Artico, il 2025 parte male: estensione del ghiaccio marino al minimo storico in febbraio
Nei primi giorni di marzo la banchisa artica raggiunge la sua massima estensione, per poi ridursi fino a raggiungere i livelli minimi in settembre. In quali condizioni si trova il ghiaccio marino al suo culmine? Pessime notizie.

Il riscaldamento globale corre veloce nelle regioni dell’Artico, con conseguente grave perdita della massa di ghiaccio e di neve della calotta glaciale della Groenlandia e dei ghiacciai, e notevole riduzione in estensione della banchisa (ghiaccio marino), che negli ultimi due decenni ha raggiunto i valori più bassi mai registrati. Tutto ciò si traduce nello sconvolgimento del delicatissimo equilibrio di questo ambiente estremo, che vede da un lato l’apertura di nuove rotte commerciali, dall’altro la morte per fame del suo iconico simbolo, l’orso polare, che per abitudini di caccia, dieta e adattamento fisiologico fa affidamento sulla presenza stabile e prevedibile della banchisa.
Nella foto di Paul Nicklen uno dei due orsi polari morti per fame a causa della mancanza di ghiaccio marino, trovati nel 2014 lungo le spiagge delle Isole Svalbard (Norvegia).
Nei primi giorni di marzo l’estensione del ghiaccio marino raggiunge il suo massimo, poi inizia fisiologicamente a diminuire con l’approssimarsi dell’estate e raggiunge il minimo a metà settembre. In questi giorni siamo dunque al suo culmine: qual è la situazione? Purtroppo ci sono brutte notizie.
Malgrado le temperature particolarmente basse registrate in gran parte degli Stati Uniti e in Canada, nel mese di febbraio l’Artico è stato relativamente caldo, con temperature dell’aria di almeno due gradi oltre la media del periodo, con punte di 12 gradi tra la Groenlandia settentrionale e il Polo Nord, la regione che possiede il ghiaccio più spesso e che potrebbe riuscire a conservare la sua copertura per diversi anni anche in condizioni di forte riscaldamento, costituendo un potenziale rifugio per gli orsi polari e altri animali che dipendono dalla banchisa.
Come triste conseguenza, negli ultimi giorni in cui l’estensione del ghiaccio marino artico è ancora in fase di crescita, l’incremento della superficie della banchisa ha visto una progressione molto lenta, che ha condotto al record negativo dal 1979, cioè da quando vengono effettuate queste misure utilizzando i dati forniti dai satelliti.
Alla fine del mese di febbraio, l’estensione del ghiaccio marino artico era ancora bassa quasi ovunque, in particolare nel Mar del Labrador e nel Golfo di San Lorenzo. L’estensione media mensile è stata solo di 13,72 milioni di chilometri quadrati: 210.000 chilometri quadrati in meno rispetto al precedente record negativo stabilito nel 2018, e oltre 1 milione di kmq in meno rispetto alla media del trentennio 1991-2020. Se escludiamo una breve pausa tra il 2008 e il 2009, l’estensione del ghiaccio marino artico del mese di febbraio risulta costantemente al di sotto della media 1991-2020 da oltre 20 anni.
Il trend lineare per febbraio indica una riduzione della superficie del ghiaccio marino artico di 42.000 chilometri quadrati all’anno, pari ad un difetto di quasi 2 milioni di chilometri quadrati dal 1979: circa 6 volte la superficie dell’Italia.
Nei prossimi giorni la banchisa inizierà a ridursi. In quali condizioni arriverà a metà settembre?
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