Iniziative

Ancora nessuna tutela per i migranti climatici: presentato a Milano il primo progetto italiano per favorire il loro riconoscimento

Studierà gli effetti della crisi climatica sulle migrazioni per favorire il riconoscimento giuridico dello status dei migranti climatici e ambientali

È stata presentata alla Triennale di Milano “Le rotte del clima”, la prima iniziativa italiana volta a stimolare la comprensione del fenomeno e il riconoscimento dei migranti climatici e ambientali.

Hanno preso parte all’incontro il Presidente della Triennale di Milano Stefano Boeri, la Presidente del Centro Studi Systasis Veronica Dini, promotrice del progetto, Elisa Franceschini di WeWorld e Francesca Biondi Dal Monte, professoressa associata in Diritto Costituzionale presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa; il talk è stato moderato dalla giornalista Sara Milanese.

Sono intervenute anche l’attrice Lucilla Giagnoni, che ha letto e interpretato alcune storie di migrazioni, e l’illustratrice e attivista Alice Toietta, che ha realizzato un report grafico degli interventi dei relatori.

 

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Migranti climatici: un fenomeno già in atto, un futuro sempre più difficile

I dati ufficiali ci dicono che ogni anno, nel mondo, milioni di migranti si spostano per motivi climatici e ambientali.
E le prospettive per il futuro mostrano ancora più chiaramente l’urgenza di agire in modo rapido e concreto: secondo le Nazioni Unite è probabile che entro il 2030 saranno 200 milioni di persone a dover lasciare le proprie case, e molti lo faranno per ragioni legate al clima e all’ambiente.

Per approfondire:

Oltre 200 milioni di sfollati entro il 2030, molti saranno migranti climatici. I governi devono affrontare la questione

Il progetto

Coordinato dal Centro Studi Systasis e finanziato da Fondazione Cariplo, “Le rotte del clima” studia le migrazioni a carattere ambientale da un punto di vista multidisciplinare, al fine di individuare adeguati strumenti di protezione per chi fugge da disastri a lenta e rapida insorgenza, degradazione ambientale e altri fattori climatici.
Tra i partner dell’iniziativa ci sono diversi centri di accoglienza per migranti, la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, We World, HRIC, ASGI, A Sud Onlus, Teatro Utile il viaggio, il Research Unit on Everyday Bioethics and Ethics of Science (RUEBES) dell’Università di Firenze.

migranti climatici - triennale milano
La presentazione del progetto presso la Triennale di Milano

Raccogliere le storie delle persone per proteggerle e comprendere il fenomeno delle migrazioni climatiche

«Il progetto è nato in seguito a un corso di formazione sul tema dei migranti climatici», ci racconta l’avvocata Veronica Dini, Presidente del Centro Studi Systasis e promotrice dell’iniziativa: «una volta approfondito l’argomento insieme a esperti e professionisti di diverse materie, ci siamo chiesti cosa potessimo fare». Di dati allarmanti sul fenomeno delle migrazioni ambientali e climatiche ne abbiamo in abbondanza, ci spiega, «ma ci siamo resi conto che mancavano le storie delle persone e le analisi scientifiche»: chi sono, da dove vengono, dove vanno? Quali fenomeni sono maggiormente responsabili degli spostamenti?

È nata così l’idea di stilare un questionario da proporre ai migranti che arrivano in Italia. L’iniziativa ha raccolto rapidamente l’adesione di numerosi centri di accoglienza sparsi in tutto il Paese e di molte realtà, comprese l’Università di Firenze e la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Grazie anche al sostegno della Fondazione Cariplo, racconta Dini, l’idea iniziale ha potuto dare forma un progetto strutturato.

Il progetto punta ad ampliare e innovare la ricerca in materia di migrazioni ambientali e climatiche attraverso l’analisi di dati raccolti direttamente dai migranti. Tra gli obiettivi chiave, però, c’è anche quello di contribuire a colmare il vuoto definitorio e normativo su questa materia per stimolare una definizione di migranti climatici e ambientali che possa essere generalmente condivisa e alla quale possa essere connessa una protezione per le persone coinvolte.

«Nel prossimo autunno riceveremo i primi dati dai centri sparsi in tutta Italia», ci spiega Veronica Dini. Grazie alle storie raccolte sarà possibile «portare avanti il lavoro di ricerca, necessario a stimolare il dibattito per trovare soluzioni, almeno a livello nazionale ed europeo, e supportare la giurisprudenza e i decisori politici. Potremo inoltre individuare dei casi pilota da portare in giudizio per ottenere protezione umanitaria». Un altro obiettivo chiave è quello di costruire consapevolezza nei migranti stessi, ci racconta l’avvocata. «Forse è il traguardo più importante, perché troppo spesso non sono consapevoli del ruolo dei cambiamenti climatici, oppure non fanno cenno ai fenomeni a essi legati perché credono non contino per avere protezione».

Per portare avanti il progetto si prevede siano necessari altri 10.000 euro, e i promotori de “Le rotte del clima” hanno dato vita a una raccolta fondi: è possibile contribuire a questo link.

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Valeria Capettini

Laurea triennale in Lettere e magistrale in Comunicazione, dal 2021 sono iscritta all'Ordine dei Giornalisti della Lombardia. Nel 2016 sono entrata a far parte della squadra di Meteo Expert: un'esperienza che mi ha insegnato tanto e mi ha permesso di avvicinarmi al mondo della climatologia lavorando fianco a fianco con alcuni dei maggiori esperti italiani in questo settore. La crisi climatica avanza, con conseguenze estremamente gravi sull’economia, sui diritti e sulla vita stessa delle persone. Un'informazione corretta, approfondita e affidabile è più che mai necessaria.

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