Energia

Terre rare e minerali, il riciclo è indispensabile per la transizione energetica

La transizione energetica deve passare anche attraverso il riciclo di minerali essenziali come rame, litio, nichel, cobalto e terre rare. L’abbandono del gas, del petrolio e del carbone richiede sforzi importanti per l’approvvigionamento dei materiali necessari per l’elettrificazione e la costruzione di impianti a basse emissioni. Sebbene non sia possibile escludere la necessità di investimenti minerari, è fondamentale non sprecare i minerali e terre rare già in uso, e creare così una preziosa fonte di approvvigionamento secondaria. Questo permette non solo di ridurre la dipendenza dalle miniere, ma rende anche più sicura la catena di approvvigionamento per i paesi che importano minerali.

A fare il punto sulla questione è un rapporto pubblicato dalla IEA, l’Agenzia Internazionale dell’Energia, che risponde alla richiesta del Ministero degli Affari Esteri italiano, come parte della sua agenda del G7, che mira a valutare lo stato attuale del riciclaggio dei minerali critici per la transizione energetica. Il report analizza le prospettive di fornitura secondaria in diversi scenari e delinea raccomandazioni politiche mirate per accelerare l’adozione del riciclaggio che può aprire la strada a future catene di approvvigionamento minerario più sostenibili e sicure.

Transizione energetica: il riciclo di minerali e terre rare potrebbe ridurre la necessità di nuove miniere fino al 40%

L’aumento dell’uso di questi minerali e delle terre rare finora non è stato seguito da un aumento dell’uso dei materiali riciclati. La quota di rame riciclato, ad esempio, materiale essenziale per qualsiasi uso elettrico, è scesa dal 37% del 2015 al 33% del 2023. Lo stesso si è registrato per il nichel (sceso dal 35 al 31 percento). L’unica eccezione è l’alluminio, la cui quota riciclata è aumentata dal 24 al 26 percento.

Per fortuna cresce l’uso dei metalli riciclati per le batterie. Parliamo di nichel, cobalto e litio, che hanno registrato una rapida crescita, sebbene si partisse da una base piuttosto bassa. Nel 2023 i tassi del volume di materiale recuperato, rispetto alla materia prima disponibile, sono aumentati ad oltre il 40% per il nichel, e al 20% per il litio. Attuando incentivi mirati si potrebbe integrare con il riciclo su larga scala anche delle batterie dei veicoli elettrici.

Recuperare i minerali e terre rare è fondamentale nella strategia a lungo termine. Uno slancio in questa direzione potrebbe ridurre la necessità di nuove attività estrattive del 25-40% entro il 2050 in uno scenario che rispetti gli impegni climatici nazionali. Potremmo evitare di scavare nuove miniere di rame, riducendo questa esigenza del 40%. Lo stesso varrebbe per rame e cobalto, per i quali potremmo ridurre del 25% gli investimenti  in nuove miniere.

Nuove miniere saranno comunque necessarie: i livelli di fornitura richiesti entro la metà del secolo sono ancora superiori alla produzione odierna, e le miniere esistenti affrontano cali naturali della produzione.

Le politiche e normative indirizzate a questo obiettivo sono aumentate. Lo slancio è stato determinato da più di 30 interventi politici a favore del riciclo dei minerali critici, che possono essere suddivisi in piani strategici, responsabilità estesa del produttore (EPR), incentivi finanziari e normative sul commercio transfrontaliero. Nonostante questo slancio, tra i 22 Paesi e regioni esaminati, solo 3 avevano un quadro ampio che include obiettivi chiari, meccanismi di attuazione, sistemi di monitoraggio e incentivi economici.

I vantaggi del riciclo di questi materiali sono sia finanziari che di sostenibilità. Stando agli impegni sottoscritti, sarebbero necessari 600 miliardi di dollari di investimenti minerari entro il 2040, e il raggiungimento delle emissioni zero entro il 2050 richiederebbe 800 miliardi di dollari. L’aumento del riciclo dei materiali è cruciale: in assenza di una crescita del riutilizzo dei minerali e terre rare questi importi potrebbero essere anche del 30% più elevati.

Inoltre riciclare materiali critici permetterebbe di mitigare gli impatti ambientali e sociali ad essi associati. In media, i minerali di transizione energetica riciclati come nichel, cobalto e litio comportano l’80% in meno di emissioni di gas serra rispetto ai materiali primari prodotti dall’attività mineraria. Ciò si traduce in una riduzione cumulativa del 35% delle emissioni derivanti dalla produzione di litio, nichel e cobalto necessarie per soddisfare le loro esigenze in scenari guidati dal clima nel periodo fino al 2040.

Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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