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Martin Kohlstedt: l’artista che fonde musica e ambiente, nella vita e nell’arte

Kohlstedt: compositore, pianista e produttore tedesco tra i più apprezzati in Europa. Da oltre vent'anni porta avanti il progetto "The Forest" nella Turingia meridionale, "cuore verde" della Germania

Ambiente e musica si fondono nell’opera di Martin Kohlstedt, compositore, pianista e produttore tedesco di musica neoclassica, ambient ed elettronica tra i più apprezzati in Europa. Ormai da dieci anni Kohlstedt porta avanti un personalissimo percorso di ricerca musicale che mescola elementi digitali e acustici più classici con elementi di musica ambient ed elettronica. La prossima settimana l’artista tedesco presente il suo nuovo album, “Feld“, preceduto dall’uscita del singolo “Luv” che potrebbe quasi definirsi un’epica minimale.

L’anteprima del video ufficiale di “Luv”

La produzione musicale di Kohlstedt è molto ampia, ma certamente una parte fondamentale è riservata alle colonne sonore. Dal 2010 l’artista ha composto moltissime opere per film, video, spettacoli radiofonici, teatro, pubblicità e persino videogiochi collaborando con artisti e designer di tutto il mondo. Un elemento chiave del suo lavoro è infatti la connessione tra musica e immagini. La sua opera crea quasi dei mondi paralleli e immersivi nei quali chi ascolta può anche visualizzare. Un elemento che caratterizza anche il suo nuovo album in uscita.

Martin Kohlstedt, tra i progetti e i vari ambienti esplorati anche “The Forest”: ecco di cosa si tratta

Come detto in precedenza, ciò che contraddistingue il lavoro di Kohlstedt è la passione per l’ambiente e l’interazione con la natura. Da oltre vent’anni infatti il musicista tedesco coltiva una foresta nei pressi di Breitenworbis, la sua città natale situata nell’entroterra della Turingia meridionale, il famigerato “cuore verde” della Germania. L’idea nasce da lontano, ovvero dagli insegnamenti di suo padre che all’epoca era il capo del dipartimento forestale locale.

The Forest, un progetto di 25mila metri quadrati e oltre tremila alberi

Kohlstedt non ha aspettato che il dibattito sul cambiamento climatico diventasse attuale per intervenire concretamente utilizzando la fondamentale risorsa climatica della forestazione. Già dai primi anni duemila, partendo da 3000 alberi, ha dato vita a un progetto – appunto “The Forest” -, che ancora oggi continua ad ampliarsi. Delle dimensioni di venticinquemila metri quadrati, la foresta conta oggi più di 3500 alberi di varie specie: castagno, quercia rossa, acero, faggio, abete di Douglas, specie di noce.

Com’è nata l’idea di The Forest? 

L’idea per il mio progetto di piantagione si sta sviluppando da più di 20 anni – ci ha raccontato l’artista –  con l’aiuto della mia famiglia e di molti altri volontari, ho piantato una piccola foresta nella mia piccola città natale. Sono cresciuto giocando nelle foreste dell’entroterra della Turingia, “cuore verde” della Germania, nel mezzo della Germania e mio padre, che all’epoca era il capo del dipartimento forestale locale, ha insegnato a me e mio fratello Michael tutto ciò che dovevamo sapere per comprendere questo complesso ecosistema. A volte le lezioni dei genitori tendono ad essere fastidiose, ma oggi, in un momento in cui questa conoscenza è preziosa e più importante che mai, sono molto grato di averle ricevute.

La foresta è stata dunque una scelta che nasce dalla sua storia personale ma anche dalla volontà di ridurre il proprio impatto sul Pianeta, ci spiega Kohlstedt.

Tempeste, parassiti, siccità e soprattutto noi umani sovraccaricano Madre Natura – e io di certo non faccio eccezione: molti voli per concerti in luoghi lontani e migliaia di chilometri in macchina per raggiungere quei luoghi dove non c’è bisogno di volare. Stiamo facendo del nostro meglio per ridurre al minimo il nostro impatto, ottimizzare il modo in cui ci muoviamo e ridefinire il significato della nostra “missione culturale” ogni giorno. Per farla breve: secondo gli studi, non c’è quasi niente di più efficace di una foresta per combattere i cambiamenti climatici catastrofici. Sono stato in grado di mettere da parte abbastanza soldi da poter acquistare i primi appezzamenti di terreno proprio qui nella regione. Sotto la mia guida e con l’aiuto di molte mani di volontari abbiamo iniziato a piantare i primi 4500 giovani alberi su questo pezzo di terra. In futuro non dovrebbero crescere solo migliaia di alberi, ma anche il pezzo di terra su cui sorge.

In che modo la natura e l’ambiente influenzano la tua musica?

Fin dall’inizio, la principale fonte di ispirazione per la musica è stata probabilmente quella interpersonale -, ci racconta Kohlstedt –  Tuttavia, questo ha acquisito reale importanza solo in relazione alla natura. Quando sei tra gli alberi, guardi il mare o il cielo stellato, hai un modo per allontanarti dal tuo piccolo mondo e vederlo nel suo insieme. Ancora oggi, questi mondi fluiscono nella mia musica come riproduzione dei suoni della natura, registrazioni sul campo o atmosfere. Fanno sempre parte del contesto generale e necessariamente rimarranno sempre tali, una specie di mondo speculare in cui io sono solo un piccolo punto nell’infinito.

Ti consideri un attivista per l’ambiente?

Questa azione è per me attivismo passivo, invece di sprecare energia nel discorso politico cerco di fare la differenza in maniera diretta. E così facendo, spero di attirare indirettamente l’ispirazione di altre persone che hanno a cuore anche le foreste. Il mio sogno sarebbe che ogni azienda là fuori si prendesse cura di tanto verde quanta è la quantità di anidride carbonica che loro stesse, con le loro attività, immettono nell’atmosfera. Sicuramente un sogno molto infantile, ma con tali sogni le persone possono liberarsi dall’impotenza del nostro tempo e continuare a guardare avanti.

Feld, il nuovo album all’insegna dell’interazione con l’ambiente: l’idea dietro i video ufficiali

Il nuovo album “Feld” riflette l’interazione con la natura, da sempre fondamentale per Kohlstedt, in particolare nell’idea che si cela dietro ai video ufficiali. Immagini che sono più di un “essere nella natura” ma che piuttosto catturano le collisioni, la potenza, l’energia e la vastità che poi si racchiude anche dentro l’album.

Queste le parole del regista: «Martin Kohlstedt sa come le cose possono svilupparsi naturalmente, conosce il potere degli spazi aperti e l’interazione in evoluzione. Insieme siamo riusciti a tradurre la sua immaginazione in luoghi e movimento. Ai singoli pezzi del suo prossimo album è stato dato un terreno di gioco che corrisponde all’atmosfera della musica. Un mondo attraverso il quale Martin Kohlstedt si muove, che conquista, come un’esperienza fisica. Così è stata realizzata una serie di video, che trasmette una sensazione, eppure non anticipa tutto. Un processo incredibilmente bello per creare immagini».

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Elisabetta Ruffolo

Elisabetta Ruffolo (Milano, 1989) Laureata in Public Management presso la facoltà di Scienze politiche dell’Università degli studi di Milano. Head of communication di MeteoExpert, Produttrice Tv per Meteo.it, giornalista e caporedattrice di IconaClima. Ha frequentato l’Alta scuola per l’Ambiente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore per il Master in Comunicazione e gestione della sostenibilità.

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