Conferenza ONU sugli oceani: a Nizza il mondo prova a cambiare rotta
Al via lunedì la Conferenza delle Nazioni Unite sugli oceani: serve agire subito in modo concreto per proteggere i polmoni blu del pianeta

Da domani, fino a venerdì 13 giugno, la città costiera di Nizza ospiterà la terza Conferenza delle Nazioni Unite sugli oceani (UNOC3), un summit ad alto livello co-presieduto da Francia e Costa Rica con un obiettivo tanto ambizioso quanto urgente: affrontare una crisi sempre più profonda, che per la comunità scientifica è ormai vicina al punto di non ritorno.
Nizza, crocevia del Mediterraneo che si riscalda il 20% più velocemente della media globale, non è solo la cornice dell’incontro, è un simbolo del rischio. Il mondo intero si gioca molto in questi cinque giorni.
Gli oceani, che producono metà dell’ossigeno che respiriamo e assorbono oltre il 90% del calore in eccesso causato dalle emissioni serra, sono allo stremo. Crisi climatica, inquinamento da plastica, acidificazione delle acqua, pesca eccessiva e perdita di biodiversità stanno minando il loro equilibrio. L’oceano, avvertono le Nazioni Unite, è malato. E non c’è più tempo.
Oceani in emergenza: i numeri della crisi
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Ogni anno fino a 12 milioni di tonnellate di plastica finiscono in mare: è come un camion dell’immondizia al minuto.
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Il 60% degli ecosistemi marini è degradato o sfruttato in modo non sostenibile.
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Le barriere coralline – fondamentali per un quarto della vita marina – stanno scomparendo, spinte da ondate di calore oceaniche e sbiancamenti record.
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Solo il 62% degli stock ittici globali è ancora entro i limiti biologici sicuri (erano il 90% negli anni ‘70).
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Quasi il 30% di petrolio e gas oggi viene estratto in mare. L’offshore è il segmento in più rapida crescita dell’intero settore fossile.
Eppure, l’obiettivo 14 dell’Agenda ONU per lo sviluppo sostenibile (“vita sott’acqua”) è il meno finanziato di tutti: per proteggere e ripristinare gli ecosistemi marini servirebbero 175 miliardi di dollari l’anno, ma tra il 2015 e il 2019 sono stati allocati meno di 10 miliardi.
Da Parigi a Nizza: oceani al centro della crisi climatica
Dieci anni dopo l’Accordo di Parigi, la conferenza di Nizza vuole spostare l’attenzione dalla terra al mare, rilanciando l’oceano come protagonista della lotta alla crisi climatica. «Stiamo affrontando una crisi senza precedenti», ha dichiarato Li Junhua, segretario generale dell’evento. «Ora serve un’ambizione senza precedenti».
Al centro del summit ci sarà il Nice Ocean Action Plan, un piano d’azione che dovrebbe essere all’altezza della posta in gioco: proteggere almeno il 30% dell’oceano entro il 2030, rafforzare la governance internazionale della pesca, frenare la plastica alla fonte e decarbonizzare il trasporto marittimo.
In parallelo, verrà adottata anche una dichiarazione politica, guidata da Australia e Capo Verde, con misure concrete per accelerare la transizione verso economie oceaniche sostenibili.
Una delle questioni più spinose sarà quella del fossile offshore. Le attività di esplorazione e estrazione in mare non solo generano emissioni climalteranti, ma causano danni diretti e indiretti agli ecosistemi: sondaggi sismici letali per cetacei, microinquinamento cronico da perdite lente, rischi di blowout, inquinamento da traffico navale e piattaforme dismesse che favoriscono specie invasive.
Secondo il Center for International Environmental Law, presente a Nizza con una delegazione, non può esserci un oceano sano senza l’uscita dal fossile, e il summit deve dirlo chiaramente.
Tra promesse e responsabilità
Dal 2017 sono state registrate oltre 2.000 promesse volontarie per proteggere gli oceani. A Nizza se ne attendono altre centinaia. Ma la vera sfida è passare dalle promesse alla responsabilità.
Il summit di Nizza vuole essere inclusivo: voci spesso escluse dai tavoli globali — come quelle di donne, popoli indigeni, pescatrici e comunità costiere — avranno spazio. Sono proprio loro, le prime a subire le conseguenze del degrado marino, ma anche le prime a trovare soluzioni sul campo.
NOTE: questo articolo è stato generato con il supporto dell’intelligenza artificiale.