Energia

Batterie a gravità: una soluzione per lo stoccaggio dell’energia verde?

La rivoluzione delle energie rinnovabili porta con sé una sfida cruciale: come immagazzinare l’energia prodotta quando il vento soffia, il sole splende e le onde del mare si muovono, per poi utilizzarla quando le condizioni non sono favorevoli? Attualmente, la risposta consiste nel ricorrere ai combustibili fossili, una soluzione antiquata che contrasta con gli obiettivi di neutralità carbonica. Per un futuro più pulito, molti puntano sulle batterie agli ioni di litio, mentre altri vedono nel verde idrogeno la migliore speranza. Tuttavia, una nuova strada si basa su una forza sempre presente: la gravità. Questa tecnologia di accumulo energetico utilizza energia rinnovabile per sollevare grandi pesi a un’altezza prefissata, che poi vengono rilasciati per generare elettricità grazie alla forza di gravità.

Una versione simile, chiamata “pompaggio idroelettrico”, già rappresenta oltre il 90% dello stoccaggio energetico mondiale su larga scala. Tuttavia, le centrali idroelettriche richiedono ambienti specifici e costi elevati, limitando la loro diffusione. Per superare questi ostacoli, si stanno sviluppando nuove soluzioni per rendere questo approccio più scalabile e adattabile a diversi contesti geografici. Una promettente azienda scozzese ha testato un prototipo di batteria a gravità con una torre di 15 metri e un peso di 50 tonnellate. Questo sistema, seppur piccolo, ha prodotto abbastanza energia per alimentare temporaneamente circa 750 abitazioni. La novità risiede anche nella longevità della tecnologia: la struttura permette di sostituire singoli componenti senza dover rinnovare l’intero impianto, garantendo una durata operativa potenzialmente di decenni.

Il futuro di questa tecnologia punta sottoterra. Gli ingegneri stanno esplorando vecchie miniere abbandonate in vari Paesi, ritenendo che queste strutture possano essere utilizzate per ospitare impianti di stoccaggio, evitando così la costruzione di costose torri in superficie. Tuttavia, questa soluzione presenta sfide tecniche, come la verifica della sicurezza delle strutture esistenti e la gestione di eventuali problemi legati alla presenza di gas o allagamenti. Parallelamente, un’altra azienda innovativa ha sviluppato una struttura alta 20 piani in Svizzera, dove blocchi da 30 tonnellate vengono sollevati e rilasciati per generare energia. Questa tecnologia ha attirato investimenti significativi, portando alla progettazione di sistemi modulari capaci di alimentare migliaia di abitazioni, con installazioni collocate in aree remote vicino a parchi eolici e solari. Ma come si posizionano queste soluzioni rispetto alle batterie agli ioni di litio? Sebbene le batterie chimiche abbiano registrato una diminuzione dei costi e siano rapide nel fornire energia, presentano alcuni limiti significativi, come il degrado delle celle che ne riduce la capacità nel tempo. Le batterie a gravità, invece, offrono la possibilità di riparare e sostituire parti specifiche, estendendo la loro vita utile fino a 50 anni e risultando più economiche sul lungo termine.

Oltre ai vantaggi economici, le batterie a gravità evitano problematiche legate all’estrazione di materiali come il cobalto, che comporta rischi ambientali e umanitari. Per questo motivo, esperti e ricercatori in vari Paesi stanno esplorando altre versioni di batterie a gravità, come soluzioni che sfruttano pistoni sommersi o persino sistemi ferroviari.

Il mondo ha bisogno di soluzioni audaci e creative per affrontare la crisi climatica, e non esiste una soluzione unica che possa risolvere tutti i problemi. Tuttavia, le batterie a gravità, sfruttando una forza infinita e onnipresente, potrebbero certamente giocare un ruolo chiave nella transizione verso un’energia più pulita e sostenibile.

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