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Un’ondata di calore marino minaccia di portare alluvioni negli USA

Un’anomala ondata di calore marino nel Pacifico settentrionale sta modificando la temperatura dell’oceano e, potenzialmente, anche il clima del nord-ovest degli Stati Uniti. Secondo quanto riportato dal giornale britannico The Guardian, il fenomeno – chiamato “blob” dai climatologi – si è intensificato negli ultimi mesi e potrebbe avere conseguenze sia meteorologiche che ambientali.

Un oceano troppo caldo

Dati diffusi da Berkeley Earth mostrano che ad agosto la temperatura superficiale del Pacifico nord-occidentale era di circa 2,5 °C sopra i livelli preindustriali.
Un’anomalia che altera i modelli atmosferici e può avere effetti anche a sulle coste degli Stati Uniti, favorendo piogge intense e inondazioni lungo la costa pacifica, mentre più a est potrebbe incidere sulla variabilità del tempo invernale.

Le cosiddette marine heatwave, o “ondate di calore oceaniche”, si formano quando vaste aree d’acqua restano intrappolate sotto zone di alta pressione, accumulando energia solare per settimane. Negli ultimi dieci anni questi eventi sono diventati più frequenti, segno di un clima sempre più instabile.

Dall’oceano all’atmosfera: un sistema interconnesso

Ciò che rende il “blob” del Pacifico interessante – e preoccupante – è la sua capacità di innescare un effetto domino a distanza. Il calore in eccesso nell’oceano influenza i venti e le correnti atmosferiche, che a loro volta possono modificare la traiettoria delle perturbazioni invernali. È un promemoria concreto di quanto ogni parte del sistema climatico globale sia collegata.

L’aumento della temperatura marina ha effetti diretti sulla biodiversità: pesci e mammiferi marini si spostano verso acque più fredde, mentre le fioriture algali tossiche possono proliferare e mettere in difficoltà la pesca. Durante un evento simile, tra il 2014 e il 2016, la costa ovest statunitense ha già subito gravi danni ambientali ed economici.

Un segnale del clima che cambia

Per i ricercatori, il “blob” è un sintomo evidente della crisi climatica. Gli oceani assorbono oltre il 90% del calore in eccesso generato dalle attività umane, e stanno raggiungendo limiti sempre più critici. Monitorare queste ondate di calore è fondamentale per prevedere come cambierà il clima del pianeta nei prossimi anni.

 


NOTE: questo articolo è stato generato con il supporto dell’intelligenza artificiale.

Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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