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Africa, clima fuori controllo: un continente in ginocchio tra siccità e alluvioni devastanti

Finora, le conseguenze dei cambiamenti climatici sono evidenti ed estreme soprattutto in Africa

Se è ormai evidente in tutto il mondo come il clima stia cambiando, è l’Africa la zona che per ora sta pagando le conseguenze più gravi. Gli eventi meteorologici estremi sono sempre più frequenti e intensi, e rappresentano una seria minaccia per la vita e la salute umana, oltre che per la biodiversità e la pace.

Il grafico delle warming stripes mostra in modo efficace com’è cambiato il clima in Africa:

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Le strisce mostrano come la temperatura media del continente africano sia cambiata nel corso degli anni, dal 1850 al 2019. Fonte: ShowYourStripes

Secondo uno studio pubblicato da Greenpeace Africa e dall’unità scientifica di Greenpeace, tutti i possibili scenari climatici prevedono che in futuro le temperature medie nel continente aumenteranno a un ritmo più veloce della media globale. Se non interveniamo subito per ridurre e azzerare le emissioni, in gran parte dell’Africa la temperatura media aumenterà di oltre due gradi: entro la fine del secolo potremo osservare un aumento tra i 3 e i 6 gradi centigradi, fino a quattro volte rispetto a quanto previsto dall’Accordo di Parigi.

Un aumento simile delle temperature comporterebbe l’ulteriore estremizzazione di una situazione che appare già drammatica. Negli ultimi anni l’Africa ha infatti subito le conseguenze di un clima sempre più estremo, da ondate di calore e siccità, a cicloni e inondazioni senza precedenti. Un rapporto della FAO nel 2018 ha reso noto che i disastri naturali si verificano circa 5 volte più spesso di quanto accadesse 40 anni fa.

Sono eventi che in qualsiasi parte del mondo rappresenterebbero minacce gravissime, ma che colpendo le comunità più fragili e povere, meno attrezzate per fronteggiare in modo efficace catastrofi di questo tipo, risultano ancora più pericolosi, e purtroppo spesso letali. Solo negli ultimi mesi, infatti, diversi milioni di persone sono state colpite da alluvioni senza precedenti, che hanno provocato anche centinaia di vittime. 

Non è semplice fare il punto della situazione, con dati spesso incompleti e non sempre aggiornati. Ma non ci sono dubbi sul fatto che la stagione delle piogge del 2020 sia stata del tutto eccezionale. Un’eccezionalità che rischia seriamente di diventare la norma.

Di pochi giorni fa gli ultimi dati arrivati dal Chad, dove secondo quando riporta l’OCHRA, l’Office for the Coordination of Humanitarian Affairs dell’ONU, sono state circa 400 mila le persone colpite dalle alluvioni. Nel Paese la stagione delle piogge del 2020 è stata da record e ha colpito 20 province su 23. Centinaia di migliaia di sfollati, molte le vittime, il cui numero al momento è ancora poco preciso. Secondo i dati resi noti a metà settembre, in Niger il maltempo ha colpito 516.251 persone e distrutto più di 40 mila case; circa 70 le vittime accertate. Dati pubblicati nella seconda metà di ottobre fotografano la situazione nella Repubblica dell’Africa Centrale, che tuttavia è stata colpita da forte maltempo anche nei giorni seguenti. Anche qui nel 2020 la stagione delle piogge è stata particolarmente intensa, e le persone coinvolte sono state circa 15 mila. Decine di migliaia di persone sono state colpite dalle alluvioni anche nella Repubblica Democratica del Congo.  Solo tra aprile e maggio, in Kenya il maltempo ha ucciso 237 persone, coinvolgendone in tutto oltre 800 mila.
Critica la situazione in Somalia, dove le alluvioni hanno colpito centinaia di migliaia di persone, 200.000 solo negli ultimi giorni. Tra gli stati più colpiti c’è anche il Sudan: qui una stagione delle piogge senza precedenti ha colpito circa 875 mila persone. Il governo ha dichiarato lo stato d’emergenza nel Paese, dove oltre 100.000 case sono state distrutte o danneggiate e provocato più di 100 vittime.
Un’emergenza di queste proporzioni non ha conseguenze solo sulle persone colpite al momento, ma mette a rischio la sicurezza alimentare di intere comunità. Com’è facile immaginare sono immani, infatti, i danni subiti dalle coltivazioni e dagli allevamenti.

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Foto: Samuel Turpin/ ICRC, Part of Humans & Climate Change documentary project.

Non c’è solo il maltempo, naturalmente: anche ondate di caldo e siccità sono sempre più estreme. Secondo alcuni studi, i cambiamenti del clima provocati dall’uomo avrebbero contribuito anche alle condizioni ambientali (come le precipitazioni nelle regioni desertiche e l’aumento delle temperature) responsabili dell’inedita invasione di locuste che quest’anno ha afflitto l’Africa, e non solo.

Anche se l’entità del fenomeno è ancora oggetto di numerosi studi, i cambiamenti climatici e le loro conseguenze hanno impatti significativi anche nello sviluppo di tensioni e conflitti. Il rischio di conflitti sembra destinato ad aumentare, per esempio, in caso di migrazioni di massa generate dagli effetti di eventi estremi, come inondazioni o siccità.  Un report della Croce Rossa Internazionale ha documentato di recente anche tensioni tra agricoltori e pastori, nella Repubblica Centrafricana, dovuti alle conseguenze che il cambiamento climatico ha avuto sulla transumanza.

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Valeria Capettini

Laurea triennale in Lettere e magistrale in Comunicazione, dal 2021 sono iscritta all'Ordine dei Giornalisti della Lombardia. Nel 2016 sono entrata a far parte della squadra di Meteo Expert: un'esperienza che mi ha insegnato tanto e mi ha permesso di avvicinarmi al mondo della climatologia lavorando fianco a fianco con alcuni dei maggiori esperti italiani in questo settore. La crisi climatica avanza, con conseguenze estremamente gravi sull’economia, sui diritti e sulla vita stessa delle persone. Un'informazione corretta, approfondita e affidabile è più che mai necessaria.

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