Cambiamenti climatici e intrusione di acqua salata: un pericolo imminente per la salute delle popolazioni costiere
Entro il 2050 decine di nazioni dovranno affrontare le conseguenze dell'intrusione di acqua salata provocata dai cambiamenti climatici: alti i rischi per la salute, soprattutto per le popolazioni più vulnerabili
I cambiamenti climatici rappresentano una minaccia significativa in tutto il mondo, con effetti già evidenti e spesso tragici. Un recente studio ha evidenziato in particolare i rischi per la salute delle popolazioni costiere associati all’intrusione di acqua salata nelle falde acquifere, delineando possibili scenari a cui andiamo incontro entro il 2050.
Lo studio, pubblicato su Nature, ha identificato 41 nazioni, in particolare nel sud e sud-est asiatico, che sono maggiormente a rischio a causa della loro dipendenza dalle acque sotterranee per l’acqua potabile.
Tra gli effetti dei cambiamenti climatici, l’aumento del livello del mare e l’intrusione di acqua salata
L’intrusione di acqua salata si verifica quando l’acqua del mare e degli oceani penetra nelle falde acquifere di acqua dolce, da cui può contaminare le fonti dedicate all’agricoltura, per esempio, o anche l’acqua potabile. Questo fenomeno è reso sempre più grave e probabile dall’aumento del livello del mare, una diretta conseguenza dei cambiamenti climatici. Con l’innalzamento del livello del mare, infatti, la pressione sulle falde acquifere costiere aumenta, spingendo l’acqua salata sempre più nell’entroterra. Questo non solo influisce sulla qualità dell’acqua potabile, ma pone anche significativi rischi per la salute delle popolazioni che dipendono da queste fonti d’acqua. Tra i fenomeni che facilitano l’intrusione di acqua salata c’è anche la siccità, come abbiamo già potuto osservare anche in Italia quando nel 2022 l’acqua dei fiumi era insufficiente a contrastare la risalita di quella salata dalle foci: ne avevamo parlato qui.
Secondo lo scenario più probabile delineato dai ricercatori, entro il 2050 molte regioni costiere sperimenteranno un’intrusione di acqua salata che si estenderà per almeno 1 km nell’entroterra. Questa intrusione comprometterà la disponibilità di acqua potabile fresca, in particolare nei paesi a basso e medio reddito dove spesso mancano le infrastrutture necessarie a trattare l’acqua contaminata, e le comunità risultano quindi più vulnerabili agli effetti negativi dell’intrusione di acqua salata.
Oltre all’aumento del livello del mare e la siccità, altri fattori come l’aumento della domanda agricola di acqua sotterranea e la salinizzazione delle acque superficiali contribuiscono a peggiorare questa questione. L’impatto combinato di questi fattori – avvertono gli scienziati – sottolinea la necessità di un’azione immediata per mitigare gli effetti dell’intrusione di acqua salata sulle popolazioni costiere.
I rischi per la salute
Il consumo di acqua salina comporta diversi rischi per la salute, legati per lo più all’elevato apporto di sodio. Livelli elevati di sodio nell’acqua potabile, infatti, possono portare a un aumento della pressione sanguigna, che è un importante fattore di rischio per le malattie cardiovascolari. Lo studio sottolinea che le popolazioni che consumano acqua salina sono a maggior rischio di sviluppare ipertensione e altri problemi di salute correlati.
Nelle regioni dove l’intrusione di acqua salata è prevalente, gli impatti sulla salute sono aggravati dalla mancanza di accesso ad altre fonti d’acqua. Questa situazione è particolarmente grave nei paesi a basso e medio reddito, dove i sistemi sanitari possono già essere sotto pressione.
I ricercatori evidenziano la necessità di interventi mirati per affrontare i rischi per la salute associati all’acqua potabile salina nelle regioni vulnerabili, affiancati a studi più approfonditi per comprendere le sfumature geologiche locali e sviluppare soluzioni contestualmente appropriate. Anche coinvolgere le comunità locali e i portatori di interesse, sottolineano, è cruciale per co-produrre strategie efficaci che garantiscano un accesso equo all’acqua potabile pulita.
L’urgenza di soluzioni sostenibili
Affrontare il problema dell’intrusione di acqua salata richiede un approccio diversificato, che includa sia strategie di mitigazione dei cambiamenti climatici (ovvero misure volte a ridurre e azzerare le emissioni di gas serra che continuano a provocare l’aumento delle temperature) che di adattamento (cioè le misure necessarie a far fronte agli effetti ormai inevitabili della crisi climatica).
In particolare, gli sforzi di mitigazione dovrebbero concentrarsi sulla riduzione delle emissioni di gas serra per rallentare l’aumento delle temperature medie globali e il conseguente innalzamento del livello del mare. Misure di questo tipo richiedono la cooperazione internazionale e l’implementazione di politiche volte a ridurre l’impronta di carbonio.
Le strategie di adattamento, d’altra parte, dovrebbero mirare a migliorare la resilienza delle comunità costiere agli impatti dell’intrusione di acqua salata. Ciò include investimenti in infrastrutture per trattare l’acqua salina, lo sviluppo di fonti d’acqua alternative e l’attuazione pratiche di conservazione dell’acqua. Anche sensibilizzare sui rischi per la salute associati all’acqua potabile salina è essenziale per incoraggiare misure proattive a livello comunitario.
Lo studio sottolinea inoltre l’importanza di integrare la ricerca scientifica con l’elaborazione delle politiche per sviluppare soluzioni efficaci. Sfruttando gli ultimi risultati scientifici, i decisori politici possono progettare interventi che siano basati su evidenze e contestualmente rilevanti. Gli sforzi collaborativi tra governi, ricercatori e comunità locali sono fondamentali per affrontare le sfide poste dall’intrusione di acqua salata e garantire un futuro sostenibile per le popolazioni costiere.
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