Cambiamenti climatici, alcune zone potrebbero diventare troppo calde per la vita umana: a rischio miliardi di persone

L'impatto dei cambiamenti climatici sulla vita degli esseri umani sarà molto serio: ecco cosa rivela uno studio

Valeria Capettini 06/05/2020 - 15:17

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clima cambiamenti climatici meteo estremo siccità — Credit: ©2010CIAT/NeilPalmer

A causa dei cambiamenti climatici in atto, alcune zone del pianeta che oggi sono densamente popolate potrebbero diventare presto troppo calde per la vita umana. La notizia arriva da un nuovo studio che recentemente è stato pubblicato sulla Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), l’organo ufficiale della National Academy of Sciences statunitense.

Lo studio esamina le condizioni in cui si è sviluppata la vita degli esseri umani, che sul Pianeta si sono concentrati in una nicchia «sorprendentemente stretta dei climi disponibili sulla Terra – scrivono gli scienziati – caratterizzata da temperature medie annue tra gli 11 e i 15 gradi». Probabilmente il modo in cui gli esseri umani si sono distribuiti sul Pianeta risponde ad alcuni vincoli fondamentali, spiegano gli scienziati, e lanciano l’allarme: «nei prossimi 50 anni si prevede che da 1 a 3 miliardi di persone resteranno al di fuori delle condizioni climatiche necessarie alla vita umana».

I cambiamenti climatici «influenzeranno in molti modi gli ecosistemi – avvertono gli scienziati – nonché la salute umana, i mezzi di sussistenza, la sicurezza alimentare, l’approvvigionamento idrico e la crescita economica». Dall’entità del cambiamento a cui andiamo incontro dipenderà, naturalmente, l’impatto dei riscaldamenti climatici sulla vita dell’umanità. Ad esempio si stima che, se la temperature aumenterà di 2 gradi invece che di 1,5°C, «il numero di persone esposte a rischi e povertà legati al clima aumenterà fino a diverse centinaia di milioni entro il 2050».

Tuttavia è importante sottolineare anche che gli effetti dei cambiamenti climatici sul benessere umano dipenderà anche dalle risposte della società: esistono infatti opzioni di adattamento che potrebbero alleviare l’impatto del riscaldamento globale e bisognerà anche pensare a forme efficaci di migrazione. «Nonostante le barriere psicologiche, sociali e politiche incontrate dalla migrazione – si legge nello studio – un cambiamento nella distribuzione geografica delle popolazioni umane e della produzione agricola è un altro aspetto della risposta che l’umanità può dare, in modo spontaneo o gestito dall’alto, al clima che cambia».