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“Ciclone bomba” sugli Stati Uniti: 10 milioni di persone in allerta, tempeste di neve anche su New York

Dopo la storica tempesta di neve che intorno alla metà del mese ha colpito l’area statunitense dei Grandi Laghi e gli stati canadesi del Québec e dell’Ontario, in questo fine settimana tocca a gran parte della costa orientale del Nord America, alle prese con quello che è stato rinominato “ciclone bomba”.

Il responsabile è un potente ciclone che ha preso forma venerdì al largo della Florida e nella notte successiva è risalito rapidamente verso nord, diventando sempre più profondo: dopo essersi sviluppato a 1010 hectopascal, ci si aspetti che oggi crolli sotto i 1.000 hPa e che in serata la pressione precipiti fino a 970-975 hPa man mano che il centro avanzerà verso nord costeggiando l’East Coast statunitense.

Nel centro del ciclone la pressione atmosferica diminuirà quindi di oltre 30 hPa nel giro di 24 ore, facendo registrare un fenomeno meteorologico conosciuto come ciclogenesi esplosiva, nota anche con il termine giornalistico di “ciclone bomba”.
L’intensità delle tempeste viene misurata in base al valore minimo della loro pressione centrale: più questa è bassa, più la tempesta sarà forte. Quando la pressione scende con particolare rapidità, facendo registrare almeno 24 hectopascal in meno nell’arco di 24 ore, si può parlare di ciclogenesi esplosiva: il risultato di un crollo di pressione così forte e rapido è una netta intensificazione del ciclone, che diventa più violento e con un estremo rinforzo dei venti.

Secondo le previsioni, oggi il cosiddetto “ciclone bomba” attraverserà tutta la costa orientale degli Stati Uniti fino a raggiungere gli stati del New England, nell’estremo nord-est, sabato sera. Durante il suo viaggio verso nord sferzerà tutti gli stati affacciati sull’Atlantico con ondate di maltempo estreme e vere e proprie tempeste di neve, con precipitazioni abbondanti e venti fortissimi che potranno far registrare raffiche violente come quelle degli uragani.

L’elevata umidità proveniente dall’Atlantico, sospinta verso le coste da raffiche di vento che potranno superare i 110 km/h, al contatto con l’aria fredda in arrivo dall’entroterra si trasformerà in neve. Le condizioni saranno quelle di un vero e proprio blizzard, ossia una forte bufera di neve con venti estremi, temperature abbondantemente sotto lo zero, accumuli di neve mediamente di 5 cm all’ora, neve al suolo sollevata dal vento con visibilità ridotta al di sotto di 400 metri per almeno tre ore.

10 milioni di persone sono in allerta per blizzard, comprese le metropoli di Portland, Boston, Atlantic City e New York. Le nevicate più abbondanti sono attese nello stato del Rhode Island e sul Massachusetts orientale, inclusa l’area di Boston, dove si potrà vedere più di mezzo metro di neve fresca (oltre 60 cm), con raffiche a oltre 110 km orari. A preoccupare sono le mareggiate, con un alto rischio di inondazioni costiere dovuto alla combinazione dei venti eccezionalmente forti con un momento di alta marea nella giornata di sabato, e i pericoli legati al gelicidio, ossia la formazione al suolo di estese lastre di ghiaccio trasparenti a causa della pioggia congelante che potrebbe cadere a temperature inferiori allo zero.

Trema anche lo stato di New York, dove la governatrice Kathy Hochul ha dichiarato lo stato di emergenza per Long Island, New York City e la Lower Hudson Valley, esortando i residenti a «restare a casa».

Il sindaco della Grande Mela ha detto che tutti gli appuntamenti per i vaccini per il Covid-19 programmati per la giornata di sabato sono stati rimandati a domenica: in città potrebbero accumularsi oltre 30 cm di neve fresca, e si potranno anche superare i 35 cm nel resto dello stato di New York.

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Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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