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L’emergenza smog è cronica: il report Mal’Aria Legambiente

Nessuna città rispetta al momento il valore suggerito dall’OMS per la tutela della salute per quanto riguarda PM10, PM2.5 e NO2

L’emergenza smog è ormai diventata cronica per diverse città. Lo rileva il nuovo dossier Mal’Aria – Verso città mobilità zero emissioni redatto e presentato da Legambiente nell’ambito delle attività della campagna Clean Cities in Italia. La Clean Cities Campaign è un network europeo di associazioni ambientaliste e movimenti di base, che ha come obbiettivo prioritario il raggiungimento di una mobilità urbana a zero emissioni.

I dati che emergono sono allarmanti: nessuna città, infatti, rispetta al momento il valore suggerito dall’OMS per la tutela della salute per quanto riguarda il PM10 (15 microgrammi/metro cubo), per il PM2.5 (5 microgrammi/ metro cubo) e per l’NO2 (10 microgrammi/metro cubo).

Smog: un’emergenza ormai cronica per molte città. I dati

Il report analizza la prima metà del 2022 ed emerge che la situazione cronica di emergenza smog nei centri urbani non si è purtroppo placata rispetto all’anno precedente, almeno per tutto il periodo invernale. Ci troviamo ora all’inizio dell’autunno, un periodo critico per l’accumulo delle sostanze inquinanti nei bassi strati, ed è importante capire da quale situazione proveniamo. In questi giorni, inoltre, prosegue l’emergenza siccità e l’assenza di pioggia unita alla costate alta pressione non fanno che favorire l’aumento dello smog.

L’analisi delle 13 città prese in esame, nella parte relativa ai principali inquinanti atmosferici (polveri sottili – PM10 e 2.5, e biossido di azoto – NO2), evidenzia come in molti casi la situazione sia già da codice rosso e in molti altri casi sia già critica e bisognerà intervenire da subito per evitare di peggiorare la situazione.

Per quanto riguarda il PM10, il limite di 35 giorni da non superare con una media giornaliera superiore a 50 microgrammi per metro cubo, è stato ampiamente superato con almeno una delle centraline di monitoraggio ufficiali già da 3 delle 13 città (Torino, Milano e Padova) che si trovano quindi già fuori dai limiti di legge rispettivamente con 69, 54 e 47 giornate di sforamento. Situazione da codice giallo per Parma (25 sforamenti), Bergamo e Roma (23) e Bologna (17) che hanno già consumato nella prima metà dell’anno la metà dei giorni di sforamento a disposizione; situazione da tenere sotto controllo per Palermo e Prato (15 sforamenti), Catania e Perugia (11) e Firenze (10) che sono già in doppia cifra.

Va ancora peggio per ciò che riguarda il PM2.5, il particolato più sottile e pericolosi, dove lo scostamento dai valori OMS dove lo scostamento dai valori OMS oscilla tra il +123% di Roma fino al +340% di Bergamo e Torino, passando per Bari (+150%), Catania e Firenze (+160%), Bologna (+200%), Milano (+300%). Pessimi dati anche per l’NO2: l’eccedenza dei valori medi registrati rispetto al limite dell’OMS varia tra il +97% di Parma fino al +257% di Milano.

Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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