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Italia, l’Estate 2020 è stata più piovosa della media: i dati

Il giorno più caldo dell’estate (e dell’anno), è stato il 1° di agosto, quando è stata osservata una temperatura media a livello nazionale di 29.1°C

L’estate 2020 è risultata complessivamente più calda e piovosa della media. Dopo i primi due mesi estivi (giugno e luglio) un po’ sotto tono rispetto all’andamento degli ultimi anni, agosto ha visto tornare con prepotenza le temperature ben oltre la media a causa delle frequenti fasi anticicloniche accompagnate da dalle risalite di masse d’aria sub-tropicale verso l’area euro-mediterranea.

Agosto più piovoso e caldo della norma

Di fatto, nel corso del mese di agosto, si sono alternate 4 ondate di caldo: la prima non è stata altro che la fase culminante dell’ondata di caldo cominciata alla fine di luglio che è durata fino al 3 agosto; la seconda, la più duratura, è cominciata intorno al giorno 8 e si è protratta fino al 17; la terza si è verificata subito dopo, dal 20 al 23; infine la quarta ondata di caldo, piuttosto breve e dovuta al rinforzo delle correnti sciroccali, ha interessato il Centro-Sud e l’Emilia Romagna negli ultimi tre giorni del mese riportando le temperature vicine ai 40 gradi sul medio Adriatico, al Sud e in Sicilia. Particolarmente rilevante il picco di 38°C osservato a Ustica, che eguaglia il record stabilito nel 1991 e 1993. L’anomalia termica complessiva è stata di +1.5°C, la 6^ più elevata degli ultimi 60 anni, uno scarto distribuito quasi uniformemente da nord a sud, ma con una leggera predominanza delle regioni centrali dove il divario dalla media del trentennio 1981-2010 è stato di +1.8°C (+1.4°C al Nord, +1.3°C al Sud + Isole).

Agosto è stato anche più piovoso della media, con uno scarto pari a +26% che tuttavia non rappresenta un valore particolarmente significativo nell’ambito della serie storica, nonostante sia in controtendenza rispetto al generale andamento calante della serie stessa. Questo dato trae origine non solo dalle abbondanti e diffuse precipitazioni verificatesi all’inizio e alla fine del mese, dovute al transito di intense ed estese perturbazioni, ma anche da episodi intensi più localizzati avvenuti principalmente su Alpi e fasce pedemontane nel corso del mese, e sulla Sicilia orientale il giorno 8, con conseguenti disagi per allagamenti o colate di fango e detriti, strade interrotte e danni come a Verona il giorno 23 o in Val Malenco (SO) il giorno 12 dove purtroppo si contano anche 3 vittime. Fra i vari accumuli mensili di pioggia, spicca certamente il dato osservato sulla Paganella (TN) che con 231 mm segna il nuovo primato storico di agosto per questa stazione almeno degli ultimi 40 anni. Non tutte le regioni, tuttavia, hanno sperimentato precipitazioni oltre la media. Infatti, nel settore di Nord-Ovest la combinazione fra le zone più piovose e quelle meno piovose ha dato luogo a un bilancio vicino alla media (-2% di anomalia), mentre nel resto del Paese hanno prevalso le anomalie positive (+35% al Nord-Est, +28% al Centro, +59% al Sud + Isole).

Estate 2020 calda e piovosa: i dati

L’estate è risultata complessivamente più calda e piovosa della media, con un’anomalia termica di +0.6°C, al 10° posto fra le più elevate degli ultimi 60 anni, e un’anomalia pluviometrica di +27% che negli ultimi 20 anni rappresenta il terzo valore più elevato dopo le disastrose estati del 2002 e del 2014. Nel corso della stagione si sono verificate 5 ondate di caldo, concentrate soprattutto nel mese di agosto, la più intensa delle quali è la seconda che ha preso forma a cavallo fra luglio e agosto dando origine, durante il suo apice, al giorno più caldo dell’estate (e dell’anno), ossia il 1° di agosto quando è stata osservata una temperatura media a livello nazionale di 29.1°C, uno fra i valori più elevati registrati negli ultimi decenni.

Con i dati del mese di agosto l’anomalia della temperatura media da inizio anno risale tornando a +1°C rispetto alla media di riferimento, che rappresenta per il momento il 6° valore più elevato fra gli anni più caldi. Le piogge più abbondanti della media, invece, smussano leggermente l’anomalia negativa che va a consolidarsi intorno a -13% da gennaio, equivalente a 15 miliardi di metri cubi di acqua in meno rispetto alla media dall’inizio del 2020.

A livello europeo agosto ha fatto registrare temperature diffusamente più elevate della norma, con vistose anomalie soprattutto nell’Europa centrale (per la Francia si tratta del 3° agosto più caldo nella sua serie storica secolare e in Belgio sono stati toccati nuovi record). Solo su parte della Penisola Iberica le anomalie sono state leggermente negative. Complessivamente, sull’intero continente, il divario dalla media di riferimento (1981-2010) è stato di +1.1°C (fonte Copernicus Climate Change Service), al 5° posto fra i più elevati dopo il 2018, 2003, 2010 e 2015. L’intera stagione estiva in Europa è stata molto calda, con un’anomalia media di circa +0.9°C che rappresenta il 6° valore più elevato degli ultimi 40 anni, ben al di sotto del 2018, 2010, 2003 e 2019, e leggermente sotto il 2016.

Anche su scala globale agosto è stato l’ennesimo mese con una temperatura media sensibilmente oltre la norma. Sempre secondo le elaborazioni del Copernicus Climate Change Service si tratta del 4° agosto più caldo della serie storica con un’anomalia di +0.44°C sopra la media del trentennio 1981-2010, alle spalle del 2016, 2019 e 2017; di fatto, i mesi di agosto degli ultimi sei anni, ossia dal 2015, sono i più caldi della serie.

Una delle aree più esposte agli effetti del global warming è sicuramente la calotta polare artica dove le ampie anomalie termiche positive, che vengono costantemente osservate oltre il Circolo Polare, continuano ad assottigliare inesorabilmente i ghiacci di anno in anno. L’estensione media dei ghiacci artici raggiunta in agosto è stata di 4.9 milioni di km2, corrispondente al 35% in meno rispetto alla norma, uno fra i valori più bassi mai osservati, esattamente al 3° posto dopo quelli del 2012 e del 2019.

Simone Abelli

È meteorologo presso Meteo Expert dal 1999. Nel 1995 consegue la laurea a pieni voti in Fisica con una tesi sull’analisi statistica delle situazioni meteorologiche legate agli eventi alluvionali che hanno interessato l’Italia. Dal 1996 al 1998 svolge attività di ricerca nell’ambito del progetto europeo MEDALUS sul problema della desertificazione nel Mediterraneo. Dal 2008 al 2015, diviene uno dei meteorologi di riferimento delle reti televisive Mediaset. Principali pubblicazioni: “Il clima dell’Italia nell’ultimo ventennio” e “Manuale di meteorologia”.

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