Sciopero della fame per il clima: le richieste di Ultima Generazione
Lo sciopero della fame va avanti da giorni: gli attivisti chiedono ai leader dei principali partiti in corsa per le elezioni «di impegnarsi a inserire l’emergenza eco-climatica nella propria agenda politica in modo concreto e tangibile».
A Milano, alcuni attivisti di Ultima Generazione stanno portando avanti uno sciopero della fame per il clima.
A dare il via all’azione, sabato 3 settembre, è stato Francesco, un attivista di 16 anni che ha iniziato il proprio sciopero della fame davanti al Teatro alla Scala con lo slogan #NonMangioCarbone.
Francesco non ha mangiato per un’intera settimana prima di interrompere la sua azione: «il suo gesto è una dimostrazione di grande coraggio», ha commentato Ultima Generazione in una nota, «ma la scelta giusta, per noi e per lui, è il rispetto del suo organismo».
A lui è subentrato Alessandro Berti, un attivista che di recente aveva già portato avanti un lungo sciopero della fame a Roma, con cui aveva ottenuto un incontro con la Presidente della Commissione Ambiente alla Camera. Alessandro sta ancora digiunando da ormai 13 giorni e secondo quanto riferisce il movimento ha perso ormai più di quattro chili e risente degli effetti dello sciopero con dolori come «continui crampi alle gambe». Nel frattempo altri attivisti si sono uniti all’azione, e al momento stanno facendo lo sciopero della fame anche Martina Maldifassi e Leonardo Lovati, entrambi 23enni, e Gianluca Grimalda, attivista di Scientist Rebellion e docente universitario in Germania.
Le ragioni dello sciopero della fame
La crisi climatica non è stata trattata con l’urgenza necessaria durante la campagna elettorale, denuncia Ultima Generazione. «La siccità del Po, il segnale allarmante della Marmolada e gli eventi estremi climatici che colpiscono l’Italia», avverte il movimento, «sono fatti inconfutabili dai quali partire a parlare di una crisi già in corso».
Per questo Ultima Generazione, con gli attivisti che hanno deciso di intraprendere lo sciopero della fame, chiedono ai leader dei principali partiti politici in corsa per le elezioni «di impegnarsi a inserire l’emergenza eco-climatica nella propria agenda politica in modo concreto e tangibile».
Le reazioni del mondo della politica
Alcune personalità del mondo della politica hanno manifestato il proprio sostegno agli attivisti. Tra questi l’europarlamentare Eleonora Evi, portavoce di Europa Verde, che li ha raggiunti a Milano.
Ultima Generazione ha fatto sapere che il 19 settembre, a Roma, durante una riunione del partito a cui ha preso parte la portavoce del movimento Laura Zorzini si è raggiunto un accordo secondo cui Europa Verde e Sinistra Italiana «si impegneranno a presentare, all’inizio della prossima legislatura, un disegno di legge che porti all’approvazione delle richieste della coalizione di cittadine e cittadini che si uniscono sotto il nome di Ultima Generazione: interrompere immediatamente la riapertura delle centrali a carbone dismesse e di cancellare il progetto di nuove trivellazioni per la ricerca ed estrazione di gas naturale; procedere immediatamente a un incremento di energia solare ed eolica di almeno 20GW e creare migliaia di nuovi posti di lavoro nell’energia rinnovabile, aiutando gli operai dell’industria fossile a trovare impiego in mansioni più sostenibili».
Nel frattempo un gruppo di amministratori locali di Europa Verde di Padova ha annunciato l’avvio di una staffetta di quattro giorni, uno a testa, di sciopero della fame in solidarietà con gli attivisti. Si tratta di Laura Walter, Davide Galati, Giovanni Corbiola e Rossana Zerega.
Tra i gesti in sostegno dell’azione anche un messaggio della sindaca di Assisi, Stefania Proietti, che ha rivolto un appello ai leader dei maggiori partiti politici candidati alle elezioni, Letta, Conte, Salvini e Meloni. «La politica – si legge nella lettera di Proietti – si occupi immediatamente e senza esitazione della lotta al cambiamento climatico, scelga le fonti rinnovabili e il disinvestimento dalle fonti fossili, aiuti (famiglie, imprese, enti pubblici e chi vuole investire risorse ed energie nelle fonti rinnovabili e nel risparmio energetico».
Ai gesti dei politici si è aggiunto anche quello di padre Giuseppe Buffon, dell’Università Pontificia, che ha digiunato per 5 giorni «portando la solidarietà della comunità cattolica», fa sapere Ultima Generazione.