Salute del pianeta

Animali a rischio estinzione: i più abitudinari corrono un pericolo maggiore

Uno studio che arriva dall'università del Wyoming ha evidenziato come gli animali "fidelizzati" a un luogo soffrano più degli altri e possano perfino arrivare a rischiare l'estinzione

Uno studio che arriva dall’università del Wyoming, pubblicato su Frontiers in Ecology and Environment, ha evidenziato come gli animali “fidelizzati” a un luogo soffrano più degli altri e possano perfino arrivare a rischiare l’estinzione. In etologia, la branca della biologia e della zoologia che studia il comportamento animale, la “fedeltà al sito o al luogo” è un’espressione che indica un’abitudine molto diffusa tra gli animali, ossia il comportamento che li porta, anno dopo anno, a ritornare sempre negli stessi luoghi, ad esempio per riprodursi, trovare il cibo o fare il nido alla fine di una migrazione. I ricercatori analizzando una grande quantità di letteratura scientifica sull’argomento, hanno scritto che essere fedeli a un luogo era un vantaggio notevole in termini di sopravvivenza quando l’influenza umana sull’ambiente era ancora limitata. Senza inquinamento o intromissioni, i luoghi “fidelizzati” rimanevano sostanzialmente intatti per anni: quando un animale trovava un’area adatta per nidificare, nutrirsi o riprodursi e cominciava a usarla regolarmente, imparava anche a conoscerla e sprecava meno energie per cercare il cibo e a tenersi alla larga dai predatori.

elephant seal-pixabay

“La fedeltà del sito o il comportamento di ritorno a luoghi precedentemente visitati, è stata osservata in tutti i taxa e negli ecosistemi. Sviluppando la familiarità con una posizione particolare, la fedeltà del sito offre una serie di vantaggi ed è vantaggiosa in ambienti stabili o prevedibili. Tuttavia, l’Antropocene è caratterizzato da tassi di cambiamento ambientale che superano la storia evolutiva dei taxa esistenti, il che può far sì che la fedeltà del sito diventi disadattiva. Con il continuo cambiamento ambientale, ricercatori e professionisti dovrebbero aspettarsi che le trappole ecologiche indotte dalla fedeltà diventino più comuni e avviare progetti per identificare e comprendere le loro origini. Tale conoscenza aiuterà a preservare il comportamento diffuso ed ecologicamente importante della fedeltà del sito” queste le parole della ricerca. I cambiamenti climatici stanno modificando l’aspetto del paesaggio più o meno in tutto il mondo costringendo gli animali ad adattarsi: quelli che preferiscono tornare sempre negli stessi luoghi ne stanno soffrendo.

mule deer-pixabay

Nello studio vengono trattati anche una serie di casi che dimostrano la tesi di fondo. Nel Wyoming ad esempio, negli ultimi anni sono stati aperti molti impianti di estrazione di gas naturale che spesso si trovano nell’areale del cervo mulo, specie endemica del Nord America. Il cervo mulo è molto abitudinario e piuttosto che abbandonare del tutto un’area preferisce spostarsi quel tanto che basta da tenersi alla larga dai macchinari. Questo però gli crea parecchi problemi, perché le aree di estrazione sono molto degradate: le popolazioni che vivono nei loro pressi hanno visto, negli ultimi anni, un crollo numerico del 40% circa. In altri casi sono i cambiamenti climatici a disturbare gli animali abitudinari, come per l’elefante marino settentrionale colpito nei decenni scorsi dagli effetti di El Niño. Secondo gli scienziati anche gli animali più abitudinari possono però reagire sviluppando strategie per adattarsi alle nuove condizioni: il nostro compito è quindi quello di preservare le popolazioni esistenti nell’attesa che trovino la giusta risposta alle nuove sfide.

Stefania Andriola

Lavoro in redazione da febbraio 2010. Mi piace definirmi “giornalista, scrittrice e viaggiatrice”. Adoro viaggiare, conoscere culture diverse; amo correre, andare in bicicletta, fare lunghe passeggiate ma anche leggere un buon libro. Al mattino mi sveglio sempre con un’idea: cercare di aggiungere ogni giorno un paragrafo nuovo e interessante al libro della mia vita e i viaggi riempiono le pagine che maggiormente amo. La meteorologia per me non è solo una scienza ma è una passione e un modo per ricordarmi quanto siamo impotenti di fronte alle forze della natura. Non possiamo chiudere gli occhi e dobbiamo pensare a dare il nostro contributo per salvaguardare il Pianeta. Bastano piccoli gesti.

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