Fiumi italiani vittime dei rifiuti, plastica protagonista: i dati e le conseguenze
Nei 12 fiumi analizzati l'85% dei rifiuti è costituito da materie plastiche: i risultati dell’attività di monitoraggio dell’ISPRA
L’inquinamento non risparmia i fiumi italiani, vittime della dispersione di rifiuti. I nuovi dati resi noti dall’ISPRA – l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – sono preoccupanti soprattutto per la grave presenza di sostanze plastiche.
L’analisi che l’Istituto ha condotto su 12 fiumi in Italia ha portato alla luce seri problemi di inquinamento dovuto alla presenza di rifiuti, costituiti per lo più da materie plastiche.
L’attività di monitoraggio dell’ISPRA, svolta in collaborazione con la Fondazione Sviluppo Sostenibile e Nauta srl, si è protratta per 12 mesi focalizzandosi sui macro rifiuti galleggianti di grandezza superiore ai 2,5 centimetri, e quindi non fornisce dati specifici sulla presenza di microplastiche nei nostri fiumi. I corsi d’acqua analizzati sono stati 12: Adige, Agri, Magra, Misa, Neto, Ombrone, Pescara, Po, Reno, Sarno, Simeto e Tevere. L’attività è inserita all’interno dell’Accordo Operativo tra il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ed ISPRA nell’ambito dei monitoraggi per la Direttiva Quadro sulla Strategia Marina.
I risultati preliminari dello studio, presentati settimana scorsa presso l’ISPRA, evidenziano che i fattori che più influenzano la presenza dei rifiuti dispersi negli ambienti fluviali derivano da insediamenti urbani. Per un anno, seguendo un protocollo di ricerca sistematico, sono stati raccolti dati relativi al trasporto di macro rifiuti da parte dei fiumi da postazioni fisse su ponti, localizzati in prossimità della foce. Sono state inoltre studiate le dinamiche di spostamento degli oggetti nei fiumi prima del loro arrivo al mare, rilevando il percorso e la velocità media, grazie all’utilizzo di tracciatori GPS inseriti in contenitori che simulano il comportamento di plastiche galleggianti trasportate dall’acqua.
La stragrande maggioranza (circa l’85%) degli oggetti avvistati è costituita da materiali di plastica, seguiti dagli oggetti di carta (circa 5%) e di metallo (3%). Inverno e primavera le stagioni con il maggior numero di oggetti avvistati.
La maggior parte dei rifiuti deriva da attività legate alla produzione e consumo di alimenti, anche se per molti oggetti non è stato possibile identificarne l’uso originale a causa della dimensione estremamente ridotta dei frammenti rilevati. I tracciatori rilasciati nei fiumi hanno invece evidenziato come lo spostamento sia quasi sempre intermittente, con un forte effetto di intrappolamento lungo il corso del fiume. I rifiuti vengono nuovamente mobilizzati da significative variazioni di portata, ma generalmente compiono percorsi brevi, fermandosi in numerose aree di accumulo differenti prima di giungere a mare.
I monitoraggi proseguiranno, assicura l’ISPRA, e permetteranno di avere i trend dei quantitativi di rifiuti dispersi nei fiumi, per modulare le misure per la loro riduzione.
Inquinamento dei fiumi, quali conseguenze?
L’inquinamento dei fiumi provocato dai rifiuti ha una serie di conseguenze, gravi sia per l’ambiente che per le comunità umane.
Uno degli impatti più evidenti è l’alterazione degli ecosistemi acquatici. I rifiuti, soprattutto quelli plastici, possono accumularsi nelle acque, causando danni diretti agli organismi acquatici. Gli animali possono ingerire frammenti di plastica, che provocano grandi sofferenze e spesso anche la morte. Inoltre, la presenza di rifiuti nei fiumi può modificare l’habitat naturale, riducendo la biodiversità e influenzando negativamente la catena alimentare.
Le conseguenze dell’inquinamento da rifiuti nei fiumi si estendono anche alla salute umana. L’acqua dei fiumi inquinati può diventare fonte di contaminazione, e chi la utilizza per bere, cucinare o per l’irrigazione agricola può essere esposto a rischi per la salute, comprese malattie gastrointestinali e problemi a lungo termine derivati da contaminanti chimici.
Anche dal punto di vista economico l’inquinamento da rifiuti nei fiumi può avere impatti notevoli. Le comunità costiere e le industrie legate all’acqua, come la pesca e il turismo, possono infatti subire serie perdite economiche. Inoltre, la rimozione dei rifiuti dai corsi d’acqua richiede risorse finanziarie considerevoli, gravando sulle finanze pubbliche.
Infine, va sottolineato che l’inquinamento da rifiuti nei fiumi ha un impatto negativo legato anche all’alterazione della bellezza naturale degli ambienti fluviali, e al degrado visibile delle aree circostanti. Questo può avere effetti psicologici e sociali sulla popolazione, contribuendo a una percezione negativa dell’ambiente e della qualità della vita.