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Il Regno Unito è il primo Paese del G7 ad abbandonare l’energia a carbone: chiusa l’ultima centrale

Lo scorso 30 settembre il Regno Unito è diventato il primo Paese del G7 ad abbandonare l’energia a carbone.
L’impianto di Ratcliffe-on-Soar, nel Nottinghamshire, ha chiuso dopo ben 142 anni di attività, diventando quindi un simbolo del cambio di passo del Paese verso un’energia più pulita.

Il Regno Unito ha centrato gli obiettivi di decarbonizzazione, diventando il primo Paese a fissare la data del 2025 per l’abbandono graduale del carbone.

Il ministro dell’Energia Michael Shanks ha dichiarato che la chiusura di Ratcliffe è la “fine di un’era”, aggiungendo che i lavoratori del carbone possono essere “giustamente orgogliosi” di aver alimentato il Paese per oltre 140 anni.

“Chiudendo questo capitolo, onoriamo l’eredità di Ratcliffe e le persone che vi lavorano, abbracciando al contempo il futuro di un’energia più pulita e flessibile”, ha dichiarato in un comunicato Michael Lewis, amministratore delegato di Uniper, la società proprietaria dell’impianto.

La prima centrale elettrica a carbone al mondo fu quella del Viadotto di Holborn, inaugurata a Londra nel 1882 e il carbone ha rappresentato il 39% della produzione di elettricità fino al 2012.

In seguito il carbone è stato gradualmente sostituito da altri fonti energetiche e dal 2019 si è attestato al 2% del mix energetico. Attraverso incentivi finanziari e decisioni politiche, 25 impianti a carbone sono stati chiusi negli scorsi anni e ben 15 centrali hanno visto chiudere i battenti solo nel 2021. Nel 1990 il carbone forniva circa l’80% dell’elettricità britannica. Nel 2012 scese al 39% e nel 2023 si è attestato ad appena l’1%, secondo i dati della National Grid. Oggi più della metà dell’elettricità britannica proviene da fonti rinnovabili, come l’energia eolica e solare, e il resto dal gas naturale e dall’energia nucleare.

Redazione

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