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Oceani sempre più caldi: nuovo record nel 2022

Gli oceani sono uno degli indicatori più importanti e precisi del riscaldamento globale perchè assorbono il 90% del calore in eccesso causato dalle emissioni

Il riscaldamento degli oceani sembra avanzare senza sosta e il 2022 ha segnato un nuovo record: le temperature superficiali sono infatti in aumento per il settimo anno consecutivo e hanno battuto i livelli del 2021.

Lo rivela uno studio denominato “Another year of record heat for the oceans”, pubblicato sulla rivista Advances in Atmospheric Science e condotto dall’Accademia Cinese delle Scienze, al quale hanno contribuito anche ricercatori italiani di Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) e di Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea).

Più del 90% del calore in eccesso intrappolato dalle emissioni di gas serra viene assorbito negli oceani. I record, a partire dal 1958, mostrano un inesorabile aumento della temperatura dell’oceano, con un’accelerazione del riscaldamento dopo il 1990.

I cambiamenti nel contenuto di calore dell’oceano (OHC), nella salinità e nella stratificazione hanno fornito agli scienziati indicatori fondamentali per i cambiamenti nei cicli dell’energia e dell’acqua della Terra. Questi cicli sono stati profondamente alterati a causa dell’emissione di gas serra e altre sostanze antropogeniche da parte delle attività umane, determinando cambiamenti pervasivi nel sistema climatico terrestre. Nel 2022, gli oceani del mondo, come indicato da OHC, sono stati nuovamente i più caldi mai registrati nella storia e hanno superato il precedente massimo record del 2021. Tra sette regioni, ben quattro bacini (Pacifico settentrionale, Atlantico settentrionale, Mar Mediterraneo e oceani meridionali) hanno registrato il loro più alto OHC dagli anni ’50. Anche l’indice di contrasto della salinità ha raggiunto il suo livello più alto mai registrato nel 2022, il che implica una continua amplificazione del ciclo idrologico globale. I cambiamenti regionali di OHC e salinità nel 2022 sono stati dominati da un forte evento, La Niña.

I ricercatori guidati da Lijing Cheng hanno analizzato i dati, raccolti dal 1950 ad oggi, dell’Istituto di Fisica Atmosferica (Iap) cinese e dell’Amministrazione Nazionale per gli Oceani e l’Atmosfera (NOAA) statunitense. In particolare, il contenuto di calore dell’oceano nei primi 2mila metri di profondità è aumentato rispetto all’anno precedente di circa 10 Zetta joule, vale a dire 1 joule (unità di misura del calore) seguito da 21 zeri. Per dare un’idea dell’enormità del valore, 10 Zetta joule corrispondono al calore prodotto da ogni persona sulla Terra che utilizzi 40 asciugacapelli tutto il giorno, tutti i giorni.

Oceani: le sentinelle del global warming

Le temperature della superficie del mare hanno una grande influenza sul nostro Pianeta. Gli oceani più caldi aiutano a rendere ancora più violente le condizioni meteorologiche, determinando a uragani e tifoni più intensi e una maggiore umidità nell’aria, che causa piogge e inondazioni più forti. Anche l’acqua più calda si espande, innalzando il livello del mare e mettendo così in pericolo le città costiere. La temperatura degli oceani è molto meno influenzata dalla variabilità climatica naturale rispetto alla temperatura dell’atmosfera, e ciò rende gli oceani un indicatore molto importante del riscaldamento globale.

I ricercatori hanno anche analizzato la salinità, che insieme alla temperatura determina la densità dell’acqua ed è un motore vitale della circolazione oceanica. Un indice della variabilità della salinità attraverso gli oceani ha raggiunto un livello record nel 2022, mostrando una continua amplificazione del ciclo idrologico globale.

Un’altra caratteristica importante degli oceani è la stratificazione, dove la stratificazione dell’acqua per densità diventa più forte. Ciò limita la miscelazione di acque più profonde, più fredde e più ricche di nutrienti con le acque superficiali.

La tendenza a lungo termine all’aumento della stratificazione è continuata nel 2022, hanno scoperto gli scienziati, con “importanti conseguenze scientifiche, sociali ed ecologiche”. Una conseguenza, ha detto Abraham, è che una minore miscelazione nell’oceano significa che lo strato superficiale assorbe meno anidride carbonica dall’atmosfera, aumentando il riscaldamento globale. I ricercatori hanno anche affermato: “Ci sono crescenti casi di ondate di caldo e siccità da record nell’emisfero settentrionale, coerenti con l’intenso riscaldamento degli oceani negli oceani Pacifico e Atlantico a media latitudine”.

Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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