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Foreste, il Parlamento europeo affossa la legge sul monitoraggio

Il Partito popolare europeo si allea con l'estrema destra: stop alla legge sul monitoraggio delle foreste. Nel frattempo la Commissione ha salvato la legge anti-deforestazione

Il Parlamento europeo ha respinto la proposta di regolamento che avrebbe introdotto un sistema comune di monitoraggio delle foreste nell’Unione. Una decisione che frena gli sforzi per una gestione più coordinata e trasparente dei dati forestali, mentre la Commissione europea conferma invece l’entrata in vigore della legge contro la deforestazione.

Stop al regolamento sul monitoraggio delle foreste

Con 370 voti contrari e 264 favorevoli, martedì i gruppi del Partito popolare europeo si sono alleati con l’estrema destra bloccando il testo che era stato presentato dalla Commissione nel 2023, con l’obiettivo di uniformare la raccolta di dati sulle foreste tra i Paesi membri e migliorare così la capacità di prevenzione contro incendi, parassiti e siccità.

Secondo i promotori della legge, il regolamento avrebbe permesso di superare l’attuale frammentazione dei dati forestali, spesso raccolti su base volontaria e con criteri diversi da Stato a Stato. I detrattori, invece, hanno denunciato il rischio di eccessiva burocrazia e centralizzazione a Bruxelles.

Dopo la bocciatura, la Commissione ha annunciato che ritirerà la proposta dal suo piano legislativo, chiudendo di fatto il percorso della norma.

I Verdi: «Un passo indietro per la protezione delle foreste europee»

Dura la reazione della delegazione italiana dei Verdi al Parlamento europeo: «è una decisione gravissima, che arriva dopo anni di incendi devastanti, siccità e malattie che stanno mettendo in ginocchio i nostri ecosistemi forestali», hanno dichiarato in una nota Cristina Guarda e Ignazio Marino, membri delle commissioni Agricoltura e Ambiente.

«Invece di rafforzare gli strumenti di monitoraggio e prevenzione, i popolari hanno scelto di allearsi con l’estrema destra e cancellare un testo che avrebbe permesso per la prima volta di avere un sistema comune di raccolta dei dati sulle foreste europee». E aggiungono: «Le foreste non sono solo un patrimonio naturale ed economico, ma risultano centrali per gli obiettivi climatici dell’Unione e per il benessere dei cittadini in un mondo che si riscalda per effetto dei gas serra. Senza un quadro europeo di monitoraggio, resteremo con dati frammentati, lacunosi e raccolti spesso in modo volontario».

La Commissione conferma la legge anti-deforestazione

Mentre il Parlamento bloccava il regolamento sul monitoraggio, la Commissione europea ha confermato l’entrata in vigore della EU Deforestation-free Regulation (EUDR), la legge che vieta l’importazione di prodotti legati alla distruzione delle foreste come caffè, cacao, carne bovina e olio di palma.

Approvata nel 2023, la norma dovrebbe entrare in vigore il 30 dicembre 2025. Le micro e piccole imprese avranno un anno in più per adeguarsi e tutte le aziende disporranno di un periodo transitorio di sei mesi, fino al 30 giugno 2026. Per semplificare le procedure, la Commissione propone che solo chi immette per primo un prodotto sul mercato europeo debba compilare la dichiarazione di due diligence. L’obiettivo è ridurre gli oneri amministrativi senza indebolire l’efficacia della legge.

Le decisioni delle ultime ore mostrano una certa incoerenza nella politica ambientale dell’Unione: da un lato si conferma l’impegno contro la deforestazione globale, dall’altro si rinuncia a uno strumento fondamentale per proteggere e monitorare le foreste europee.
In un contesto di incendi e fenomeni estremi sempre più frequenti, siccità prolungate e perdita di biodiversità, la mancanza di dati condivisi rischia di indebolire la capacità dell’Europa di reagire in modo tempestivo e coordinato.

Valeria Capettini

Iscritta all'ordine dei Giornalisti, faccio parte della squadra di Meteo Expert dal 2016: un'esperienza che mi ha insegnato tanto e mi ha permesso di avvicinarmi al mondo della climatologia lavorando fianco a fianco con alcuni dei maggiori esperti italiani in questo settore. La crisi climatica avanza, con conseguenze estremamente gravi sull’economia, sui diritti e sulla vita stessa delle persone. Un'informazione corretta, approfondita e affidabile è più che mai necessaria.

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