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Notizie allarmanti da uno studio sull’innalzamento del livello del mare

Entro il 2050 300 milioni di persone potrebbero trovarsi a vivere in zone a rischio inondazioni

L’innalzamento del livello del mare è uno dei più noti pericoli legati ai cambiamenti climatici in atto. Il nostro Pianeta si riscalda, le calotte glaciali, i ghiacciai si sciolgono e il riscaldamento dell’acqua del mare si espande, aumentando il volume degli oceani di tutto il mondo. Le conseguenze vanno dagli aumenti a breve termine delle inondazioni costiere che possono danneggiare le infrastrutture e l’agricoltura, allo sfollamento permanente delle comunità costiere. Uno studio di Climate Central, pubblicato su Nature Communications, richiama l’attenzione sul fatto che entro il 2050, l’innalzamento del livello del mare potrebbe portare inondazioni costiere annuali su terre in cui vivono circa 300 milioni di persone. Utilizzando un nuovo modello di analisi, il numero di persone a rischio rispetto alle precedenti stime è stato triplicato e andando ancora più avanti nel tempo, senza misure adatte per contenere questa emergenza climatica, entro il 2100 la stima di persone a rischio alluvioni salirebbe a 480 milioni con 200 milioni di persone che potrebbero trovarsi permanentemente sotto la linea di alta marea.

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Secondo questo studio l’innalzamento del livello dei mari minaccia di cancellare entro il 2050 alcune grandi città costiere del mondo. Il sud del Vietnam potrebbe quasi scomparire, in Thailandia Bangkok sarebbe in serio pericolo, a Shanghai, in Cina, l’acqua minaccerebbe di consumare il cuore della metropoli e molte altre città circostanti. In India Mumbai rischierebbe di essere spazzata via dall’acqua, come anche Alessandria, in Egitto e Bassora in Iraq. Correre ai ripari con la costruzione di argini e altre difese o il trasferimento in altura della popolazione a rischio, potrebbe ridurre queste minacce ma l’aumento delle inondazioni oceaniche, la sommersione permanente e i costi di difesa costiera probabilmente porteranno profonde conseguenze umanitarie, economiche e politiche.

Stefania Andriola

Lavoro in redazione da febbraio 2010. Mi piace definirmi “giornalista, scrittrice e viaggiatrice”. Adoro viaggiare, conoscere culture diverse; amo correre, andare in bicicletta, fare lunghe passeggiate ma anche leggere un buon libro. Al mattino mi sveglio sempre con un’idea: cercare di aggiungere ogni giorno un paragrafo nuovo e interessante al libro della mia vita e i viaggi riempiono le pagine che maggiormente amo. La meteorologia per me non è solo una scienza ma è una passione e un modo per ricordarmi quanto siamo impotenti di fronte alle forze della natura. Non possiamo chiudere gli occhi e dobbiamo pensare a dare il nostro contributo per salvaguardare il Pianeta. Bastano piccoli gesti.

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