piccola Età Glaciale, nel periodo pre-industriale, e il periodo intorno a 1.000 anni fa (gli ultimi 30 metri della carota).

Le fibre ottiche per misurare il movimento e la temperatura del ghiacciaio

L’inserimento dei quattro cavi in fibra ottica all’interno del foro di perforazione, progettato ed eseguito dal team del prof. Mario Martinelli del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano, ha permesso di monitorare l’evoluzione temporale del profilo termico e deformativo del ghiacciaio lungo la verticale fino alla profondità di 225 metri, con un elevato dettaglio spaziale.

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«Un sistema di monitoraggio di questo tipo – spiega Martinelli – non è mai stato applicato a un ghiacciaio alpino prima d’ora e potrà fornire anche in futuro preziosissime informazioni, che saranno utili a geologi e glaciologi per prevedere la futura evoluzione del più grande e profondo ghiacciaio d’Italia. Le misure del sensore a fibra ottica saranno successivamente integrate da dati satellitari, per seguire anche lo spostamento superficiale del ghiacciaio. L’integrazione di questi dati permetterà di stimare i parametri del modello termofluidodinamico messo a punto dal prof. Ranzi e dalla prof.ssa Grossi dell’Università di Brescia, e quindi di ottenere una descrizione più affidabile del ghiacciaio, simulandone il comportamento».

Il futuro del Ghiacciaio dell’Adamello

Sull’intera catena alpina, e non solo, il regresso glaciale in atto sta progressivamente distruggendo i ghiacciai, provocando l’estinzione di quelli più piccoli, molto sensibili anche ai cambiamenti ambientali minimi,  la frammentazione e  l’annerimento di quelli più grandi. Cosa ne sarà del ghiacciaio dell’Adamello?

«Dalle valutazioni preliminari condotte dal team dell’Università di Brescia – ricorda Roberto Ranzi, professore di Costruzioni idrauliche e di Monitoraggio e sistemazione dei bacini idrografici in questo ateneo –  era risultato che difficilmente il Ghiacciaio dell’Adamello sopravvivrà fino alla fine del secolo. Le misure effettuate nel progetto ClimADA potranno ridurre le incertezze delle nostre stime e gettare maggior luce sugli impatti del riscaldamento globale sulla criosfera e il regime dei deflussi nei bacini alpini glacializzati».

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Laura Bertolani

Laureata in Scienze Naturali, nel 1997 è entrata a far parte del team di meteorologi di Meteo Expert. Fino al 2012, all’attività operativa ha affiancato attività di ricerca, occupandosi dell’analisi della performance dei modelli di previsione. Attualmente si dedica a quest’ultima attività, ampliata implementando un metodo di valutazione dell’abilità dei modelli a prevedere dodici configurazioni della circolazione atmosferica sull’Italia, identificate per mezzo di una rete neurale artificiale.

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