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Cosa significa realmente essere sostenibili? Ne parliamo con Sara Fornasiero che ne ha fatto una filosofia di vita

Bisogna "osare, pensare in modo diverso, provare a cambiare e proporre il cambiamento in maniera coerente". L'intervista

Per fortuna al mondo ci sono molte persone che in sordina, con tanti piccoli gesti, si dedicano alla tutela dell’ambiente; Sara Fornasiero lo fa da anni, in particolare aiutando le aziende a modificare i propri comportamenti e la sua arma migliore è il sorriso. “Credo che tutti possano cambiare il mondo con un sorriso, in ogni singolo momento. Voglio contribuire a fare del mondo un posto migliore, più trasparente ed equo, nel segno dell’inclusione, dando voce, fiducia, strumenti e forza a bambine, ragazze e donne e a chi, per qualsiasi motivo, si senta diverso” queste sono le sue parole, accompagnate da tanti fatti, tra cui la pubblicazione di un libro “Sostenibilità per scettici”. L’idea di questo libro si è formata in oltre 20 anni di lavoro nel campo della sostenibilità e le sue pagine mostrano in concreto, nelle diverse realtà aziendali, cosa è sostenibile, cosa non lo è e cosa finge di esserlo.

Sara Fornasiero è laureata in Economia e Commercio presso l’Università Cattolica di Milano; dagli anni al Liceo Internazionale di Parigi e dal diploma di maturità internazionale, così come da molti viaggi in quasi 50 Paesi in tutto il mondo, ha imparato come affrontare le differenze culturali e capito l’importanza del rispetto. Vanta quasi 30 anni di lavoro come professionista, di cui più di 20 in una “big four” dove ha imparato l’importanza del lavoro di qualità, del metodo e dell’impegno, per soddisfare non solo le aspettative dei clienti più esigenti e dei regolatore, ma anche, principalmente di se stessa. Attualmente lavora come libera professionista, mettendo a frutto la sua profonda esperienza in ambito di Corporate Governance, Sostenibilità, Risk Management, Internal Audit e Compliance, con focus in contesti complessi e regolamentati.

Ho avuto la possibilità di intervistarla, di seguito domande e risposte

La sostenibilità per te è una filosofia di vita. Cosa significa?

Significa trattare gli altri come vorrei essere trattata io, rispettare la natura e cercare un equilibrio tra le esigenze di vario tipo, sia lavorative, che relazionali, che interne. Questo è il principale insegnamento degli scout ma anche un messaggio cristiano essenziale. Dagli anni negli scout e dalle mie esperienze di volontariato ho imparato l’importanza di far parte di una comunità, del gioco come metodo educativo, dello stare insieme e dell’umiltà, mentre dalle varie difficoltà che tutti noi, inevitabilmente, incontriamo nella vita, ad essere resiliente e ottimista. Sostenibilità per me significa rendersi conto che non è solo una responsabilità di altri, delle grandi aziende, delle amministrazioni pubbliche o degli enti sovrannazionali. Significa osare, pensare in modo diverso, provare a cambiare e proporre il cambiamento in maniera coerente, ad esempio evitando persone o realtà “negative” o disfattiste per dedicare energie a costruire.

Come si può realmente rispettare ambiente, i lavoratori, le comunità locali mentre si fa business? Sei riuscita a convincere “gli scettici”?

