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Coronavirus e ambiente, l’appello di medici e infermieri: «ascoltate la scienza» [VIDEO]

Dagli operatori sanitari di tutto il mondo una lettera ai leader del G20: per una ripresa sana è fondamentale tutelare l'ambiente

Nella ripartenza dopo il Coronavirus sarà fondamentale puntare anche sulla tutela dell’ambiente. A lanciare l’appello sono proprio le persone che il Covid-19 lo combattono ogni giorno in prima linea, tra le corsie degli ospedali di tutto il mondo: gli operatori sanitari hanno infatti rivolto un messaggio ai capi di stato e di governo dei Paesi del G20, compreso quindi il primo ministro italiano Giuseppe Conte.

La lettera – promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, da Global Climate and Health Alliance e dalla campagna Every Breath Matters – è stata firmata da circa 200 organizzazioni di 90 Paesi, rappresentative di oltre 40 milioni di medici, infermieri e altri operatori sanitari. Per l’Italia, l’appello è stato firmato dalla Federazione dei Medici Chiurghi e degli Odontoiatri ( FNOMCeO), Coordinamento italiano delle società scientifiche aderenti a WONCA, FederSpecializzandi, Fondazione Allineare Sanità e Salute, ISDE Modena, ISDE Associazione Medici per l’Ambiente, Italian Society of Environmental Medicine (SIMA), Mediterranean Society of Lifestyle Medicine, Segretariato Italiano Studenti in Medicina -APS.

Il messaggio è chiaro: per una ripresa sana, #HealthyRecovery è l’hashtag lanciato in occasione dell’iniziativa, non si può ignorare come la salute pubblica passi anche dalla tutela dell’ambiente e dalla giustizia sociale.

I firmatari della lettera hanno sottolineato come gli effetti drammatici del Coronavirus avrebbero potuto essere «parzialmente mitigati, o forse anche prevenuti», da investimenti adeguati nella preparazione alla pandemia, nella sanità pubblica e nella gestione dell’ambiente. Ora «dobbiamo imparare da questi errori – scrivono medici e infermieri – e tornare a essere più forti, più sani e più resistenti».

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La lettera che medici e infermieri hanno rivolto ai leader del G20 si basa su un’osservazione chiara: inquinamento, deforestazione e cambiamenti climatici minacciano la nostra salute, oltre che quella del Pianeta.

Prima della pandemia i nostri corpi venivano già indeboliti dall’inquinamento, provocato da traffico,  uso  inefficiente  dell’energia  residenziale,  centrali  elettriche  a  carbone, inceneritori e agricoltura intensiva. Inquinamento che «causa ogni anno sette milioni di morti premature  – sottolineano gli operatori sanitari – aumentando sia i rischi di polmonite sia la loro gravità;  bronco­‐pneumopatie croniche ostruttive, carcinomi polmonari, malattie cardiache e ictus; determina inoltre esiti avversi in gravidanza come scarso peso alla nascita e asma, mettendo ulteriormente a dura prova i nostri sistemi sanitari». Per guarire davvero è necessario «non consentire più che l’inquinamento continui a contaminare l’aria che respiriamo e l’acqua che beviamo, e non permettere che deforestazione e cambiamento climatico avanzino senza sosta, scatenando potenzialmente sempre nuove minacce per la salute su una popolazione vulnerabile».

«In un’economia sana e in una società civile – proseguono i firmatari della lettera – ci si prende cura dei più vulnerabili; i lavoratori hanno accesso a lavori ben retribuiti che non aggravano inquinamento e devastazione ambientale; le città danno priorità a pedoni, ciclisti e trasporti pubblici; fiumi e cieli sono protetti e puliti. La natura è fiorente, i nostri corpi sono più resistenti alle malattie infettive e nessuno si riduce in povertà a causa dei costi sanitari. Per raggiungere questa economia sana dobbiamo usare incentivi e disincentivi più intelligenti al servizio di una società più sana e più resiliente».

Per ottenere questo, serve dirottare verso la sostenibilità i sussidi che oggi vengono ancora destinati ai combustibili fossili: «Se i governi apportassero importanti riforme agli attuali sussidi per i combustibili fossili, spostandone la maggior parte verso la produzione di energia rinnovabile e pulita, la nostra aria sarebbe più sana e le emissioni climatiche si ridurrebbero drasticamente, alimentando una ripresa economica che, da qui al 2050, darebbe uno stimolo ai guadagni globali del PIL per quasi 100 trilioni di dollari».

Gli  enormi  investimenti  che  i  vostri  governi  faranno  nei  prossimi  mesi,  in  settori  chiave  come  assistenza sanitaria, trasporti, energia e agricoltura, devono porre al centro la protezione e la promozione della salute; perché ciò che il mondo ha bisogno ora è un #HealthyRecovery.

L’importanza di ascoltare la scienza

I firmatari della lettera chiedono anche di dare ascolto alla scienza: «chiediamo  che  i  vostri  responsabili e consiglieri medici e scientifici siano direttamente coinvolti nella concezione di tutti i pacchetti per la ripresa economica; che riferiscano sulle ripercussioni sulla salute pubblica a breve e a  lungo  termine  che  le  azioni  indicate  possono  avere,  e  che  alla  luce  di  queste  diano  il  proprio  timbro di approvazione».

Ce ne parlano Samantha Pegoraro e Benedetta Rossi, due medici che collaborano con Italian Climate Network:

A questo link è possibile leggere il testo integrale della lettera, in italiano.

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Valeria Capettini

Laurea triennale in Lettere e magistrale in Comunicazione, dal 2021 sono iscritta all'Ordine dei Giornalisti della Lombardia. Nel 2016 sono entrata a far parte della squadra di Meteo Expert: un'esperienza che mi ha insegnato tanto e mi ha permesso di avvicinarmi al mondo della climatologia lavorando fianco a fianco con alcuni dei maggiori esperti italiani in questo settore. La crisi climatica avanza, con conseguenze estremamente gravi sull’economia, sui diritti e sulla vita stessa delle persone. Un'informazione corretta, approfondita e affidabile è più che mai necessaria.

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