Salute del pianeta

Negli USA è strage di api: prosegue una moria difficile da capire

Le perdite commerciali delle colonie di api mellifere quest'anno negli Stati Uniti potrebbero raggiungere il 60-70%

Negli Stati Uniti è strage di api: sono milioni e milioni quelle che stanno inaspettatamente morendo. Se è vero che la perdita di impollinatori nel mondo è in aumento costante, con almeno il 35% delle specie di api e farfalle considerate a rischio estinzione, quanto sta accadendo negli USA mostra nuovi segnali inquietanti non sempre semplici da decifrare e con ricadute che, dopo la carenza di uova legata all’uccisione di galline per via dell’influenza aviaria, potrebbero essere letali anche per i comparti agroalimentari del miele e delle coltivazioni da frutta.

Foto di PollyDot da Pixabay

Secondo gli entomologi della Washington State University le perdite commerciali delle colonie di api mellifere negli Stati Uniti potrebbero raggiungere il 60-70% nel 2025. Nell’ultimo decennio le perdite annuali sono state in genere comprese tra il 40 e il 50%. Sebbene sia ancora troppo presto per sapere esattamente perché quest’anno le diminuzioni siano più elevate, Priya Chakrabarti Basu, professoressa associata di salute degli impollinatori e apicoltura sospetta una combinazione di fattori di stress, tra cui carenze nutrizionali, infestazioni di acari, malattie virali e possibile esposizione a pesticidi durante la precedente stagione di impollinazione. “Le perdite sono aumentate costantemente. Le richieste di impollinazione non sono diminuite, quindi gli apicoltori affrontano una pressione enorme per mantenere lo stesso numero di colonie per soddisfare tali esigenze”.

Il 29 marzo la giornalista Janet Shamlian di CBS News ha intervistato Blake Shook, uno dei più importanti apicoltori statunitensi che da oltre 20 anni si occupa di api in diversi stati della nazione. Shook ha spiegato di aver trovato anche lui decine di migliaia di insetti morti all’interno delle sue attività, qualcosa che non aveva “mai visto prima e che potrebbe trattarsi della peggiore perdita di api nella storia registrata”. Per Juliana Rangel, entomologa della Texas A&M University, è possibile che dietro alla moria potrebbero esserci la variazione delle temperature oppure la perdita di habitat ma al momento non c’è una risposta certa. Il che è preoccupante se si pensa che per i servizi ecosistemici che offrono nella coltivazione di frutta, noci e verdura, le api sono decisive per raccolti stimati in 15 miliardi di dollari l’anno.

Se perdiamo l’80% delle nostre api ogni anno, l’industria non può sopravvivere, il che significa che non possiamo impollinare nella scala di cui abbiamo bisogno per produrre cibo negli Stati Uniti. Ho ricevuto una chiamata da un amico che aveva 20000 alveari all’inizio dell’inverno e ora ne ha meno di 1000″ ha dichiarato Shook. Lo stesso apicoltore sta coordinando una rete di vari apicoltori che stanno raccogliendo sempre più alveari morti, sostenendo che il 25% delle attività, soprattutto legate alle api da miele, di questo passo potrebbe chiudere entro fine anno.

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I motivi di queste perdite anomale per portata sono da ricercarsi secondo gli scienziati sicuramente negli impatti dei cambiamenti climatici ma per esempio anche nella diffusione dilagante del Varroa destructor, parassita che attacca le api Apis mellifera e Apis cerana. Anche se c’è probabilmente la complicità di parassiti e virus tra le cause delle morti, queste potrebbero non essere le sole spiegazioni di quanto sta accadendo, tanto che il dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti ha aperto una indagine per studiare api, cera, polline e capire cosa sta succedendo.

Foto di cverkest da Pixabay

Che il numero delle api sia in calo a livello globale è un dato di fatto conclamato anche se non esistono numeri precisi anche perché dipendono in modo rilevante dalle singole specie ma da molte parti e da molto tempo viene sollevato l’allarme sul loro stato di salute. Ancora più incerte sono le cause del fenomeno: in primis vengono messi fattori di origine umana ed inquinamento ambientale che mettono a repentaglio i delicati ecosistemi in cui vivono le api e la biodiversità nel loro habitat, con la conseguente riduzione del loro numero. Anche l’uso di determinati pesticidi (come i neonicotinoidi) risulta particolarmente nocivo per la loro salute.

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“Se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che 4 anni di vita” queste parole che vengono attribuite ad Einstein senza avere la certezza siano sue, contengono un avvertimento da non sottovalutare. Senza il lavoro delle api le coltivazioni agrarie non avrebbero modo di perpetuarsi e la nostra stessa sopravvivenza sarebbe in pericolo, visto che buona parte del cibo che consumiamo dipende, direttamente o indirettamente, dall’opera di impollinazione. Le api e gli impollinatori sono responsabili, per le loro funzioni, del 75% delle coltivazioni alimentari mondiali e della salute del 35% dei terreni agricoli globali.

Stefania Andriola

Lavoro in redazione da febbraio 2010. Mi piace definirmi “giornalista, scrittrice e viaggiatrice”. Adoro viaggiare, conoscere culture diverse; amo correre, andare in bicicletta, fare lunghe passeggiate ma anche leggere un buon libro. Al mattino mi sveglio sempre con un’idea: cercare di aggiungere ogni giorno un paragrafo nuovo e interessante al libro della mia vita e i viaggi riempiono le pagine che maggiormente amo. La meteorologia per me non è solo una scienza ma è una passione e un modo per ricordarmi quanto siamo impotenti di fronte alle forze della natura. Non possiamo chiudere gli occhi e dobbiamo pensare a dare il nostro contributo per salvaguardare il Pianeta. Bastano piccoli gesti.

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