Innanzitutto prendendo consapevolezza degli impatti, positivi e negativi, delle varie azioni che come singolo e come azienda intraprendiamo. Della necessità di contemperare gli effetti di decisioni o mancate decisioni sulla dimensione economica, che forse molti hanno come primo elemento di attenzione. Un’azienda deve generare profitto per poter restare in vita negli anni, ma in modo coerente con la dimensione sociale (rispetto delle legittime esigenze dei dipendenti, dei clienti, dei fornitori, delle comunità locali) e con la dimensione ambientale (riduzione delle emissioni in atmosfera, dell’impiego di acqua, del consumo di materie prime o di legname). La sfida è considerare l’impatto dell’azienda non solo nei propri “confini” ma estenderlo alla catena di fornitura. Per poter dare un contributo concreto basato sulle mie competenze, oltre agli incarichi di consulenza, come amministratore o come sindaco in diverse aziende, sono parte del board di AWorld Società benefit, partner di Act Now delle Nazioni Unite per la diffusione degli Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile (SDGs) dell’Agenda 2030, una realtà straordinaria e piena di risorse. E non perdo occasione di fare da mentore a tanti giovani (ma non solo) in vari modi, come per la Sessione italiana del Parlamento Europeo dei Giovani che aveva come tema “Circular Sustainability: rethinking today for shaping tomorrow” di qualche anno fa.

Una delle tue frasi di battaglia, tra l’altro stupenda, è: “Credo che tutti possano cambiare il mondo con un sorriso, in ogni singolo momento”. Puoi raccontarmi i cambiamenti positivi che hai vissuto sulla tua pelle? Abbiamo bisogno di un po’ di ottimismo…

Sono riuscita a costruirmi, con bel po’ di impegno e a volte di fatica, una vita personale e professionale soddisfacente. Ho due figli meravigliosi, sereni e autonomi (in questo sicuramente un bel po’ di fortuna ha aiutato!!), ho avuto un percorso professionale un po’ articolato e “taylor made”, prima in una grande realtà e poi come libera professionista. Mi sono sempre impegnata moltissimo nello studio, negli aggiornamenti, negli stimoli “out of the box”. Mi occupo di sostenibilità dal 2001 e di acqua ne è passata sotto i ponti, agli inizi ci guardavano come idealisti nel migliore dei casi, come lavativi negli altriHo scritto un libro per condividere alcune esperienza pratiche con un approccio concreto, perché negli anni ho capito che è anche necessario “scendere” dal livello dei tecnicismi per diffondere consapevolezza e conoscenza, da cui parte il cambiamento necessario perché si generi un impatto concreto.

Sara e i suoi figli

Cosa pensi in generale degli italiani? Siamo abbastanza attenti all’ambiente o meritiamo una maglia nera rispetto ad altre nazioni?

In Italia si fa molto di più di buono di quello che si dice, a mio avviso. Si urlano le cose che non vanno e chi fa le cose bene, sul serio, credendoci, generalmente non lo urla ai quattro venti. Sicuramente un po’ di spinte regolamentari e, soprattutto, una sana emulazione e competizione tra concorrenti aiutano molto le aziende a fare un passo in più, a fare qualcosa di concreto. Sostenibilità significa avere consapevolezza e decidere di investire in un percorso più articolato, impegnativo sicuramente, ma che contribuisce a rafforzare il valore dell’azienda, la motivazione dei dipendenti, la trasparenza nelle relazioni e molti altri benefici che si verificano nel breve, nel medio e nel lungo periodo.

Il 2030 si sta avvicinando; riusciremo a diventare tutti un po’ più virtuosi e a raggiungere i traguardi fissati ONU?

Me lo auguro davvero!

Stefania Andriola

Lavoro in redazione da febbraio 2010. Mi piace definirmi “giornalista, scrittrice e viaggiatrice”. Adoro viaggiare, conoscere culture diverse; amo correre, andare in bicicletta, fare lunghe passeggiate ma anche leggere un buon libro. Al mattino mi sveglio sempre con un’idea: cercare di aggiungere ogni giorno un paragrafo nuovo e interessante al libro della mia vita e i viaggi riempiono le pagine che maggiormente amo. La meteorologia per me non è solo una scienza ma è una passione e un modo per ricordarmi quanto siamo impotenti di fronte alle forze della natura. Non possiamo chiudere gli occhi e dobbiamo pensare a dare il nostro contributo per salvaguardare il Pianeta. Bastano piccoli gesti.

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