ClimAttivistiIniziativePolitiche

Cingolani incontra Extinction Rebellion, delusi gli attivisti: “manca la volontà politica”

Gli attivisti di Extinction Rebellion si dicono «frustrati» dalle risposte del ministro Cingolani: «può e deve fare tutto il necessario, ha una responsabilità morale oltre che politica»

Il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani si è confrontato con gli attivisti di Extinction Rebellion e numerosi cittadini in un incontro pubblico che si è svolto a Roma, nell’auditorium del Ministero, nella serata di giovedì 3 marzo.

Il confronto è stato trasmesso in radio da Radio Radicale e in diretta streaming sui canali social del movimento e della sua campagna Ultima Generazione, portata avanti da Extinction Rebellion nella capitale proprio per ottenere un incontro con Cingolani e altri rappresentanti del governo e per avanzare la richiesta di istituire un’assemblea straordinaria di cittadini volta a contrastare la crisi climatica in Italia.

Alcune decine di persone hanno seguito l’incontro di persona, tra 40 e 50 circa: dal movimento hanno fatto sapere che l’accesso è stato inizialmente reso difficile dal personale del Ministero che si sarebbe opposto all’ingresso di molti partecipanti.

La campagna Ultima Generazione

Il nome della campagna portata avanti da Extinction Rebellion fa eco al tema centrale dell’incontro pubblico richiesto al ministro Cingolani: “Siamo l’ultima generazione di cittadini e cittadine italiani/e?“.
«Il rischio del collasso climatico ed ecologico è tale – spiega il movimento ambientalista – che potremmo sul serio essere l’ultima generazione a poter agire per salvare il nostro amato Paese, l’ultima che può ancora godere dei frutti della sua Terra, l’ultima a non dover vivere in un completo collasso sociale».

La campagna Ultima Generazione è stata attuata a Roma con azioni di disobbedienza civile e uno sciopero della fame che si è protratto per ben 11 giorni, al punto da mettere a rischio la salute di alcuni attivisti. Come Laura Zorzini, ventisettenne di Trieste, che per 11 giorni ha evitato di nutrirsi nonostante alcuni problemi di salute e in una recente intervista ci ha raccontato la paura provata nello spingere «al limite» il proprio corpo.
Diverse realtà appartenenti al mondo dell’ambientalismo e della politica hanno espresso solidarietà nei confronti degli attivisti e della campagna, soprattutto dopo alcuni interventi delle forze dell’ordine che sono stati considerati eccessivamente duri nei confronti di chi stava portando avanti proteste non-violente.

Crediti: Roberto Di Matteo via Ultima Generazione

Oltre alla richiesta di un incontro pubblico con i rappresentanti del governo, Extinction Rebellion chiede l’istituzione di un’Assemblea straordinaria di cittadini «che possa affrontare l’emergenza climatica ed ecologica».
Questo è stato uno dei temi sul tavolo anche durante il confronto che si è svolto nella serata di giovedì 3 marzo e si è protratto per oltre un’ora, insieme a un focus sulla situazione attuale del Paese e su quello che sta facendo l’Italia per contrastare la crisi climatica.

Le posizioni di Cingolani

Per quanto riguarda la domanda chiave dell’intera campagna “Siamo l’ultima generazione?”, il ministro Cingolani ha detto che «No, non siamo l’ultima generazione». Anzi, secondo Cingolani questa è la prima generazione a cui «è stato dato un chiaro messaggio che c’è un pericolo imminente e che le soluzioni non sono più procrastinabili»; questa – sostiene il ministro – è la prima generazione che può cambiare le cose.

Cingolani ha sottolineato che l’Italia si sta muovendo, che è tra i Paesi più virtuosi e che nonostante ci siano delle difficoltà l’esecutivo sta garantendo il «massimo impegno». «L’Italia sta accelerando sulle rinnovabili e stiamo facendo una serie di operazioni che dovrebbero facilitare tutto», ha detto, ma ci sono alcuni aspetti che rallentano la corsa «come la burocrazia».

