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L’inquinamento uccide, anche i neonati: nel 2019 ne sono morti quasi 500.000

La pessima qualità dell'aria è tra le principali cause di morti premature in tutto il Mondo

L’inquinamento atmosferico è stata la quarta causa di morte prematura nel 2019. Al primo posto c’è l’ipertensione seguita dall’uso del tabacco e dall’alimentazione scorretta. Lo rivela lo studio State of Global Air realizzato ogni anno dall’Health Effects Institute, dall’Institute for Health Metrics and Evaluation’s (IHME’s) e dal progetto Global Burden of Disease (GBD).

Nel 2019 quasi mezzo milione di neonati è morto a causa dell’inquinamento

Negli ultimi anni l’inquinamento ha scalato la classifica delle principali cause di morti premature a livello globale, superando altre malattie croniche note, come obesità, colesterolo alto e malnutrizione. A pesare su questo risultato è stato il miglioramento delle stime relative all’esposizione ad aria inquinata, ma anche il bilancio delle morti neonatali causate dall’inquinamento.

Nell’ultimo decennio la scienza ha approfondito il legame tra inquinamento e morti neonatali, supportando la tesi secondo cui le donne esposte al particolato e all’inquinamento atmosferico hanno un rischio più alto di dare alla luce neonati sotto peso o prematuri, i quali hanno un rischio maggiore di ammalarsi.

Nel 2019, secondo una stima della GBD, a causa dell’esposizione ad una pessima qualità dell’aria sono morti 476.000 neonati nel primo mese di vita. L’inquinamento è responsabile del 20% delle morti neonatali a livello globale. 

Tra il quasi mezzo milione di neonati morti per aver respirato una pessima qualità dell’aria, la maggior parte è attribuibile all’inquinamento domestico (il 64%). Il resto è attribuibile ad elevati livelli di PM2.5. L’inquinamento domestico pesa soprattutto sulle morti neonatali nell’Africa subsahariana (per l’80%), mentre risulta decisamente inferiore nei paesi più ricchi (<2%).

PM2.5: il Paese che respira l’aria più inquinata del Mondo è l’India

Nel corso del 2019 circa il 90% della popolazione mondiale è stata esposta a concentrazioni medie annuali di PM2.5 superiori alla soglia limite di 10 μg/m3 stabilita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. I valori più elevati sono stati registrati in Asia, Africa e nel Medio Oriente.

Il Paese che respira l’aria più inquinata del Mondo è l’India, con concentrazioni medie annue di 83.2 μg/m3 rispetto al totale della popolazione. Seguono Nepal, Niger, Qatar, Nigeria, Egitto, Mauritania, Camerun, Bangladesh e Pakistan.

La classifica tiene in conto ma non riflette i picchi giornalieri di PM2.5 registrati soprattutto in prossimità delle grandi città o delle principali fonti locali d’inquinamento, anche in Paesi più ricchi. Sebbene l’esposizione anche breve ad alte concentrazioni di particolato fine sia nocivo alla salute, l’esposizione prolungata e costante provoca effetti molto più importanti in relazione all’insorgere di malattie e alla mortalità.

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Silvia Turci

Ho conseguito una laurea specialistica in Comunicazione per l’Impresa, i media e le organizzazioni complesse all’Università Cattolica di Milano. Il mio percorso accademico si basa però sullo studio approfondito delle lingue straniere, nello specifico del francese, inglese e russo, culminato con una laurea triennale in Esperto linguistico d’Impresa. Sono arrivata a Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995) nel 2014 e da allora sono entrata in contatto con la meteorologia e le scienze del clima: una continua scoperta che mi ha fatto appassionare ogni giorno di più al mio lavoro.

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