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Australia, la Grande Barriera Corallina è invasa dal «carbonio blu»

L'UNESCO ha stimato per la prima volta le quantità di CO2 immagazzinate dai 50 siti marini del patrimonio mondiale: più di 2 miliardi di tonnellate in tre siti marini australiani

L’UNESCO per la prima volta ha analizzato le quantità del cosiddetto “carbonio blu” immagazzinate nei suoi 50 siti marini del patrimonio mondiale, scoprendo che contengono circa 5 miliardi di tonnellate di CO2 e altri gas serra. Secondo il rapporto, tre siti marini della Grande Barriera Corallina australiana detengono più di 2 miliardi di tonnellate di anidride carbonica rinchiuse nelle loro vaste praterie di alghe, mangrovie costiere e paludi di marea.

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La Grande Barriera Corallina detiene i maggiori stock di carbonio blu in tutti i 50 siti marini del patrimonio mondiale

Secondo l’analisi dell’UNESCO tre siti marini australiani, vale a dire la Grande barriera corallina nel Queensland, Shark Bay e la costa di Ningaloo nell’Australia occidentale, detengono quasi il 40% del “carbonio blu” immagazzinato dai 50 siti marini presi in esame. Le mangrovie, le paludi di marea e le praterie di fanerogame di tutto il mondo sono note per avere vaste riserve di carbonio che si accumulano da migliaia di anni: se lasciato indisturbato, il carbonio rimane bloccato nei sedimenti.

Secondo il rapporto in questione, la Grande Barriera Corallina detiene i maggiori stock di carbonio blu dei cinquanta siti marini del patrimonio mondiale, equivalenti a 1,8 miliardi di tonnellate di CO2. Circa 1,4 miliardi di tonnellate sono immagazzinate nei 4,5 milioni di ettari di alghe marine della barriera corallina e il resto in 207.000 ettari di mangrovie e 186.000 ettari di paludi di marea.

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Più nel dettaglio si stima che Shark Bay immagazzini 164 milioni di tonnellate di CO2-e, principalmente in 342.000 ettari di fanerogame. L’area della costa di Ningaloo contiene 4,6 milioni di tonnellate di CO2-e, stanziato per lo più nei suoi 26.000 ettari di fanerogame. Il carbonio immagazzinato nei siti marini dell’Australia, equivale più o meno a quattro anni di emissioni annuali di gas serra.

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Il rapporto rileva inoltre che circa il 15% delle riserve globali di carbonio blu si trovano all’interno e intorno ai siti marini del patrimonio mondiale. Altri siti con importanti giacimenti di CO2 sono il parco nazionale delle Everglades negli Stati Uniti e le foreste di mangrovie di Sundarbans in Bangladesh.

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