Bisogna agire, osserva il ministro, ma invita alla cautela: «serve un compromesso tra sostenibilità ambientale e sostenibilità sociale – dice -, e questo è il compito del governo». E invitando gli attivisti alla pazienza con uno stile che ha finora caratterizzato molti dei suoi interventi, descrive la mitigazione, ovvero le misure volte a contrastare la crisi climatica riducendo le emissioni di gas serra, come «un problema termodinamico: quando spegnete la caldaia – dice -, il termosifone non si raffredda subito».

Rispedite al mittente le richieste avanzate dagli attivisti relative alla possibilità di comunicare in modo più chiaro l’emergenza climatica ai cittadini italiani inviando una lettera che illustri la situazione e di istituire un’assemblea straordinaria di cittadini per legiferare in materia di clima. Riguardo al tema dell’informazione il ministro ha sottolineato che è prioritaria la necessità di spiegare in modo più semplice i rapporti sul clima, e facendo l’esempio del recente report pubblicato dall’IPCC ha avvertito che serve riassumerlo e semplificarlo in poche pagine perché «si capisca l’urgenza».
Per l’ultimo punto, invece, Cingolani ha affermato che la Costituzione Italiana prevede che sia il Parlamento a legiferare, invitando gli attivisti a utilizzare «strumenti che ci sono già» come la raccolta di firme finalizzata ad avanzare proposte di legge.

La delusione di Extinction Rebellion: «manca la volontà politica» di agire

Dopo la fine dell’incontro abbiamo contattato Beatrice, attivista di Extinction Rebellion che si è confrontata direttamente con Cingolani, e pur sottolineando la soddisfazione per la realizzazione stessa dell’evento si è definita «molto frustrata» dalle risposte del ministro.

È mancata un’ammissione di responsabilità che è fondamentale, ha commentato: non è vero che siamo la prima generazione conscia della situazione di pericolo, il mondo della scienza sta lanciando allarmi da decenni, ci dice. Ma siamo l’ultima generazione che può fare qualcosa, e l’urgenza è massima: «andiamo verso una situazione disastrosa», ci ha spiegato, e di questo passo «supereremo presto la soglia di 1.5°C di riscaldamento globale con conseguenze catastrofiche e irreversibili».
Al ministro, Beatrice vorrebbe chiedere di guardare al problema non come un tecnico, come ama definirsi, ma come una persona che ha il potere e il dovere di fare tutto il necessario.
«Ha una responsabilità morale, oltre che politica».

Anche dall’ufficio stampa di Extinction Rebellion, che abbiamo contattato per chiedere un commento, arriva innanzitutto un ringraziamento per «la disponibilità del ministro», ma anche la constatazione che «in termini di contenuti siamo al solito stallo». Cingolani ha usato «parole accomodanti» per descrivere uno scenario geopolitico internazionale che non favorirebbe azioni nette, ci dicono, ma ritengono che in realtà «tutto si può fare: strumenti e mezzi ci sono, quello che manca è la volontà politica».

 

Le ultime notizie:

Clima, per l’Italia l’inverno 2021-2022 è il 6° più siccitoso degli ultimi 63 anni

Avremo un trattato globale sulla plastica: per l’ambiente è l’accordo più importante dai tempi di Parigi

Dai blocchi stradali ai sit-in, l’attivismo di Laura Zorzini in Extinction Rebellion. «Con lo sciopero della fame la paura più grande»

Valeria Capettini

Laurea triennale in Lettere e magistrale in Comunicazione, dal 2021 sono iscritta all'Ordine dei Giornalisti della Lombardia. Nel 2016 sono entrata a far parte della squadra di Meteo Expert: un'esperienza che mi ha insegnato tanto e mi ha permesso di avvicinarmi al mondo della climatologia lavorando fianco a fianco con alcuni dei maggiori esperti italiani in questo settore. La crisi climatica avanza, con conseguenze estremamente gravi sull’economia, sui diritti e sulla vita stessa delle persone. Un'informazione corretta, approfondita e affidabile è più che mai necessaria.

Articoli correlati

Back to top button