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Ciclone Cody, dopo le Fiji raggiungerà la Nuova Zelanda con onde alte 8 metri

Il ciclone Cody, che negli ultimi giorni ha travolto le Fiji, è diretto verso la Nuova Zelanda dove, oltre a venti impetuosi e piogge abbondanti si temono mareggiate distruttive.

Nelle Fiji il ciclone Cody ha costretto oltre 4600 persone ad evacuare dalle abitazioni, in favore dei 162 centri di accoglienza messi a disposizione per l’emergenza meteo. Una persona è morta a causa dei vasti allagamenti lasciati in eredità dal ciclone Cody.

E ora l’allerta si è spostata alla Nuova Zelanda. Cody, ora di categoria 1, nel corso dei prossimi giorni si avvicinerà alle coste nord-orientali dell’Isola: l’impatto è previsto questo weekend. Tra domenica e lunedì, in particolare, le onde sollevate dai forti venti del ciclone Cody, raggiungeranno addirittura i 6-8 metri di altezza lungo la costa nord-orientale.

Le categorie dei cicloni, nati tra il Pacifico sud-occidentale e il mare delle Filippine, non seguono quelle degli uragani o dei tifoni: un ciclone di categoria 1 scatena venti tra i 63 e gli 88 km/h; categoria 2 riguarda i cicloni con venti tra gli 89 e i 117 km/h; categoria 3 tra 119 e 157 km/h; categoria 4 tra 158 e 198 km/h; categoria 5 oltre i 199 km/h.

Domenica Cody raggiungerà la costa, e sarà seguito da piogge intense e venti forti: alto il rischio per gli abitanti della zona e i vacanzieri del weekend, in una zona famosa per le sue spiagge.

La traiettoria del ciclone potrebbe cambiare: i meteorologi del MetService, servizio meteorologico neozelandese, stanno monitorando il comportamento di Cody e aggiornando la traiettoria prevista. Cody dovrebbe indebolirsi progressivamente, perdendo categoria 1 già nella giornata di venerdì: ciò però non significa che l’impatto sulla terraferma sia meno intenso.

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Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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