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Serbia, fermato il progetto della miniera di litio del gruppo Rio Tinto

Il progetto Jadar della miniera di litio del gruppo industriale Rio Tinto in Serbia ha ricevuto lo stop ufficiale del governo. Lo ha annunciato il 20 gennaio 2022 la premier Ana Brnabic, dopo settimane di proteste delle organizzazioni ambientaliste e della popolazione locale.

Il gigante minerario anglo-australiano Rio Tinto voleva sviluppare una nuova miniera vicino alla città di Loznica per estrarre il litio, un metallo sempre più prezioso a causa dell’aumento della domanda per la costruzione di batterie, soprattutto nel settore automobilistico, e a causa di forniture limitate di sali di litio previste per il primo semestre del 2022, scaturite da problemi produttivi e logistici in Cina e nell’America del Sud.

Secondo l’analisi della Rystad Energy, sui mercati asiatici il litio ha già raggiunto il massimo storico di 35 dollari al chilogrammo, e potrebbe aumentare del 50% nel prossimo anno, portandosi a 50 dollari nel secondo semestre del 2022, e a 52,5 dollari all’inizio del 2023.

La miniera di litio del progetto Jadar. Fonte Rio Tinto

Nelle ultime settimane le proteste hanno bloccato strade e snodi principali per chiedere alle autorità di fermare il progetto, a cui Rio Tinto voleva destinare 2 miliardi di dollari. Dall’enorme giacimento di litio di Loznica si sarebbero potuti estrarre a regime 58 mila tonnellate all’anno, quantità utile a soddisfare il 10% della domanda mondiale. La miniera avrebbe prodotto anche borati, utili per lo sviluppo di pannelli solari e turbine eoliche.

Lo stop del governo Serbo al progetto Jadar della miniera di litio di Rio Tinto

Il governo inizialmente aveva accusato gli organizzatori delle proteste di voler in realtà andare contro l’esecutivo e contro il presidente Aleksandar Vucic. Ora la premier Ana Brnabic ha accusato organizzazioni straniere di aver sostenuto e finanziato le proteste degli ultimi mesi, tra cui anche la statunitense Fondazione Rockfeller e organizzazioni britanniche e tedesche.

Il progetto ora ha ricevuto un deciso stop: annullate le disposizioni, i permessi e il piano territoriale. Ana Brnabic ha detto che il progetto era stato voluto dai governi precedenti e che «l’attuale dirigenza non ha nulla a che vedere e quelli che oggi protestano in piazza sono gli stessi, che negli anni scorsi portarono Rio Tinto in Serbia».

Secondo il governo serbo da Rio Tinto «non sono giunte sufficienti informazioni sul progetto e sulle garanzie per l’ambiente, né al governo né ai cittadini della regione interessata dalla miniera». E in effetti per il progetto non è mai stato realizzato uno studio di impatto.

Bisogna anche considerare che tra soli 3 mesi la Serbia è chiamata al voto per le elezioni, parlamentari e presidenziali, in programma il 3 aprile. E molti non escludono che si tratti di una questione che ha a che fare anche con l’esclusione del tennista serbo Djokovic dagli Australian Open.

Il gruppo minerario, sottolineando di aver sempre rispettato le leggi, si è detto «preoccupato per la decisione del governo di annullare tutte le precedenti intese e porre fine al progetto di sfruttamento della miniera di litio nell’ovest del Paese balcanico».

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