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Disastri climatici: negli Usa quasi 3.5 milioni di sfollati nel 2022

La stragrande maggioranza degli sfollati ha dovuto lasciare le proprie abitazioni a causa di uragani, inondazioni, incendi e tornado

Gli sfollati a causa di disastri naturali, esacerbati dalla crisi climatica, soltanto negli usa sono stati quasi 3.5 milioni nel 2022. Lo conferma il Census Bureau, l’Istat americano, nell’ambito dell’indagine Household Pulse.
La stragrande maggioranza degli sfollati ha dovuto lasciare le proprie abitazioni a causa di uragani, inondazioni, incendi e tornado. Quasi il 40% è rientrato a casa entro una settimana, mentre il 16% non è tornato a casa (e potrebbe non farlo mai) e il 12% è stato evacuato per più di sei mesi. Alcuni stati hanno subito un impatto molto maggiore di altri. La Florida ha avuto più di 888.000 sfollati. La Louisiana ha avuto più di 368.000 sfollati.

Il conteggio del Census Bureau si è basato su 68.500 risposte ricevute tra il 4 e il 16 gennaio a sondaggi online che hanno posto diverse domande, tra cui quella se l’intervistato fosse stato sfollato da casa a causa di un disastro nei 12 mesi precedenti. I sondaggi di questo tipo fanno parte dell’Household Pulse Survey, avviato nel 2020 per misurare in che modo la pandemia di Coronavirus stava colpendo la popolazione degli Stati Uniti.

Crediti NOAA

Negli Usa eventi meteo estremi in crescita

Gli Usa sono stati interessati da un elevato numero di gravi disastri nel corso 2022. La National Oceanic and Atmospheric Administration ha confermato che 18 eventi meteorologici estremi hanno causato ciascuno almeno 1 miliardo di dollari di danni. Secondo la comunità scientifica con l’aumento delle temperature globali questi disastri meteorologici diverranno sempre più intensi e frequenti.

I dati dell’Internal Displacement Monitoring Center, parte dell’organizzazione umanitaria The Norwegian Refugee Council, hanno stimato in precedenza che i disastri hanno provocato lo sfollamento di una media di 800.000 residenti negli Stati Uniti all’anno dal 2008 al 2021.

“Questi numeri sono angoscianti”, ha affermato alle agenzie di stampa statunitensi Michael Gerrard, direttore del Sabin Center for Climate Change Law presso la Columbia University. “Si tratta di numeri che ci si aspetterebbe di trovare in un Paese in via di sviluppo. È spaventoso vederli negli Stati Uniti. Negli anni a venire peggioreranno solo perché il cambiamento climatico sta rendendo gli eventi meteorologici estremi più frequenti e più gravi”.

La crisi climatica ha sempre a che fare con il tema della giustizia sociale: i dati mostrano una grande disparità tra persone di diversa condizione economica, razza e genere. I più poveri, ossia coloro che guadagnano meno di 25.000 dollari all’anno hanno avuto un tasso di evacuazione più elevato rispetto a qualsiasi altro gruppo economico. I residenti neri e ispanici hanno tassi di evacuazione leggermente più alti rispetto ai residenti bianchi. Inoltre gli adulti che si identificano come LGBTQ sono stati colpiti in modo sproporzionato: il 4% degli adulti LGBTQIA+ ha dovuto lasciare la propria casa rispetto all’1,2% delle persone eterosessuali.

Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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