Europa

Ue, Von der Leyen al WEF annuncia proposte per aiutare l’industria green e la transizione energetica

La presidente della Commissione Europea ha avanzato la proposta del Net-Zero Industry Act e rilanciato la creazione del Fondo di sovranità europeo

La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha annunciato al World Economic Forum di Davos che verrà presto presentata una proposta per aiutare lo sviluppo dell’industria green (il Net-Zero Industry Act) e il Fondo di sovranità europeo per scoraggiare il trasferimento delle imprese europee di trasferirsi negli Stati Uniti.

Queste misure rientrano nel grande piano del Green Deal dell’UE e, nello specifico, sono pensate per rendere l’Europa il cuore della transizione ecologica, un polo per l’energia pulita e per l’innovazione industriale. Obiettivo ultimo è il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050.

Le misure annunciate da Von del Leyen a Davos servono a contrastare il rischio di un trasferimento delle imprese negli States, dove potrebbero approfittare dell’Inflation Reduction Act del 2022, che mette a disposizione 369 miliardi di dollari per i programmi climatici e di energia pulita.

Ursula von del Leyen al World Economic Forum 2023 ha annunciato la proposta del Net-Zero Industry Act

“Abbiamo un piano, il piano industriale del Green Deal, il nostro piano per rendere l’Europa la patria della tecnologia pulita e dell’innovazione industriale sulla strada del net zero” ha dichiarato Von der Leyen. “Per contribuire a far sì che ciò accada, presenteremo un nuovo Net-Zero Industry Act“, ha affermato. “L’obiettivo sarà quello di concentrare gli investimenti su progetti strategici lungo l’intera catena di approvvigionamento. Vedremo in particolare come semplificare e velocizzare le autorizzazioni per i nuovi siti di produzione di tecnologia pulita”. Nei prossimi mesi è previsto anche un nuovo fondo di finanziamento comune tramite la revisione del bilancio comunitario, ha spiegato Von der Leyen

“Per mantenere l’attrattiva dell’industria europea, è necessario essere competitivi con offerte e incentivi attualmente disponibili al di fuori dell’Ue. Per questo proporremo di adeguare temporaneamente le nostre norme sugli aiuti di Stato per velocizzarle e semplificarle. Calcoli più facili, procedure più semplici, approvazioni accelerate. Ad esempio, con semplici modelli di agevolazioni fiscali e con aiuti mirati per gli impianti di produzione nelle catene del valore strategiche della tecnologia pulita, per contrastare i rischi di delocalizzazione dovuti ai sussidi esteri. Ma sappiamo anche che gli aiuti di Stato saranno solo una soluzione limitata che solo pochi Stati membri potranno utilizzare. Per evitare un effetto di frammentazione sul mercato unico e per sostenere la transizione verso tecnologie pulite in tutta l’Unione, dobbiamo anche aumentare i finanziamenti dell’Ue. Per il medio termine, prepareremo un Fondo di sovranità europeo nell’ambito della revisione intermedia del nostro bilancio entro la fine dell’anno. Ciò fornirà una soluzione strutturale per aumentare le risorse disponibili per la ricerca a monte, l’innovazione e i progetti industriali strategici fondamentali per raggiungere lo zero netto. Ma poiché ciò richiederà del tempo, esamineremo una soluzione ponte per fornire un supporto rapido e mirato dove è più necessario”.

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Il piano è stato ben accolto da diversi Paesi dell’UE, che hanno sottolineato l’importanza dei finanziamenti europei per uniformare il mercato. Ma alcuni paesi membri hanno però espresso perplessità sulle misure annunciate, in quanto potrebbero creare disparità tra i Paesi rispetto ai sostegni forniti. E non hanno tutti i torti: su 672 miliardi di euro di aiuti di Stato approvati dalla Commissione quest’anno, il 53% è stato in Germania e il 24% in Francia e il 7% all’Italia.

Per questo gli aiuti devono essere implementati attraverso meccanismi europei che garantiscano l’uguaglianza all’interno dello spazio europeo”, ha affermato il ministro delle finanze portoghese Fernando Medina. “I paesi europei più piccoli non possono perdere contro i paesi più grandi in una competizione interna”. Il ministro delle finanze italiano Giorgetti ha affermato che il regime di finanziamento dell’UE dovrebbe essere modellato sull’attuale fondo di recupero da 800 miliardi di euro e sul programma SURE, basato sui prestiti dell’UE per sostenere l’occupazione.

Nei prossimi mesi, inoltre è prevista una revisione del Patto di Stabilità dell’Ue, uno dei pilastri su cui si regge la politica di bilancio dei Paesi europei, che dovrebbe avvenire entro l’estate. Ad annunciarlo il vice presidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis incontrando la stampa al termine dell’Ecofin. “La commissione intende presentare le proposte legislative tra qualche mese in primavera – ha detto – e sarà quindi importante raggiungere un consenso il più ampio possibile al consiglio europeo di marzo”.

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