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Verso una pace blu: al Festival dei Diritti Umani si parla anche di cambiamenti climatici e conflitti per l’acqua

Siamo stati all'appuntamento con il professore Daniele Bocchiola ed Emanuele Bompan, che hanno spiegato l'impatto dei cambiamenti climatici sulla disponibilità di acqua e il rischio di conflitti determinato da questa situazione

È stata inaugurata ieri a Milano la quarta edizione del Festival dei Diritti Umani e tra gli appuntamenti della prima giornata c’è stato anche “Verso una pace blu, cambiamenti climatici e conflitti per l’acqua“, un evento organizzato in collaborazione con i docenti delle Università a cui hanno partecipato il professore Daniele Bocchiola, del Politecnico di Milano, ed Emanuele Bompan, giornalista con cui recentemente abbiamo avuto il piacere di parlare in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua.

Festival dei diritti umani - acqua
Facebook/Festival dei Diritti Umani – Milano

Gli esperti hanno spiegato quanto sia già (tragicamente) evidente l’impatto dei cambiamenti climatici sulla disponibilità di acqua nei cinque continenti. La rapida fusione dei ghiacci orografici, che forniscono acqua al 40% della popolazione della Terra, sta portando all’esaurimento di preziose scorte idriche utilizzate per irrigare i campi, produrre energia e per gli usi potabili. Questa situazione genera una corsa all’acqua, all’oro blu, che può scatenare conflitti tra popolazioni e stati.

Il primo a prendere la parola è stato il professor Bocchiola, che insegna idrologia e ha spiegato che quella dei cambiamenti climatici è “una sfida epocale“, che influisce su tutte le sfere della vita sulla Terra che riguardano l’acqua, dalla desertificazione all’acidificazione degli oceani e alla produzione di cibo, che con l’aumento delle temperatura richiede quantità sempre maggiori di acqua con una resa sempre minore.
Tra i principali, gravissimi, effetti dei cambiamenti climatici c’è la fusione dei ghiacci, che provoca un innalzamento del livello marino che nei prossimi decenni potrebbe avere esiti tragici, cancellando enormi spazi nelle zone costiere. I cambiamenti climatici provocano anche un aumento della siccità, che ha come effetto una sempre più scarsa sicurezza alimentare. A sua volta, questo provoca le migrazioni climatiche costringendo migliaia di persone ad abbandonare il proprio Paese d’origine perché non c’è più cibo.

acqua
Daniele Bocchiola ed Emanuele Bompan

È poi intervenuto il giornalista Emanuele Bompan, che fa parte dell’Osservatorio Water Grabbing che documenta la corsa all’accaparramento delle risorse idriche.
Bompan ha mostrato la criticità della situazione spiegando che, mentre da una parte l’acqua disponibile continua a diminuire – per i cambiamenti climatici ma anche per l’inquinamento che rende inutilizzabile parte delle risorse idriche – dall’altra continua a crescere la domanda di acqua, perché la popolazione è in costante aumento, così come il consumo di acqua pro capite.
Il risultato è che scarsità di acqua e accaparramento alle risorse idriche stanno già provocando conflitti tra le popolazioni.

L’acqua può avere tre ruoli diversi nei conflitti: può essere l’obiettivo, quando gli scontri nascono per ottenere acqua; può essere una causalità, quando è all’origine del conflitto; può essere un’arma, quando viene usata per esercitare potere e sottomettere persone.
Emanuele Bompan ha portato come esempio di queste situazioni alcuni casi che si sono verificati e che si verificano tutt’ora. L’acqua è stata una causa di conflitto in Etiopia, dove per costruire una grande diga le tribù locali sono state costrette ad abbandonare la zona in cui vivevano, anche con la violenza. Spostandosi, hanno cercato altri posti con acqua entrando in conflitto con altre tribù.
L’acqua è invece utilizzata come una vera e propria arma nel conflitto da Palestina e Israele, dato che nei territori controllati dall’autorità israeliana è lo stato ebraico a controllare le risorse idriche, ha spiegato il giornalista, destinate ai coloni. Questa situazione costringe palestinesi e beduini a trasportare la propria acqua con delle cisterne, con costi molto elevati e importanti rischi anche per la salute.

Cosa bisogna fare dunque? Secondo Emanuele Bompan ognuno di noi deve sforzarsi di capire quali sono gli impatti che le proprie azioni hanno sull’ambiente. È fondamentale rilevare la trasformazione globale in atto, perché il clima influisce su tutto: è impossibile trovare un elemento che non abbia subìto gli effetti di questa trasformazione, ha affermato Bompan. Infine, bisogna che garantire il diritto all’ambiente e all’acqua diventi una priorità per i legislatori.

Valeria Capettini

Laurea triennale in Lettere e magistrale in Comunicazione, dal 2021 sono iscritta all'Ordine dei Giornalisti della Lombardia. Nel 2016 sono entrata a far parte della squadra di Meteo Expert: un'esperienza che mi ha insegnato tanto e mi ha permesso di avvicinarmi al mondo della climatologia lavorando fianco a fianco con alcuni dei maggiori esperti italiani in questo settore. La crisi climatica avanza, con conseguenze estremamente gravi sull’economia, sui diritti e sulla vita stessa delle persone. Un'informazione corretta, approfondita e affidabile è più che mai necessaria.

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