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Crisi climatica, cos’è il Trattato sulla Carta dell’Energia e perché se ne parla?

Un gruppo di giovani ha deciso in questi giorni di lanciare un’azione legale presso il principale tribunale europeo per i diritti umani contro il Trattato sulla Carta dell’Energia, poiché protegge gli investitori di combustibili fossili.

La Spagna ha chiesto all’UE di recedere dal Trattato perché minaccia il raggiungimento degli obiettivi climatici del blocco. Il Belgio ha interrogato l’UE sulla legalità del trattato: nel 2020, dopo aver consultato il governo federale e regionale, il Belgio ha chiesto alla Corte di giustizia europea se il meccanismo fosse incompatibile con i trattati esistenti. Ma la corte ha stabilito che è troppo presto per rispondere a questa domanda, poiché il trattato è attualmente in fase di “modernizzazione“.

Ma cos’è questo Trattato sulla Carta dell’Energia?

Il Trattato sulla Carta dell’Energia (ECT) è un accordo internazionale che ha radici negli anni ’90 e stabilisce un quadro multilaterale per la cooperazione internazionale nel settore energetico. Alla fine della Guerra Fredda il trattato (la Carta europea dell’Energia) serviva a integrare i settori energetici dell’Unione Sovietica e dell’Europa orientale nel mercato europeo e globale. Dopo tre anni di negoziati, nel dicembre del 1994, la Carta europea dell’Energia si è trasformata in Trattato sulla Carta dell’Energia, legalmente vincolante.

Ma negli ultimi anni, a causa della crescente preoccupazione per la deriva climatica globale, l’ECT è stato oggetto di critiche perché, in sostanza, consente alle società di combustibili fossili di citare in giudizio i governi per mancati profitti.

Il gruppo di giovani che ha deciso di portare il caso alla Corte europea dei diritti umani ha subìto gli effetti del cambiamento climatico sulla propria pelle. Le cinque persone, di età compresa tra i 17 e i 35 anni, sostengono che l’adesione dei loro governi al Trattato sulla Carta dell’Energia sia un ostacolo alla lotta al cambiamento climatico.

Non può essere che l’industria dei combustibili fossili sia ancora più protetta dei nostri diritti umani“, ha affermato al Guardian Julia, una studentessa tedesca di 17 anni delle superiori, che ha affermato di essersi unita alla sfida legale dopo che sono arrivate catastrofiche inondazioni nella sua regione d’origine, nel luglio 2021.

Il gruppo ha citato in giudizio 12 Stati membri della Corte europea per i diritti dell’uomo, tra cui Francia, Germania e Regno Unito: tutti Paesi che ospitano società che sono state utenti attivi dell’ECT. I ricorrenti sostengono che l’adesione all’ECT ​​viola il diritto alla vita (articolo 2) e il diritto al rispetto della vita privata e familiare (articolo 8) della Convenzione europea sui diritti umani.

Trattato sulla Carta dell'Energia

Il Trattato infatti consentirebbe alle aziende di 55 Paesi membri, tra cui Stati dell’Ue, Regno Unito e Giappone, di citare in giudizio i governi per circa 1,3 trilioni di euro fino al 2050 a titolo di risarcimento per la chiusura anticipata di impianti a carbone, petrolio e gas. Per questo motivo si teme che queste ingenti somme possano ostacolare la transizione verde, in un momento in cui non possiamo più perdere né tempo né risorse.

Anche 76 scienziati del clima hanno scritto una lettera ai leader dell’UE per sottolineare questa incoerenza con gli obiettivi climatici, evidenziata anche nell’ultimo report dell’IPCC1: “mantenendo nell’ECT ​​modernizzato la protezione degli investimenti esteri nei combustibili fossili esistenti, i Paesi dell’UE dovranno scegliere tra mantenere in funzione l’infrastruttura esistente per i combustibili fossili fino al fine della loro vita o far fronte a nuove richieste per la risoluzione delle controversie Investitore-Stato. Entrambe le opzioni metteranno a rischio l’obiettivo della neutralità climatica dell’UE e il Green Deal“.

La Commissione europea, che negozia a nome dei 27 Stati membri dell’UE, ha proposto una graduale eliminazione della protezione degli investitori di combustibili fossili entro la fine del 2040. Ma per scienziati e attivisti sarebbe troppo tardi. Alcuni Paesi, come Francia e Spagna, nel 2021 avevano chiesto alla Commissione europea di preparare una consulenza legale per uscire dal patto.

I membri del trattato di 54 paesi si incontreranno per concludere formalmente i colloqui di riforma. Secondo due funzionari dell’UE resta in discussione la proposta dell’UE di eliminare gradualmente la protezione dei combustibili fossili nell’arco di 10 anni. Dopo due anni di negoziazioni per ammodernare l’ECT, gli Stato Membri entro il 24 giugno, devono decidere se allineare il trattato agli obiettivi climatici, lasciarlo così com’è o ritirarsi.

 

  1. IPCC, 2022, Chapter 14 on international collaboration, Lines 9 to 14, page 81
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Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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