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Lockdown e inquinamento: in Lombardia il miglioramento è stato solo effimero

Il miglioramento della qualità dell'aria ha comunque salvato almeno l'11% degli anni di vita persi e il 19% delle morti premature attribuibili al COVID-19 nella regione durante lo stesso periodo

L’inquinamento atmosferico è attualmente il rischio ambientale più importante per la salute umana in Europa. L’esposizione al particolato fine (PM2.5) e al biossido di azoto (NO2) aumenta i tassi di mortalità e le ospedalizzazioni dovute a malattie respiratorie e cardiovascolari e porta a una diminuzione della produttività fisica e cognitiva. La Lombardia è una delle regioni più inquinate dei Paesi OCSE.

In Lombardia durante il primo lockdown dal 6 marzo al 4 maggio 2020 abbiamo respirato aria più pulita?

In un nuovo studio pubblicato su Environmental Research Letters, i ricercatori RFF-CMCC European Institute on Economics and the Environment (EIEE), dell’Università Bocconi e del Politecnico di Milano hanno quantificato le ripercussioni sulla salute delle misure di lockdown attuate in Lombardia la scorsa primavera.
I ricercatori hanno utilizzato anche nuove tecniche di intelligenza artificiale per simulare i livelli di l’inquinamento che si sarebbero raggiunti senza lockdown, utilizzando i dati di 83 stazioni di monitoraggio nella regione (degli ultimi anni) per “addestrare” il modello. Questa simulazione ha permesso di eliminare l’effetto delle restrizioni da altri fattori come quelli legati alle condizioni meteo.

Utilizzando un algoritmo di apprendimento automatico, i ricercatori hanno stimato che il blocco da marzo a maggio ha ridotto le concentrazioni di PM2,5 di 3,84 µg / m3 (16 %) e NO2 di 10,85 µg/m3 (33%). Il miglioramento della qualità dell’aria ha salvato almeno l’11% degli anni di vita persi e il 19% delle morti premature attribuibili al COVID-19 nella regione durante lo stesso periodo.

Francesco Granella, l’autore principale dello studio, spiega i risultati dell’analisi “Le misure di contenimento duro hanno parzialmente ridotto PM2,5 e NO2, rispettivamente del 16% e del 33%. Il blocco ha ridotto le emissioni dai trasporti e, in misura minore, dall’industria. Importanti fonti di emissioni come il riscaldamento e soprattutto il settore agricolo non sono state ridotte. Di conseguenza, l’inquinamento ha continuato a superare i limiti raccomandati dall’OMS un giorno su quattro”.

L’Italia, secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente, è uno dei Paesi Ue più colpiti dall’aria inquinata, con 65.000 morti premature stimate ogni anno e concentrate nel Nord del Paese. “L’analisi”, secondo il Prof. Massimo Tavoni, direttore dell’istituto che guida lo studio, “evidenzia la necessità di una risposta urgente e integrata alla crisi dell’inquinamento atmosferico in Italia. Le sue devastanti conseguenze sulla salute sono ora più salienti che mai ”.

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Judith Jaquet

Mi sono laureata con lode in Letterature straniere, indirizzo in Scienze della Comunicazione, con una Tesi in Linguistica generale, presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Sono iscritta all'Ordine dei Giornalisti della Lombardia (Albo dei professionisti) dal 2008, dopo aver frequentato il Master in Giornalismo Campus Multimedia dello Iulm. Lavoro nella redazione di Meteo Expert dal 2011 e mi occupo della gestione dei contenuti editoriali sul web e sui social network. Conduco le rubriche di previsioni meteo in onda sui canali Mediaset e sulle principali radio nazionali.

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