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Siccità, al Nord a marzo mai così poca pioggia da oltre 60 anni

Il deficit ammonta a -83% : il 2° valore più basso dalla fine degli anni ’50, a breve distanza dal record del marzo del 2003

La siccità al Nord e in Toscana, per il mese di marzo che si sta per concludere, è la peggiore da oltre 60 anni.  Sulle regioni settentrionali, infatti, le ultime piogge significative risalgono al 10 febbraio, dopodiché – secondo l’analisi del meteorologo Simone Abelli – si è aperta una lunga fase sostanzialmente siccitosa che si è prolungata per tutto il mese di marzo. Il bilancio pluviometrico è piombato così ai minimi storici dopo quello che fino a quel momento era stato uno degli inverni più piovosi con più del doppio delle precipitazioni normali.

Siccità: al Nord deficit di marzo a -83%

A conti fatti il deficit di pioggia misurato sulle regioni settentrionali nel mese di marzo ammonta a -83%. Si tratta del 2° valore più basso dalla fine degli anni ’50, a breve distanza dal record del marzo del 2003 (-86%). In effetti, a fronte di un numero di giorni piovosi (giorni in cui nell’arco delle 24 ore si accumula almeno 1 mm di pioggia) che a seconda della località può variare in media da 6 a 8, nel marzo di quest’anno si è rimasti quasi ovunque al di sotto dei 3-4 giorni. In diversi casi abbiamo visto un solo giorno di pioggia (come a Milano, Brescia, Rimini e Verona) e alcuni con neppure un giorno piovoso (come a Torino e Bergamo).

A secco anche la Toscana

Anche la Toscana condivide con il Nord questo preoccupante primato. Infatti, in questa regione le ultime precipitazioni rilevanti sono state osservate a metà febbraio e in città come Firenze, Pisa e Grosseto non si è verificato più di un giorno di pioggia. Il deficit complessivo della regione di poco superiore a -90%. La carenza di acqua in queste aree del Paese è ben evidente dallo stato del terreno che in molte zone si presenta secco e polveroso.

In aggiunta, la quantità più scarsa di umidità nel suolo, che possa assorbire almeno una parte dell’energia sottoforma di calore latente, si ripercuote sicuramente sulle temperature. In giornate con presenza di una massa d’aria calda e con un prolungato periodo di irraggiamento solare, le temperature possono raggiungere valori mediamente più elevati rispetto a un’analoga situazione meteorologica associata a un suolo più umido. Di fatto, è ciò che sta accadendo in questi ultimi giorni di marzo caratterizzati dall’espansione del promontorio anticiclonico nord-africano. L’alta pressione, oltre a infliggere ulteriore stress idrico, ha anche favorito il nuovo record di temperatura massima di marzo a Firenze con 28°C.

Simone Abelli

È meteorologo presso Meteo Expert dal 1999. Nel 1995 consegue la laurea a pieni voti in Fisica con una tesi sull’analisi statistica delle situazioni meteorologiche legate agli eventi alluvionali che hanno interessato l’Italia. Dal 1996 al 1998 svolge attività di ricerca nell’ambito del progetto europeo MEDALUS sul problema della desertificazione nel Mediterraneo. Dal 2008 al 2015, diviene uno dei meteorologi di riferimento delle reti televisive Mediaset. Principali pubblicazioni: “Il clima dell’Italia nell’ultimo ventennio” e “Manuale di meteorologia”.

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