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Stati Uniti assenti dalla COP30: Trump definisce il clima ‘Una Truffa’ mentre Melissa devasta i Caraibi

L’uragano Melissa devasta i Caraibi: oltre 700.000 bambini colpiti, danni stimati fino a 52 miliardi di dollari. Mentre Washington annuncia l’assenza dalla COP30, il mondo si interroga sul costo dell’inazione climatica.

Tra il 29 e il 31 ottobre 2025, il Uragano Melissa ha scritto una delle pagine più tragiche della storia dei disastri climatici. Non si tratta di modelli teorici o previsioni apocalittiche: almeno 50 vittime confermate, tra cui 10 bambini, e oltre 700.000 minori hanno visto la loro vita stravolta in pochi giorni. I danni economici sono stimati tra 48 e 52 miliardi di dollari, mentre intere comunità di GiamaicaCubaHaiti e Repubblica Dominicana sono state sommerse da inondazioni catastrofiche, venti record e blackout diffusi.

L’uragano Melissa: il più potente della storia recente nei Caraibi

Il Uragano Melissa, tredicesima tempesta nominata della stagione atlantica, ha colpito la Giamaica come tempesta di Categoria 5, raggiungendo venti superiori a 280 km/h e una pressione record di 892 hPa. La sua lentezza e la potenza straordinaria hanno amplificato i danni: piogge torrenziali hanno causato inondazioni storiche, con precipitazioni fino a 900 mm in poche ore. Intere città sono rimaste isolate, oltre 500.000 persone senza elettricità, centinaia di migliaia di evacuati e quattro ospedali danneggiati solo in Giamaica. Cuba ha subito venti superiori a 195 km/h e danni ingenti alle infrastrutture essenziali. Ad Haiti, le autorità hanno lanciato l’allarme colera per la contaminazione delle acque, mentre in Repubblica Dominicana la tempesta ha danneggiato quasi 200 abitazioni e lasciato mezzo milione di persone senza acqua potabile.

Bambini e famiglie: le vittime silenziose del cambiamento climatico

Il Uragano Melissa ha colpito duramente i più vulnerabili. Secondo l’UNICEF, oltre 700.000 bambini sono stati sfollati o vivono in condizioni precarie, privi di acqua potabile, servizi sanitari e istruzione. Famiglie sono intrappolate in quartieri sommersi, senza elettricità e con accesso limitato agli aiuti. Le scuole e i centri sanitari sono inagibili, mentre la ricostruzione si prospetta lunga e difficile. Roberto Benes, Direttore Regionale UNICEF per l’America Latina e i Caraibi, ha dichiarato: “Centinai di migliaia di bambini hanno urgente bisogno di cibo, acqua sicura e un percorso per tornare all’istruzione”.

La scienza parla chiaro: uragani sempre più intensi e frequenti

Gli scienziati confermano che la intensificazione degli uragani è collegata al riscaldamento delle acque oceaniche, causato dalle emissioni di gas serra. Il Uragano Melissa è stato il terzo più intenso mai osservato nei Caraibi, con una rapidità di evoluzione senza precedenti: da categoria 1 a categoria 4 in poche ore, grazie a temperature marine costantemente superiori alla media. Fenomeni di questa potenza, un tempo eccezionali, rischiano di diventare la norma. Non solo i Caraibi: gli Stati Uniti hanno affrontato uragani devastanti come HarveyIrmaMariaIan; la Cina combatte tifoni sempre più violenti; l’Europa subisce ondate di calore letali e alluvioni catastrofiche. Il cambiamento climatico è ormai una realtà globale.

L’assenza degli USA dalla COP30: un errore storico

Il 31 ottobre 2025, mentre i soccorritori scavavano tra le macerie in Giamaica e l’UNICEF lanciava un appello da 46,5 milioni di dollari per aiutare 380.000 bambini, la Casa Bianca ha annunciato che gli Stati Uniti non invieranno rappresentanti di alto livello alla COP30 in Brasile. Il Presidente Trump ha ribadito la sua posizione negazionista, definendo il cambiamento climatico “la più grande truffa del mondo”. Una scelta che ignora la realtà: solo Melissa è costata fino a 52 miliardi di dollari, mentre uragani come Harvey e Ian hanno causato danni per 125 e 113 miliardi negli Stati Uniti. Il costo dei disastri climatici cresce ogni anno, con conseguenze economiche e umane devastanti.

Politiche energetiche USA: tra contraddizioni e pressione internazionale

L’amministrazione Trump ha adottato politiche contraddittorie, ostacolando proposte internazionali per la riduzione delle emissioni di gas serra nel trasporto marittimo e chiedendo di non sostenere limiti alla produzione di plastica. Allo stesso tempo, promuove accordi bilaterali per aumentare le esportazioni di gas naturale liquefatto verso Corea del SudUnione Europea e Cina. Il ritiro dagli Accordi di Parigi sul clima sarà effettivo a gennaio 2026, segnando una rottura netta con la comunità internazionale e con le esigenze della transizione energetica.

La transizione energetica: investimento per il futuro

La transizione verso energie rinnovabili non è un costo, ma un investimento. Energia solare ed eolica sono oggi le fonti più economiche in molte regioni. Il costo della energia solare è diminuito dell’89% negli ultimi dieci anni, mentre l’eolico offshore diventa sempre più competitivo. Le tecnologie geotermiche e lo stoccaggio di energia aprono nuove prospettive. Secondo IRENA, il settore delle energie rinnovabili potrebbe creare 42 milioni di posti di lavoro entro il 2050, con altri 21 milioni dall’efficienza energetica e dalle reti elettriche moderne. Gli Stati Uniti potrebbero guidare questa rivoluzione, ma restano ancorati a fonti fossili mentre Cina ed Europa avanzano.

Il mercato globale cambia: chi guida la rivoluzione verde?

Le principali compagnie petrolifere stanno diversificando verso le rinnovabili e gli investitori spostano capitali. Il fondo sovrano norvegese ha disinvestito da molte aziende legate ai combustibili fossili. Le compagnie assicurative riducono la copertura per progetti legati a carbone e petrolio. La transizione energetica è inevitabile: le infrastrutture del gas possono essere convertite per l’idrogeno verde, le piattaforme offshore per l’eolico. Ogni anno di ritardo significa più fenomeni estremi, più danni economici, più vite perse.

La storia giudicherà: leadership e responsabilità nella crisi climatica

La scelta degli USA di disertare la COP30 è irresponsabile e manda un segnale devastante mentre un uragano di categoria 5 dimostra l’urgenza di agire. I leader caraibici chiedono risarcimenti e aiuti, ma serve un cambio radicale: riduzione delle emissioni, accelerazione della transizione energetica, rispetto della scienza. Oltre 700.000 bambini sono le vittime silenziose della nostra incapacità di affrontare il cambiamento climatico. Questi disastri non sono più eventi isolati: sono il nuovo quotidiano.

Conclusione: la scelta è nostra, agire subito per il clima e il futuro

Non è più tempo di rinvii o negazioni. Investire nelle tecnologie pulite e nelle energie rinnovabili significa creare milioni di posti di lavoro, costruire un’economia più sostenibile e resiliente. I governi devono assumersi la responsabilità, abbandonare i giochi geopolitici e dimostrare leadership e visione. La COP30 in Brasile è l’occasione per mostrare che abbiamo imparato la lezione e che il costo dell’inazione è infinitamente superiore a quello della transizione. La storia ci sta guardando: è tempo di fare la scelta giusta per il clima, per i bambini e per il nostro futuro.

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