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Youth4Climate: i giovani alzano l’asticella dell’ambizione climatica. I leader saranno all’altezza?

I lavori della Youth4Climate proseguono a ritmi serrati e le prime informazioni che arrivano dai partecipanti preannunciano proposte concrete e ambiziose che arriveranno ai tavoli dei grandi del mondo

È il secondo giorno di Youth4Climate, l’evento senza precedenti che fino a giovedì 30 settembre riunirà a Milano circa 400 under 30 provenienti da tutto il mondo. I giovani delegati dei paesi attesi a novembre alla COP26 stanno lavorando a ritmi serrati, divisi in diversi tavoli di lavoro a seconda delle tematiche di cui si stanno occupando, con la missione di presentare le proprie proposte, domani, ai leader attesi a Milano per prendere parte alla PreCOP.

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Abbiamo parlato con Jacopo Bencini, policy advisor di Italian Climate Network che si è confrontato con alcuni dei partecipanti e sta monitorando l’avanzamento dei lavori insieme alla squadra dell’associazione.
Si sta facendo un lavoro molto intenso per arrivare alla chiusura dei testi entro la fine di questa giornata – afferma Bencini – così da poter presentare ai delegati degli stati che prenderanno parte alla PreCOP molti punti di alta ambizione“.

Quali sono i temi più sentiti dai giovani della Youth4Climate?

Sembra che i delegati si stiano orientando verso proposte molto incisive soprattutto per quanto riguarda il processo di decarbonizzazione e il supporto alla creazione di nuovi posti di lavoro: questi sono argomenti molto sentiti dai giovani provenienti da tutte le aree geografiche, e pare che nei testi che stanno circolando in queste ore siano proprio questi i temi principali. Ovviamente però c’è grande attenzione anche per tutte le tematiche che gravitano intorno al clima e a tutti gli aspetti di cui solitamente si parla meno, e dei quali sembra che molti delegati siano esperti, come le interconnessioni tra il clima e ambiti quali la salute, il lavoro, lo sport…

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Come ci hai ricordato, la Youth4Climate ha potuto contare sulla partecipazione di delegati provenienti da tutte le aree geografiche. Per la COP26, però, alcune associazioni hanno denunciato le difficoltà che alcuni paesi più poveri incontrano per mandare le proprie delegazioni, accresciute ora dall’emergenza sanitaria e dalle disuguaglianze nella distribuzione dei vaccini.
Credi che tutti i paesi potranno essere rappresentati ai tavoli di Glasgow?

Sicuramente rispetto agli anni precedenti molti più paesi potranno trovarsi in difficoltà a mandare delle delegazioni, o per lo meno delle delegazioni intere. In realtà già durante le conferenze che si sono svolte negli ultimi anni diversi paesi piccoli e con minori capacità finanziarie avevano mandato delegazioni esigue o addirittura supportate da consulenti esterni occidentali, e la situazione attuale avrà certamente un peso su queste dinamiche. Credo che non assisteremo a casi estremi di nazioni senza alcuna rappresentanza, ma il rischio che i paesi in via di sviluppo siano sotto-rappresentati esiste.

I paesi in via di sviluppo sono al centro della questione dei finanziamenti, uno dei nodi più difficili da sciogliere tra quelli che dovranno essere affrontati a Glasgow, e che già durante l’apertura dei lavori della Youth4Climate è stato citato da diversi giovani attivisti con la richiesta di una soluzione rapida. Ti aspetti che si facciano passi avanti nello stanziamento di fondi destinati alle nazioni più fragili?

Spero di sì. All’assemblea generale delle Nazioni Unite il presidente Biden ha annunciato il contributo aggiuntivo degli Stati Uniti già a partire da quest’anno, una mossa che potrebbe dare una spinta nella direzione giusta. Per il momento non risulta che ci siano state dichiarazioni in questo senso anche da altri governi, ma proprio all’inizio della COP26 è in programma un leader summit che riunirà le figure di maggior spicco dal punto di vista non solo politico ma anche morale e religioso (parteciperà anche Papa Francesco, ndr).
È probabile quindi che l’avvio della conferenza sia segnato da una forte spinta politica, che però si spera sia supportata da un’ambizione altrettanto forte nel corso dei negoziati a cui lavoreranno le delegazioni nelle settimane successive.

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Valeria Capettini

Laurea triennale in Lettere e magistrale in Comunicazione, dal 2021 sono iscritta all'Ordine dei Giornalisti della Lombardia. Nel 2016 sono entrata a far parte della squadra di Meteo Expert: un'esperienza che mi ha insegnato tanto e mi ha permesso di avvicinarmi al mondo della climatologia lavorando fianco a fianco con alcuni dei maggiori esperti italiani in questo settore. La crisi climatica avanza, con conseguenze estremamente gravi sull’economia, sui diritti e sulla vita stessa delle persone. Un'informazione corretta, approfondita e affidabile è più che mai necessaria.

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