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COP30, com’è andato il vertice dei leader mondiali a Belém

Lula lancia la “COP della verità”, focus su foreste e finanza ma resta vitale anche l'addio ai combustibili fossili

A Belém si è svolta la Cúpula de Líderes, il vertice dei leader globali che che ha anticipato la COP30– la Conferenza ONU sul clima che si è aperta ieri. Per la prima volta nella storia dei negoziati sul clima, il vertice dei capi di Stato e di governo si è tenuto prima dell’inizio ufficiale della Conferenza, scelta che riflette la complessità logistica dell’evento e l’urgenza politica del momento.

Nel suo discorso di apertura, il presidente del Brasile Luiz Inácio Lula da Silva ha chiamato la comunità internazionale a «un chiaro percorso per porre fine alla dipendenza dai combustibili fossili» e ad «accelerare la produzione e l’uso di fonti sostenibili». Lula ha definito la COP30 «la COP della verità», avvertendo che «oltre 250.000 persone potrebbero morire ogni anno» e che «il PIL globale rischia di ridursi del 30%» se non verranno prese decisioni coraggiose per trasformare il sistema energetico e fermare la deforestazione.

Il presidente brasiliano ha anche ricordato che la COP di Belém è la prima ospitata nel cuore dell’Amazzonia, «simbolo massimo della causa ambientale», e ha legato il tema climatico alla giustizia sociale: «Sarà impossibile contenere la crisi climatica senza ridurre le disuguaglianze tra e dentro le nazioni».

Nasce il Tropical Forest Forever Facility

Uno dei momenti chiave del vertice è stato il lancio ufficiale del Tropical Forest Forever Facility (TFFF), un nuovo meccanismo finanziario che promette di pagare ogni anno, in modo permanente, i Paesi che mantengono in piedi le loro foreste tropicali.

Tra i principali contributi annunciati: Brasile e Indonesia (1 miliardo di dollari ciascuno), Norvegia (3 miliardi in dieci anni), Colombia (250 milioni), oltre a fondi iniziali da Paesi europei come Paesi Bassi e Portogallo. Germania dovrebbe comunicare la propria quota nei prossimi giorni.

Il TFFF, che coinvolge anche il Tropical Forest Investment Fund, punta a creare un modello ibrido pubblico-privato: gli investitori vengono rimborsati grazie ai rendimenti finanziari del fondo, mentre i Paesi ricevono 4 dollari per ettaro di foresta protetta. Almeno il 20% delle risorse sarà destinato direttamente alle comunità indigene che vivono nei territori forestali.

Per Juan Carlos Jintiach, segretario esecutivo della Global Alliance of Territorial Communities, «questa è una vittoria storica: riconosce il nostro ruolo e garantisce che i fondi arrivino davvero alle comunità che difendono i biomi».

L’ex ministro britannico Zac Goldsmith ha definito l’accordo «un passo monumentale verso un’economia in cui le foreste valgono più da vive che da morte», criticando la scelta del Regno Unito di non partecipare all’iniziativa: «con o senza di noi, la storia è stata fatta oggi».

La roadmap Baku–Belém Roadmap, presentata in parallelo, si pone inoltre l’obiettivo di aumentare i flussi finanziari per il clima fino a 300 miliardi di dollari entro il 2035, con un sistema trasparente di monitoraggio dei progressi.

Reazioni e prospettive

Il messaggio politico lanciato da Belém è stato chiaro: finanza climatica e foreste saranno le tre priorità della presidenza brasiliana insieme al tema – divisivo ma cruciale per affrontare la crisi climatica – della fine dei combustibili fossili.

Secondo Cláudio Ângelo, del Climate Observatório, «Lula ha dato alla COP30 il mandato politico di cui aveva bisogno, riportando i combustibili fossili al centro del dibattito».

Dal lato dei Paesi industrializzati, il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha sottolineato che «la risposta responsabile alla crisi climatica passa per l’innovazione e la tecnologia: la nostra economia è la chiave per proteggere meglio il clima, non il problema».

A COP30, dunque. il vertice dei leader ha posto le basi per due settimane di negoziati che dovranno tradurre in azioni concrete i principi di Belém: riduzione della dipendenza dai combustibili fossili, tutela delle foreste e giustizia climatica. Come ha detto Lula, «è tempo di affrontare la realtà e decidere se avremo il coraggio e la determinazione per trasformarla».

Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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